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Le ultime notizie sull'uomo di Neanderthal


fonte: InternetLa scomparsa dei Neanderthal potrebbenon essere dovuta a un vantaggio evolutivodegli uomini moderni legato a fattori ecologici,biologici o culturali. La loro sostituzione daparte della nostra specie sarebbe invecedovuta alle dinamiche demografiche innescateda un lento ma inesorabile flusso migratoriodei nostri antenati diretti, le cui popolazioniafricane di origine erano molto più numerose                            Neanderthal: nessuna prova di inferioritàcognitivaNuove analisi del DNA ricostruiscono la storiaevolutiva degli umani arcaiciLa scomparsa dei Neanderthal potrebbeessere legata ai costanti flussi migratoridegli uomini anatomicamente moderni, enon a un fattore evolutivo che avrebbefavorito i nostri antenati più diretti. E' questala conclusione a cui sono giunti due ricercatoridella Stanford University a seguito di unaricerca sui modelli demografici delle antichepopolazioni dell'Europa e del Vicino Oriente,ora pubblicata su "Nature Communications".Le migrazioni inesorabili che segnaronola fine dei Neanderthal.Confronto fra il cranio di un Neanderthal(a sinistra) e di un essere umanoanatomicamente moderno (© Science Photo Library / AGF)Questa conclusione - sottolineano Oren Kolodnye Marcus W. Feldman - è "neutra" rispetto alleipotesi dell'esistenza di fattori ambientali, biologicio culturali che avrebbero avvantaggiato gli esseriumani moderni: questi eventuali fattori possonoavere affrettato l'estinzione dei Neanderthal, mala loro sostituzione da parte dei nuovi venuti eracomunque inevitabile.La grande maggioranza degli studi sulla scomparsadei Neanderthal parte dal presupposto che per spiegarlasia necessario ipotizzare un vantaggio degli umanimoderni rispetto alla specie cugina. Si è parlato,per esempio, di una più ampia gamma di opzionialimentari, di una migliore capacità di resistere aicambiamenti climatici o alle infezioni, oppure di unacapacità cognitiva superiore, riflessa nella culturamateriale e nell'uso di strumenti, incluse le armi.Gli studi si sono quindi concentrati sulla ricerca diquesto vantaggio determinante o di una ipotetica"superiorità" della nostra specie.Kolodny e Feldmansono invece partiti da un dato, ricavato con sofisticateanalisi statistiche della frequenza di mutazioni nelgenoma e condiviso da genetisti e paleoantropologi:gli individui neanderthaliani che vivevano in Europae nel Vicino Oriente erano relativamente pochi,mentre in Africa c'era una popolazione di esseri umanimoderni molto più numerosa. Questa situazionedemografica di partenza è confermata anche dallediverse condizioni ambientali dell'epoca in quelleregioni.Le migrazioni inesorabili che segnaronola fine dei NeanderthalI dati archeologici e geneticiindicano inoltre che verso la fine del Paleolitico mediogli esseri umani moderni hanno iniziato a migrare indiverse ondate dall'Africa, prima nel Vicino Oriente equindi in altre parti dell'Eurasia. Kolodny e Feldmanhanno quindi ipotizzato che, benché composto dagruppi di individui non molto numerosi, questo flussomigratorio sia proseguito costantemente per moltotempo e seguendo diverse direttrici.I due ricercatorihanno poi ipotizzato che l'arrivo di una tribù di umanimoderni in un certo territorio innescasse unacompetizione per le risorse con i Neanderrhal localie che questa competizione portasse all'estinzionedi uno dei due gruppi a caso, ossia con ugualeprobabilità.A partire da questo semplice scenario,tutte le simulazioni dell'andamento demograficodelle due popolazioni portano alla scomparsa deiNeanderthal. A cambiare è solo il tempo necessarioperché avvenga, che dipende dal'intensità dei flussimigratori degli uomini moderni dall'Africa. Nelle lorosimulazioni i ricercatori hanno ipotizato che avvenisseroa un tasso piuttosto basso, ossia a opera di piccoligruppi e con una frequenza relatvamente lenta.Il tempo necessario all completa sostituzione deiNeandethal con gli umani moderni non è mai risultatosuperiore ai 12-14.000 anni, lo stesso lasso di temponel quale è stata dimostrata la coesistenza delle duespecie in Eurasia.