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IL DESERTO DEI TARTARI , FILM


                            Il deserto dei Tartari (film)Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.Il deserto dei Tartari è un film del 1976,diretto da Valerio Zurlini, tratto dalromanzo omonimo di Dino Buzzati.È stato l'ultimo film diretto da Zurlini.TramaL'ufficiale Giovanni Battista Drogo,appena nominato sottotenentedell'esercito imperiale di una nazioneimprecisata (potrebbe però esserel'Impero Austro-ungarico riconoscibiledalle uniformi e dalle bandiere), vienecomandato alla Fortezza Bastiano(mentre nel romanzo di Buzzati il nomeè Bastiani), un inaccessibile e remotoavamposto militare, dove una nutritaguarnigione di soldati e ufficiali ha ilcompito di sorvegliare la frontieradesertica che separa l'impero da unamisteriosa ma minacciosa popolazione:i Tartari.L'ufficiale si lascerà presto assimilare aquei rigidi rituali militari che animanoquotidianamente la fortezza e i suoioccupanti e ne determinano comportamentie relazioni, nell'attesa di un evento eroicoe glorioso, di un'invasione, di una battagliafinale dalla quale ognuno potrà ricavaregloria e prestigio.Il tenente Drogo trascorrerà alla fortezzatutta la sua vita nella attesa vana di unaminaccia che si concretizzerà proprio nelmomento in cui, anziano, stanco e malato,dovrà abbandonare per sempre laguarnigione mentre ingenti rinforzi enuove truppe, inviate dalla capitale,risaliranno le mulattiere che conduconoalla Fortezza Bastiano per combattere iTartari, che finalmente avranno attraversatoil deserto e attaccato l'impero.ProduzioneAlcuni registi (Antonioni, Jancsó) avevanoprogettato un'opera cinematografica basatasul romanzo di Buzzati, ma non avevano datocorso alla realizzazione per le inevitabilidifficoltà sia di tipo narrativo, sia di tipoeconomico. La situazione si sbloccò graziea Jacques Perrin, che si impegnò personalmentenella ricerca di finanziamenti, e soprattuttograzie alla fortunosa scoperta, nell'Iran sud-orientale, dell'antica fortezza di Arg-e Bam,che sarebbe diventata l'ambientazione del film.L'arrivo di Giovanni Drogo alla fortezzaLa città, patrimonio dell'umanità UNESCO,fu poi quasi completamente distrutta dalterremoto che colpì l'Iran nel dicembre del2003, causando più di 40.000 vittime.Alcune scene aggiuntive furono tuttaviagirate a Bressanone, in Alto Adige, e nellazona di Campo Imperatore, in Abruzzo,mentre gli interni furono creati a Cinecittà.Differenze fra romanzo e filmQuesta voce non è neutrale!La neutralità di questa voce o sezionesull'argomento film è stata messa in dubbio.Motivo: Ricerca originale priva di fonti.Si esprimono inoltre pareri personali.Per contribuire, correggi i toni enfatici o diparte e partecipa alla discussione.Non rimuovere questo avviso finché ladisputa non è risolta. Segui i suggerimentidel progetto di riferimento.La vicenda narrativa segue quella delTenente Drogo buzzatiano; fanno eccezionealcune rifiniture della sceneggiatura, comead esempio i tratti di alcuni personaggiche risultano leggermente accentuatirispetto alla vaghezza esistenziale delromanzo (personaggi i cui nomi vengonotalvolta modificati).L'inaccessibilità della fortezza, il suoisolamento fisico ed esistenziale rimangonocentrali per tutto lo svolgimento del film, cosìcome l'idea della frontiera morta, del deserto,della presenza di un nemico assente edell'inutilità del tempo. La vastità degliambienti e la coreografia delle immagini,che si alternano tra gli esterni assolati ocrepuscolari e gli interni tenebrosi e ciechidella Fortezza Bastiano (così viene indicatanel film quella che nel romanzo è la FortezzaBastiani), esprimono l'immobilità coraleesattamente come nel romanzo in cui le poverevicende umane, annullate dalla contemplazionedella vastità, hanno luogo.Tuttavia, pur abbastanza fedele al