blogtecaolivelli

La peste nera ed il capitalismo


Fonte: Internet25 ottobre 2013Come la Peste Nera favorì lo sviluppodel capitalismo
Sterminando quasi un terzo della popolazioneeuropea, la peste del XIV secolo ruppe quell'equilibriofra crescita della produzione e crescita demograficache aveva lasciato quasi invariati per secoli glistandard di vita. Dando maggior valore al lavoro eopportunità di impiego anche alle donne, l'epidemiaridusse stabilmente la natalità, almeno nelle regioniprotestanti, rendendo possibile l'accumulazione dicapitale(red)economiaepidemiologiasocietàLa famigerata Peste Nera è stata uno dei fattorichiave che ha permesso la rivoluzione industriale,l'instaurarsi di un'economia di tipo capitalista e losviluppo e la prosperità di molte nazioni europee.A sostenerlo è Alberto Alesina, economista italianoche insegna alla Harvard University, in un articolo pubblicato su "Science". Com'è noto, agli inizi del XX secolo Max Weber nelfamoso saggio L'etica protestante e lo spirito del capitalismo sostenne che l'insegnamento luterano ecalvinista di una vita improntata al duro lavoro e allafrugalità, ma anche del successo economico comesegno di benevolenza divina, aveva posto le basi perl'accumulazione di capitale indispensabile a creare lecondizioni necessarie per attività che andassero al dilà della dimensione artigianale. Queste basi eranopoi ulteriormente rafforzate dall'incoraggiamentoall'alfabetizzazione, indispensabile per leggere inprima persona la Bibbia, che stimolò anche l'accumula=zione di capitale umano nelle regioni protestanti.Questa analisi, di per sé corretta, dà però per scontatauna premessa: che ci siano i margini e la possibilità diaccumulare capitale. In realtà, "prima della rivoluzioneindustriale - osserva Alesina - il reddito pro capite (intermini di cibo, vestiario e alloggio, per esempio) general=mente non è  cambiato. Gli standard di vita media inEuropa sono rimasti pressoché costanti", sostanzial=mente al livello di sussistenza. 
Miniatura tratta da un manoscritto svizzero del1411 che illustra l'epidemia di peste. (Corbis)..Per la maggior parte della storia umana, infatti,al crescere della produzione economica totale hacorrisposto un aumento parallelo  della popolazionetotale, lasciando il loro rapporto (ossia il redditopro capite) sostanzialmente stabile. Questo parallelismoè stato interrotto solo dalla diffusione della PesteNera fra il 1348 e il 1350, che ridusse di un terzo lapopolazione europea, con un importante effettoindiretto: a fronte di una terra sempre abbondante,la forza lavoro diventò una risorsa scarsa.Ciò provocò un aumento dei salari, una spinta allosviluppo di tecnologie (come l'uso di migliori aratri)che permettessero pratiche di coltivazione piùintensiva e anche a opportunità di lavoro per ledonne e dei bambini. Un'ulteriore conseguenzafu l'aumento dell'età a cui si sposavano le donnee quindi una diminuzione della natalità. E' solo a questo punto, secondo l'economista, chesubentra il fattore religioso descritto da Weber,al quale è possibile attribuire le differenze disviluppo fra le varie regioni del continente, conil Centro e Nord Europa incamminato verso unarapida accumulazione di capitale economico eumano, e l'Europa meridionale e orientale, dovetassi di natalità e popolazione tornarono ai livelliprecedenti all'epidemia in tempi relativamente brevi.