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Dino Buzzati


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.Dino Buzzati, all'anagrafe Dino Buzzati Traverso (San Pellegrino di Belluno16 ottobre 1906 - Milano28 gennaio 1972), è statouno scrittoregiornalistapittore,drammaturgolibrettistascenografocostumista e poeta italiano.Fin da quando era uno studente collaboròal Corriere della Sera come cronistaredattore e inviato speciale.Egli è, insieme a Italo Calvino e Tommaso Landolfi,uno dei più grandi scrittori fantastici del Novecento italiano, con all'attivo un grande numero di romanzie racconti surreali e realistico-magici (tanto daesser stato a più riprese definito il "Kafka italiano").Il suo capolavoro, Il deserto dei Tartari (1940),è considerato dalla critica il vertice della narrativa esistenzialista italiana, insiemealle opere di Alberto Moravia (che tuttaviaestrinsecano il genere in tutt'altra direzione).Infanzia e studiDino Buzzati Traverso nacque presso la villadi famiglia di San Pellegrino, una località alleporte della città di Belluno, il 16 ottobre del 1906. Il padre, Giulio Cesare Buzzati (1862-1920),era un celebre giurista appartenente adun'illustre famiglia bellunese di remoteorigini ungheresi, mentre la madre, AlbaMantovani (1871-1961), veneziana, erala figlia del medico Pietro Mantovani edella nobildonna Matilde Badoer.È il terzogenito di quattro fratelli: gli altrisono Augusto (1903-?), che diverràingegnere, Angelina (1904-2004) e Adriano (1913-1983), futuro biologogenetista.La famiglia Buzzati trascorre le estatinella villa di Belluno e il resto dell'annoa Milano, dove il padre - docente di diritto internazionale - lavora alla neonata Università commerciale Luigi Bocconi,dividendosi tra questa e l'insegnamentoalla più antica Università di Pavia.La villa di famiglia e la biblioteca furonofondamentali nella formazione dello scrittore.Nei primi anni della sua infanzia lo scrittoremostra una grande attenzione e sensibilitàper le arti figurative e per la musica,imparando a suonare a dodici anni il pianoforte e il violino, abbandonando però in seguitogli studi. Connaturato alla crescita di Buzzatiè anche l'amore per la montagna, che loporterà a scalare e a sognare lemontagne per tutta la vita.Dopo i primi anni, e dopo la morte del padre,a quattordici anni, Buzzati si iscrive al liceo Parini di Milano, dove conosce ArturoBrambilla; i due stringono amicizia e sicimentano anche in duelli di scrittura.Con lui inizierà una fitta corrispondenzache continuerà sino alla prematura mortedi Brambilla. In questi anni Buzzati scoprel'interesse per la cultura egizia (nelle letterecon Brambilla si firmerà a lungo Dinubis) eper Arthur Rackham. Terminati gli studisuperiori Buzzati inizia a mostrare il desideriodi scrivere un romanzo. Si iscrive agiurisprudenza per assecondare la volontàdella famiglia e il 10 ottobre 1928 si laureacon una tesi dal titolo La natura giuridica del Concordato.Carriera giornalisticaSempre nel 1928, a luglio, entra come praticante,al Corriere della Sera, del quale diverrà in seguito redattore e infine inviato.Il 27 marzo 1933 pubblica sul Corriere il suoprimo elzeviro, Vita e amori del cavalier rospo. Il Falstaff della fauna, che non è gradito daalcune grandi firme del giornale. Nonostanteciò Buzzati continuerà per tutta la sua vita ascrivere elzeviri originali e di alta qualità letteraria.Tra il 1935 e il 1936 si occupa del supplementomensile La Lettura. Incomincia soprattutto inquesti anni a dedicarsi alla scrittura di raccontibrevi, pubblicati anche sulle pagine del Corriere.Nel 1940, anno di uscita de Il deserto