romanzonello spirito e nei fatti narrati, il film se nediscosta moltissimo da tutti e due i punti divista nel finale. Infatti, nel film Drogo muore(o forse semplicemente si addormenta inpreda alla febbre) disperato e pieno dirimpianti sulla carrozza che lo sta portandolontano dalla fortezza verso la quale stannogià galoppando i "Tartari". Il romanzo ha unfinale molto diverso: lasciata la fortezzasulla carrozza Drogo osserva durante la prima parte del viaggio, altrettantosconvolto e amareggiato, il passaggiosulla strada in senso contrario dei rinforzidiretti alla fortezza. Tuttavia, giunta lanotte, deve pernottare in una locanda;qui trascorre le ultime ore di vita sdraiatonel letto nella notte acquistando pian pianola consapevolezza che la battaglia, cheaveva aspettato tutta la vita alla fortezzaBastiani ma che aveva perso all'ultimomomento, si presentava ora in modo moltodiverso ma molto più importante sottoforma dell'affrontare senza paura la morte.Con la raggiunta consapevolezza di questabattaglia decisiva e più importante dacombattere, Drogo muore riappacificatocon la sua storia, della quale ha finalmentetrovato un senso anche ultraterreno.In nome di una maggiore concretezzacinematografica, il regista colloca il desertodei Tartari ai margini (presumibilmentesettentrionali o orientali) dell'Impero austro-ungarico, e fornisce ai protagonisti unaspiccata personalità ottocentesca. Questirealismi sono assenti nel romanzo delloscrittore bellunese, come in quasi tutta lasua poetica; anzi, nel romanzo essi sonovolutamente resi ambigui e inefficaci.Tuttavia c'è da dire che tale caratterizzazioneera praticamente obbligata nella trasposizioneda un'opera letteraria a forte contenutoevocativo e simbolico, ad un'operacinematografica in cui i personaggi e glieventi devono necessariamente trovareuna collocazione visiva nei costumi e nellacultura di una epoca storica. Il periodo storicoa cavallo tra Ottocento e Novecento era l'unicoche si prestava a rendere molti particolaripresenti nel racconto letterario (eserciti concavalli, armi da fuoco e cannoni, mitragliatricivecchio tipo e cannocchiali per l'osservazione).Analogamente l'Impero austro-ungarico difine Ottocento-inizio Novecento era l'unica entitàstorica che poteva giustificare molti particolaridel racconto, come l'ambientazione di un regnoeuropeo ma al contempo confinante con zoneinsieme desertiche e montagnose (in questosenso il cosiddetto e misterioso 'Stato delNord' proveniente da un luogo vasto edesolato potrebbe così essere identificatocon l'Impero Russo che costituiva tutta lafrontiera orientale dell'Impero Asburgicodalla Polonia al Mar Nero).Comunque l'opera cinematografica inizia conun evidente errore storico, quando l'iniziodell'azione viene collocata nel mattino dilunedì 2 agosto 1907. Innanzitutto il 2 agosto1907 non era lunedì ma venerdì.. Inoltre, poichélo svolgimento del racconto copre quasi 25 anni,la data sarebbe anacronistica perché la PrimaGuerra Mondiale (che avrebbe coinvoltol'Austria contro tutti i suoi vicini) avrebbedovuto scoppiare a soli 7 anni dall'arrivo diDrogo alla fortezza, e terminare con la sconfitta11 anni dopo l'arrivo. Così, volendo cimentarsinell'esercizio di trovare date coerenti con unlunedì 2 agosto, l'inizio del racconto dovrebbeessere collocato nel 1869, 1875 o 1880. D'altraparte solo il 1º anno sarebbe coerente con latecnologia presentata nel film che, alla fine delracconto come all'inizio, prevede solo l'uso dicavalli, carrozze e messaggeri a cavallo; ciòsarebbe impossibile con le date d'inizio del1875 o 1880 perché l'automobile data allafine dell'Ottocento e le comunicazioni viaradio all'inizio del Novecento.Il film trascende la finzione e diventa metaforakafkiana della vita, trascorsa senza altraaspettativa che l'attesa della morte e quandoquesta arriva, l'impossibilità a opporvisi.