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"La Gerusalemme Liberata" di


Le fonti dell'operaLa Gerusalemme è sicuramente un'operacomposita, un capolavoro che ha attinto apiù fonti, capace di fonderle insieme dandoorigine ad un testo coerente. Nelle lettereTasso ha sempre sostenuto di voler conciliarel'esempio degli antichi con quello dei moderni,e il risultato conferma la buona riuscita dellesue intenzioni.La critica ha sviscerato la Gerusalemme perestrapolarne le fonti e il loro peso, ma gli studiosisono stati sostanzialmente concordi nell'individuazionedelle opere che hanno ispirato Torquato, purdissentendo quando si è trattato di definirneuna più importante dell'altra.Alcuni si sono specializzati nella ricerca dei testiche più hanno influenzato il capolavoro:All'inizio del XX secolo Vincenzo Vivaldi ha decisodi intraprendere un'operazione piuttosto meccanicama immensa per impegno e dedizione richieste.Vivaldi concludeva che «i principali fattori della Liberata sono tre: cronache delle crociate,Eneide ed Iliade,e poemi cavallereschi ed eroici italiani anteriori al poeta» Faceva tuttavia dei distinguo, ed asserivache se le Cronache delle crociate costituivanola base dell'opera, erano tuttavia rielaborateal punto da far rimanere, nellaLiberata, un sestodella verità storica, perché il resto è dominatonon solo dall'influsso di Eneide e Iliade o dall'Ariosto,dalTrissino, da Giraldi Cintio, ma anche da altriautori antichi quali Lucano o StazioSilio Italico o Apollonio Rodio, e naturalmente anche da DantePetrarcaBoccaccioPoliziano.Insomma, quasi sempre rielabora episodi giàesistenti, perché la facoltà della fantasia ebbe«scarsissima», e la fedeltà maggiore sarebbeserbata agli antichi e all'Ariosto. La poca fantasiaviene però compensata dalla capacità di fondereinsieme gli elementi per creare un'opera viva eaffatto nuova.Se discutibile è l'epiteto di «scarsissima» cheVivaldi rivolge alla fantasia del Tasso, il suo lavorosulle fonti è eccellente, e gli altri studiosi pocohanno aggiunto, se non in termini di "gerarchiadelle fonti". Per il Multineddu in effetti è l'Eneide a occupare il primo posto tra i testi classici, Dantee Petrarca sono i poeti medievali con l'influenzamaggiore e tra i «cavallereschi» la palma va al Boiardo e all'Ariosto. Tra i cronachisti, infine,quello cui più l'autore ha attinto sarebbeGuglielmo di Tiro.Il de Maldé tira invece in ballo l'importanza deiriferimenti biblici e sacri. Le fonti principali sono«la Bibbia, le Cronache delle Crociate e i SantiPadri, con tutte quelle illustrazioni in prosa ein verso che la letteratura contemporanea eposteriore venne portando ad esaltazionedelle Crociate e Cronache stesse». Insomma,pur essendo vivi i riferimenti ariosteschi, «lospirito sacro cristiano dominò e informò tutta l'alta materia e tutta l'arte», e «un'allegoriaspirituale e morale sovraintese alla composizionedella Gerusalemme».Il richiamo all'Iliade pare evidente: basti pensareal tema della guerra e al fatto che, come per gli Achei sia necessario il rientro in battaglia di Achille,così il campo crociato potrà prevalere solo grazieal ritorno di Rinaldo. Si aggiunga anche l'interventodivino comune ai due poemi; tuttavia, mentregli interventi di Dio, degli arcangeli e degli angeli(e dei demoni ad essi contrapposti) si inseriscononella Gerusalemme nella linea della Provvidenzacristiana, quelli degli dèi che volta a volta aiutanoi Greci o i Troiani sfuggono a questa dinamica ditrascendenza.