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DINO BUZZATI


FONTE: WIKIPEDIACarriera artisticaPiù che uno svago la pittura fu perDino Buzzati un secondo mestiere,tanto che arrivò a dichiarare: «Sonoun pittore il quale, per hobby, duranteun periodo purtroppo alquanto prolungato,ha fatto anche lo scrittore e il giornalista».Le opere pittoriche di Buzzati sonofortemente legate alle atmosfere e allesituazioni dei suoi romanzi e dei suoi racconti:lo stesso autore definì i suoi quadri"storie dipinte", sottolineando con questaespressione la forte carica narrativa delletele, che spesso presentano scritte fumettistiche o sono divise, proprio comela pagina di un fumetto, in vari riquadri,ognuno dei quali sta a rappresentare un"momento" dell'azione.Già da bambino Dino disegna molto,soprattutto le sue amate montagne, maanche soggetti fantastici. Negli anni venti e trenta dipinge alcune tele (Romantica, Il lampione, Primo amore), ma l'occasionedi mostrare al pubblico le sue qualità didisegnatore arriva solo nel 1945, quandoproduce per il romanzo La famosa invasione degli orsi in Sicilia numerosi disegni colorati.È nel 1952 però che dipinge il suo quadropiù famoso, Piazza del Duomo di Milano,nel quale il Duomo è raffigurato come unamontagna dolomitica con guglie e pinnacoli,circondata da pascoli verdi.L'attività pittorica di Buzzati diventa rilevantea partire dal 1957, anno in cui inizia a produrrecon regolarità numerosi dipinti e disegni divario genere. Le tematiche dei suoi primi dipintisono quelle tipiche delle altre opere,soprattutto dei racconti (il fantastico, il destino,l'attesa, il mistero), e lo stile richiama al Simbolismo, alle illustrazioni di Arthur Rackham,alla pittura metafisica di De Chirico e al Surrealismo. A questa prima fase appartengono Una fine del mondoDuello notturno (1957), Toc, toc (1957), Gli apriranno? (1958), Adieu (1958) e molti altri dipinti.Negli anni sessanta Buzzati inizia a sostituirele precedenti tematiche con nuovi argomenti,come la sessualità e il delitto, e nuovi stili,che ricordano il fumetto nero italiano e la pop art. A queste novità si rifanno dipintiquali Il delitto di via Calumi(1962), La vampira (1965), Il circo Kroll (1965), Escalation (1966), Diabolik (1967), Laide (1967), L'urlo (1967), Un utileindirizzo (1968) ecc. Buzzati tuttavia nonabbandona le precedenti tematiche:opere come Miraggio (1966), Il Babau (1967),Il vicario di Stinfeld (1967), Gli amici di mezzanotte (1967) ci mostranopersonaggi e creature fantastiche, coloripiù freddi, che richiamano alle atmosfereimmaginarie tipiche delle prime operedello scrittore bellunese.Le tematiche dell'erotismo, del delitto,della morte e degli sfondi pop ritornanonelle 208 tavole a colori del Poema a fumetti,un'opera singolare che rielabora il mito diOrfeo ed Euridice in chiave moderna.Il volume, edito Mondadori, esce nel 1969,vende benissimo e nel 1970 vince il premio Paese Sera. La critica, anziché dare un giudizionetto, è piuttosto spaesata]: il connubio traletteratura e pittura che opera Buzzati,il forte erotismo e lo stile moderno appaionoai più bizzarri e incompatibili con la precedenteproduzione dello scrittore. L'opera èconsiderata la prima graphic novel italianae tra le prime nel panorama mondiale.L'ultimo libro pubblicato dall'autore è I miracoli di Val Morel (1971), una raccoltadi dipinti, accompagnati da brevi didascalie,che raffigurano degli immaginari ex votocompiuti nella finzione letteraria da Santa Rita.I dipinti rappresentano la summa dell'interaopera di Buzzati, poiché