MPI f. Evolutionary Anthropology/ J. KrauseUna tecnica innovativa è riuscita aidentificare DNA di specie umaneestinte da sedimenti di siti archeologiciin cui erano assenti resti fossili.Il risultato permetterà di individuarela presenza di antichi gruppi umanidove non è possibile stabilirla con letecniche attuali(redantropologiaarcheologiageneticaDNA di uomini di Neanderthal e di Denisovaè stato rinvenuto nei sedimenti di quattrositi archeologici contenenti reperti attribuibilia questi nostri antichi cugini, dei quali perònon c'è traccia sotto forma di resti fossili.La scoperta è opera di ricercatori delMax-Planck-Institut per l'antropologiaevolutiva a Lipsia in collaborazione constudiosi di altri centri di ricerca, ed èillustrata in un articolo pubblicato su "Science".In Europa e in Asia i siti preistorici checontengono strumenti e altri manufattisono numerosi, tuttavia i resti scheletricidegli antichi umani sono rari, rendendodifficile e lacunosa la ricostruzione dei lorospostamenti e delle relazioni fra idiversi gruppi.L ricerca del DNA antico aiuterà quindi acompletare la mappa degli insediamentiumani del remoto passato, e a identificarele regioni in cui le diverse specie umanepossono avere convissuto, e interagito.Questa opportunità potrebbe essereparticolarmente importante per l'uomo diDenisova, finora identificato in una solagrotta sui Monti Altai, nella Siberia meridionale,ma di cui persistono tracce genetiche inpopolazioni odierne, suggerendo che untempo questa specie fosse diffusa in molteregioni dell'Asia. Ma non si sa esattamentedove e quando.La capacità del DNA di resistere, almeno intracce, nei sedimenti antichi è nota dal 2003,quando il genetista danese Eske Willerslev èriuscito a sequenziare parte dei genomi diantichi mammut, cavalli e piante rilevati insedimenti prelevati non solo dal freddopermafrost, ma anche in grotte situate inregioni dal clima temperato. Finora tuttavianon si era riusciti a trovare il modo per distinguerele sequenze umane antiche dalle possibilicontaminazioni dei campioni con materialebiologico umano moderno.Viviane Slon, Svante Pääbo, Matthias Meyere colleghi sono riusciti a sviluppare una "sonda"genetica costruita su frammenti di DNAmitocondriale, ovvero il DNA che è presentesolo negli organelli mitocondri delle cellule,che permette di filtrare i possibili contaminantiattribuibili a esseri umani odierni e isolare così iframmenti antichi.I ricercatori hanno quindi raccolto 85campioni in sette siti archeologici in Belgio,Croazia, Francia, Russia e Spagna, che copronoun intervallo di tempo compreso fra 14.000 e550.000 anni fa.Otto di questi campioni - provenienti daiquattro siti di Trou Al'Wesse in Belgio, ElSidrón in Spagna, Chagyrskaya in Russiae Denisova, sempre in Russia - contenevanoDNA mitocondriale di uno o più Neanderthal,specie umana scomparsa circa 40.000 anni fa,mentre uno conteneva DNA dell'uomo diDenisova, vissuto tra 70.000 e 40.000 anni fa,per quel poco che ne sanno i ricercatori."Ricavando il DNA dai sedimenti, possiamoindividuare la presenza di gruppi di antichiumani nei siti e nelle aree in cui non è possibilestabilirla con altri metodi", ha detto Pääbo,coautore dello studio. "Questo dimostra che l'analisi dei DNA dei sedimenti è una proceduraarcheologica molto utile, che in futuro potrà diventare di routine".22 febbraio 2018Una "valanga" di DNA antico chiarisce il popolamento dell'Europa
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MPI f. Evolutionary Anthropology/ J. KrauseUna tecnica innovativa è riuscita aidentificare DNA di specie umaneestinte da sedimenti di siti archeologiciin cui erano assenti resti fossili.Il risultato permetterà di individuarela presenza di antichi gruppi umanidove non è possibile stabilirla con letecniche attuali(redantropologiaarcheologiageneticaDNA di uomini di Neanderthal e di Denisovaè stato rinvenuto nei sedimenti di quattrositi archeologici contenenti reperti attribuibilia questi nostri antichi cugini, dei quali perònon c'è traccia sotto forma di resti fossili.La scoperta è opera di ricercatori delMax-Planck-Institut per l'antropologiaevolutiva a Lipsia in collaborazione constudiosi di altri centri di ricerca, ed èillustrata in un articolo pubblicato su "Science".In Europa e in Asia i siti preistorici checontengono strumenti e altri manufattisono numerosi, tuttavia i resti scheletricidegli antichi umani sono rari, rendendodifficile e lacunosa la ricostruzione dei lorospostamenti e delle relazioni fra idiversi gruppi.L ricerca del DNA antico aiuterà quindi acompletare la mappa degli insediamentiumani del remoto passato, e a identificarele regioni in cui le diverse specie umanepossono avere convissuto, e interagito.Questa opportunità potrebbe essereparticolarmente importante per l'uomo diDenisova, finora identificato in una solagrotta sui Monti Altai, nella Siberia meridionale,ma di cui persistono tracce genetiche inpopolazioni odierne, suggerendo che untempo questa specie fosse diffusa in molteregioni dell'Asia. Ma non si sa esattamentedove e quando.La capacità del DNA di resistere, almeno intracce, nei sedimenti antichi è nota dal 2003,quando il genetista danese Eske Willerslev èriuscito a sequenziare parte dei genomi diantichi mammut, cavalli e piante rilevati insedimenti prelevati non solo dal freddopermafrost, ma anche in grotte situate inregioni dal clima temperato. Finora tuttavianon si era riusciti a trovare il modo per distinguerele sequenze umane antiche dalle possibilicontaminazioni dei campioni con materialebiologico umano moderno.Viviane Slon, Svante Pääbo, Matthias Meyere colleghi sono riusciti a sviluppare una "sonda"genetica costruita su frammenti di DNAmitocondriale, ovvero il DNA che è presentesolo negli organelli mitocondri delle cellule,che permette di filtrare i possibili contaminantiattribuibili a esseri umani odierni e isolare così iframmenti antichi.I ricercatori hanno quindi raccolto 85campioni in sette siti archeologici in Belgio,Croazia, Francia, Russia e Spagna, che copronoun intervallo di tempo compreso fra 14.000 e550.000 anni fa.Otto di questi campioni - provenienti daiquattro siti di Trou Al'Wesse in Belgio, ElSidrón in Spagna, Chagyrskaya in Russiae Denisova, sempre in Russia - contenevanoDNA mitocondriale di uno o più Neanderthal,specie umana scomparsa circa 40.000 anni fa,mentre uno conteneva DNA dell'uomo diDenisova, vissuto tra 70.000 e 40.000 anni fa,per quel poco che ne sanno i ricercatori."Ricavando il DNA dai sedimenti, possiamoindividuare la presenza di gruppi di antichiumani nei siti e nelle aree in cui non è possibilestabilirla con altri metodi", ha detto Pääbo,coautore dello studio. "Questo dimostra che l'analisi dei DNA dei sedimenti è una proceduraarcheologica molto utile, che in futuro potrà diventare di routine".22 febbraio 2018Una "valanga" di DNA antico chiarisce il popolamento dell'Europa