dei Tartari,è inviato di guerra ad Addis Abeba per il Corriere.Il giornalista è imbarcato su varie unità della Regia Marina italiana e scrive molte corrispondenzedi guerra, che verranno raccolte nel 1992 nel volume Il buttafuoco: cronache di guerra sul mare.Dal gennaio all'estate del 1942 Buzzatisoggiorna in incognito a Messina, come inviatodi guerra e operatore militare nella base dellaMarina di Marisicilia, con il compito di compilareun manuale tecnico "sulla nostra attuale guerranavale", un lavoro di "grande responsabilità emole". L'opera non verrà mai portata a termine.Aderisce alla Repubblica sociale italiana e il 26aprile 1945 è casualmente suo l'editoriale dicommento all'inizio dellaLiberazione, avvenutoil giorno precedente. L'articolo esce sulla primapagina del Corriere col titolo Cronaca di ore memorabili.Dal 1945, dopo la caduta del Fascismo e la finedella guerra, fino alla morte, scrive articoli dicronaca nera, il settore giornalistico che predilige.I numerosi pezzi giornalistici dedicati daBuzzati agli omicidi e alle tragedie italiane(e non solo) saranno raccolti da LorenzoViganò e pubblicati nel 2002 in un cofanettodi due volumi dal titolo La «nera» di Dino Buzzati.Parallelamente alla cronaca nera si dedica allacronaca bianca, alla cronaca sportiva(principalmente all'alpinismo e allo sci, come ètestimoniato dai pezzi raccolti nel libro postumo I fuorilegge della montagna) e soprattutto alla Terza pagina.Nel 1949 è inviato dal Corriere al seguito del Giro d'Italia, all'epoca la manifestazionesportiva più seguita nella penisola. Gli articoliscritti in quell'occasione saranno pubblicati inun libro postumo del 1981Dino Buzzati al Giro d'Italia.Dal 1950 al 1963 è vicedirettore della Domenica del Corriere. In realtà è un direttoreombra: è lui infatti a guidare i collaboratori delperiodico e a occuparsi dell'impaginazione, della grafica, dei titoli, degli argomenti da trattare(sport, cinema, musica leggera, tv, politica).Nelle sue mani il settimanale incrementaeccezionalmente le vendite, sfiorando nonpoche volte il milione di copie.Nei primi anni sessanta è inviato del giornaleper brevi periodi in Giappone, a Gerusalemme,a New York e Washington, inIndia, a Praga.Alcuni degli articoli scritti durante questi viaggi saranno inclusi in Cronache terrestri, unaraccolta di un centinaio di brani giornalisticidi vario genere (cronaca, sport, cultura,società), pubblicata poco dopo la mortedell'autore. Quelli scritti in occasione delviaggio di Paolo VI a Gerusalemme verrannoraccolti invece in Con il papa in Terrasanta,Henry Beyle, 2014.Nello stesso periodo inizia a occuparsistabilmente d'arte, fino ad assumere nel 1967 l'incarico di critico d'arte del Corriere(anche se, per sua stessa ammissione,le sue non sono vere e proprie critiche,bensì resoconti sulle principali novitàartistiche, narrate con una lingua semplicee priva di tecnicismi]).Nel 1965 Buzzati scrive una serie di articolidal titolo In cerca dell'Italia misteriosa, neiquali si occupa di eventi all'apparenzaparanormali, visioni, apparizioni e fatti dispiritismo dell'Italia del dopoguerra. I dieciarticoli e altri scritti dello stesso genereverranno raccolti nel volume I misteri d'Italia,uscito postumo nel 1978.L'attività giornalistica di Buzzati verràapprezzata soprattutto dopo la sua morte,con la pubblicazione di numerose antologiededicate alle varie tipologie del suogiornalismo. La principale caratteristicadei suoi servizi ed elzeviri è sicuramentequella di trasformare dei semplici fatti dicronaca in racconti fantastici e poetici,dando vita a un sapiente connubio tragiornalismo e letteratura.