riprendono e amplianotutte le tematiche da lui affrontate nel corsodella carriera di romanziere e pittore: il destino,il fantastico, l'ironia, l'amore, la perversione,il delitto. L'opera verrà ristampata soltanto nel2012.Tra le opere postume dell'autore dedicatealla pittura il Catalogo dell'opera pittorica (2006)a cura di Nicoletta Comar, il più completo catalogodei quadri di Buzzati, e Le storie dipinte (2013)a cura di Lorenzo Viganò, che include la riproduzionedi cinquantatré dipinti narrativi, accompagnatida brevi didascalie.Altre attivitàAccanto all'attività di scrittore, giornalista e pittore,Buzzati si dedicò alla musica operistica,dando vita a un sodalizio con il compositoree direttore di orchestra Luciano Chailly,per il quale scrisse quattro libretti. Curòpersonalmente le scenografie delle sueopere teatrali e dei drammi d'opera e lavorò come scenografo e costumistaanche per opere non sue, come i balletti Jeu de cartes di Igor Stravinskij e Fantasmial Grand Hotel di Luciano Chailly. A questaattività dello scrittore bellunese sono dedicatii cataloghi Maccari e Buzzati al Teatro alla Scala,mostra sesta a cura e con saggio di GiulioCarlo Argan (1990) e Buzzati alla Scala (2006)a cura di Vittoria Crespi Morbio.Un'altra passione di Buzzati è stata quelladell'alpinismo e in particolare delle scalate su roccia.Molte sono le vie di roccia, anche difficili,da lui percorse sulle Dolomiti, spessoaccompagnato da famose guide alpinedivenute nel tempo suoi intimi amici (comeGabriele Franceschini). Le zone da lui piùfrequentate erano le Pale di San Martino e la Croda da Lago, a cui era particolarmenteaffezionato. Per quasi tutta la sua vita hadedicato a questa attività il mese di vacanza in settembre, che trascorreva nella casa difamiglia a San Pellegrino di Belluno. Il suoamore per le montagne e per le scalate eratale che più volte ha raccontato e scritto chequasi tutte le notti a Milano sognava diarrampicare. Testimonianza della sua passioneper la montagna è il cofanetto di due volumi I fuorilegge della montagna, pubblicato nel2010 a cura di Lorenzo Viganò, che raccogliearticoli e racconti dedicati alle sue amateDolomiti, all'alpinismo, a famosi scalatori e allo sci.Nel campo artistico Buzzati, oltre a cimentarsilui stesso nella produzione di dipinti, disegnie bozzetti, si occupa, soprattutto nell'ultimodecennio della sua vita, di critica e rassegnaartistica. Negli anni '60 viene nominato criticod'arte del Corriere della Sera, testata sullaquale pubblicherà centinaia di articoli, dedicatia svariate mostre, correnti e artisti(la pop art,BaconKlein). Alla tradizionale critica,con la quale il critico d'arte si poneva in unaposizione di importanza e superiorità rispettoal lettore e lanciava accuse di qua e di là,Buzzati ne preferisce una più informale,che presenta al lettore le novità artistichee le mostre pittoriche senza inserire negliarticoli pretenziosi giudizi.Interessanti anche le esperienze comesceneggiatore, che lo videro collaborarecon Federico Fellini alla stesura de Il Viaggio di G. Mastorna, il progetto che ilregista inseguì tutta la vita, e che non ebbemai luce.Sceneggiò inoltre Il pianeta acciaio di Emilio Marsili (1962), raffinatissimodocumentario sull'Italsider.Matrimonio e morteBuzzati si sposa nel dicembre del 1966con la giovane Almerina Antoniazzi.Muore di tumore al pancreas alla clinica"La Madonnina" di Milano il 28 gennaio 1972 (ne era morto anche il padre nel 1920).Nell'estate del 2010 le sue ceneri sonostate disperse sulla Croda da Lago, nelle amate Dolomiti.