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Oumuamua...


Fonte: Le Scienze01 ottobre 2018Come cercare civiltà morte nel cosmo
Antiche civiltà ormai estinte potrebbero esserestate comuni nella nostra galassia, e le lororeliquie tecnologiche potrebbero trovarsi ovunque.I primi sospetti riguardano 'Oumuamua,il misterioso (e discusso) asteroide interstellarescoperto nel sistema solare l'anno scorsoAbraham Loeb/Scientific AmericanIl tasso di crescita delle nuove tecnologie è spessoproporzionale alle conoscenze passate, il che portaa un avanzamento esponenziale nel tempo.Questo processo esplosivo implica che, dopo averraggiunto la maturità tecnologica, una civiltà svilupperàmolto presto i mezzi per la propria distruzione pereffetto del cambiamento climatico, per esempio, oarmi nucleari, biologiche o chimiche.Sviluppi di questo tipo, avvenuti in centinaia di anni,apparirebbero come improvvisi nella prospettivacosmica di miliardi di anni. Se questa autodistruzionefosse un fenomeno comune, potrebbe spiegareil paradosso di Fermi (che chiede "dove sono tutti?")e implicare che nello spazio i resti di civiltà sepolteabbondano.Esplorando mondi abitabili attorno ad altre stelle,potremmo quindi trovare pianeti con superfici riarse,megastrutture abbandonate o atmosfere ricche digas velenosi e nessun segno di vita. Ancora piùintrigante è la possibilità di trovare nel nostro sistemasolare relitti tecnologici che fluttuano senza unfunzionamento rilevabile, per esempio pezzi diequipaggiamenti che hanno perso energia inmilioni di anni di viaggio e si sono trasformatiin spazzatura spaziale.
Science Photo Library RF / AGF La quantità di detriti nello spazio interstellaredipenderebbe dall'abbondanza di civiltàtecnologiche e dalla portata delle loro ambizionidi esplorazione spaziale.Grazie ai dati del satellite Kepler, sappiamo checirca un quarto di tutte le stelle ospita un pianetaabitabile di dimensioni terrestri. Anche se unapiccola parte di tutte le "Terre" abitabili portassea civiltà tecnologiche come la nostra durante lavita delle loro stelle, nella Via Lattea potrebbeesserci abbondanza di reperti da esplorare.Questa opportunità offre una potenziale baseper una nuova frontiera dell'archeologia spaziale,e cioè lo studio nello spazio delle reliquie di civiltàpassate. Invece di usare le pale per scavare nelterreno, questa nuova frontiera sarà esploratausando telescopi per monitorare il cielo e "scavare"nello spazio.Ingenuamente, si potrebbe considerare questoorizzonte di ricerca completamente futuristico.Ma il dato interessante è che la prima reliquiaartificiale potrebbe essere statascoperta l'anno scorso, quando la survey Pan STARRSskyha identificato il primo oggetto interstellare nelsistema solare, 'Oumuamua. Circa un decenniofa, l'abbondanza di asteroidi interstellari con lunghezzadell'ordine dei chilometri come 'Oumuamua è statastimata estremamente piccola, rendendo questascoperta una sorpresa completa.
Illustrazione di 'OumuamuaInoltre, 'Oumuamua è più allungato di qualsiasiasteroide conosciuto nel sistema solare. Ma lacosa più intrigante è che devia dall'orbita checi si sarebbe aspettati basandosi sul campogravitazionale del Sole.Anche se queste deviazioni possono esserespiegate con l'effetto razzo associato al degassamentodovuto al riscaldamento di acqua ghiacciata daparte del Sole, dietro 'Oumuamua non c'era tracciadi una coda cometaria, e i calcoli implicano,contrariamente alle osservazioni, che il suo periododi rotazione su se stesso dovrebbe essere cambiatosignificativamente se fosse presente un qualsiasimomento torcente cometario. 'Oumuamua potrebbeavere un motore artificiale? Anche se sembra unpezzo di roccia naturale, come indica la mancanzadi trasmissioni radio, questo oggetto è molto insolitoda molti punti di vista.La scoperta di 'Oumumua dovrebbe spingerci acontinuare a cercare detriti interstellari nel sistemasolare. Gli oggetti interstellari potrebbero anche nonessere visitatori occasionali: una piccola partepotrebbe essere stata intrappolata dalla "rete"gravitazionale gettata dal Sole e da Giove.Gli oggetti che passano abbastanza vicino a Giovepotrebbero perdere energia orbitale per effettodella loro interazione gravitazionale e rimanere legatial sistema solare. In effetti, un asteroide che occupaun'orbita indicativa di questa origine, BZ509, è stato recentemente identificato in un'orbitaretrograda attorno a Giove.Usare i razzi a propulsione chimica di oggi esistentiper inseguire 'Oumumua è impossibile a causa dellasua alta velocità, ma si possono ipotizzare missioniper atterrare su oggetti interstellari legati al sistemasolare. Sebbene siano una piccola minoranza di tuttigli asteroidi o comete del sistema solare, la loroorigine interstellare può essere identificata in basealle loro orbite insolite attorno a Giove o, nel casodelle comete, attraverso la loro caratteristica (extrasolare)abbondanza isotopica dell'ossigeno, rilevabile dalleosservazioni spettroscopiche della coda.Trovare prove per la spazzatura spaziale di origineartificiale fornirebbe una risposta affermativa allavecchia domanda "Siamo soli?" Questo avrebbe unimpatto notevole sulla nostra cultura e aprirebbe unanuova prospettiva cosmica al significato dell'attivitàumana. Speriamo che trovando una civiltà sepolta acausa di guerre o cambiamenti climatici ci convinceremoa collaborare per evitare un destino simile. Ma sarebbeancora più significativo se le immagini radar o le fotografieravvicinate di una reliquia interstellare all'interno delsistema solare mostrassero segni di una tecnologiaavanzata che la nostra civiltà non ha ancora raggiunto.Non c'è lezione migliore da imparare di quella delleciviltà che hanno sviluppato tecnologie avanzatefino all'autodistruzione.(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Scientific American" il 27 settembre 2018. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)