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Hanishi Kureishi


A febbraio 2019, in libreria."Shadwell costruisce una pittura orientalisticasu Karim, descrivendolo secondo i parametricon i quali gli occidentali hanno sempre definitol'Altro, visione della quale parla ampiamente Edward Said nel suo volume Orientalismo.Un riflesso deformato e ambiguo fa raccontarel'Altro e lo imprigiona in stereotipi chesopravviveranno all'epoca coloniale. Il Buddadelle periferie é ambientato negli anni Settanta e risale proprio a quegli anni ( 1971 ) un dibattitogirato per la BBC con protagonista Stuart Halldal titolo"Black Men, White Media" ( "Uomini neri,media bianchi" ), nel quale Hall faceva notare comei media rappresentassero i black  seguendoproprio le categorie di cui parla Said e soprattuttosecondo la rappresentazione che si aspettava ilmiddle man, ovvero l'uomo medio, bianco eborghese. E' esattamente la stessarappresentazione che il regista Shadwellvuole dare dell'indiano, facendo sembrare Karimancora più scuro di quello che è e ordinandoglidi parlare con un accento dalle forti tinte indiane. Sarà l'amica Jamila, ragazza fortementepoliticizzata, a fare notare a Karim la rappresentazionedell'indiano che egli ha contribuito ad avallare:[...] La commedia è completamente neo-fascista. Ed era rivoltante, l'accento e la merda che ti eri spalmato addosso. Stavi solo arrendendoti aipregiudizi. [...] E i cliché sugli indiani. E l'accento-mio Dio, come hai potuto farlo? Te ne vergognerai,spero.Alle prime timide resistenze del ragazzo il registagli rivela perché lo ha scelto: "Karim, tu seistato scritturato per l'autenticità e non perl'esperienza"  . Come afferma Silvia Albertazzi:"Questo concetto di autenticità é moltoimportante nel mondo di Kureishi.E' impiegato con un duplice significato, sia perindicare valori indigeni positivi ed originali, siaper indicare un'immagine negativa estereotipata dell'alterità . Ma autentico é un aggettivo che non si addice a Karim, fruttodell'unione tra due culture e che viene adoccupare uno spazio ibrido, non spaziopropriamente definito quanto piuttosto "territorioconcettuale, nel quale avviene uno scambio culturale".Questo concetto di ibridismo é stato impiegatoanche da Homi Bhabha che parla di third space, ( terzo spazio ), uno spazio in-between, che siviene a collocare nel mezzo, tra colonizzato ecolonizzatore "all'interno del quale stanno ilsignificato, la traduzione e la negoziazione" .Il regista Shadwell racconta in questo modol'ibridismo di Karim:Che razza di individui sono nati da duecentoanni di imperialismo. Se ti potessero vederei pionieri della Compagnia delle Indie. Comesarebbero disorientati. Scommetto che la genteti guarda e dice: "Un ragazzo indiano.Com'è interessante. Com'è esotico. Chissà quantestorie di zie e di elefanti avrà da raccontarci." E invece tu sei di Orpington. [...] Oh Dio, chestrano mondo.Il migrante è l'uomo qualunque del ventesimo secolo. Gli inglesi come Shadwell vorrebbero un mondodiviso in due blocchi monolitici, l'oriente el'occidente e fanno fatica ad accettare l'esistenzadi figure che si pongono tra più territori e tra piùculture, rifiutano, in breve, quella che Paul Gilroyha definito la "controcultura della modernità .In un saggio molto interessante intitolato"Bradford", Kureishi ritrae la città inglese comeun simbolo di quella che egli chiama "un'Inghilterraallargata" , formata da tassisti pakistani che parlanocon l'accento dello Yorkshire, da scuole musulmanefemminili o maschili e dove si intrecciano miriadi dilingue "impure", fra cui l'inglese dello Yorkshire,quello anglo-asiatico, l'urdu e il punjabi.Ma molti inglesi rifiutano e ignorano queste"città allargate", negazione del concetto monolitico di etnia ( Rushdie a proposito della Londramulticulturale aveva parlato di "una città visibilema non vista"  ) e rimangono ancorati al concettodi un' Inghilterra "pura", come quella descritta daGeorgeOrwell e T.S. Eliot. A fare le spese delladiffidenza di certi inglesi nei confronti delle nuoveetnie é Chad, personaggio del romanzo di Kureishi The Black Album : ragazzo di origine pakistanaadottato da una coppia di inglesi, egli si senteun perenne outsider proprio a causa della sua"doppia coscienza". La sua storia viene raccontatain questo modo da una sua insegnante:Una volta si chiamava Trevor Buss [...]E' stato adottato da una coppia bianca.La madre era una razzista , ce l'aveva coi pakistanie ripeteva sempre che erano loro a doversiadattare [...]. Ha conosciuto le classiche case dicampagna inglesi e i loro ancora più tipici abitanti [...]. In ogni caso il senso di esclusione l'ha fattoquasi impazzire [...]. A quattordici anni si è accortodi non avere radici, di non avere nessun rapportocoi pakistani, di non conoscere neanche la lingua.Così è andato a lezione di urdu. Ma quando aSouthall chiedeva il sale, tutti scoppiavano aridere per il suo accento. In Inghilterra i bianchilo guardavano come se stesse perrubargli lamacchina [...]. Ma in Pakistan lo guardavano condiffidenza ancora maggiore [...]. Una volta mi hadetto: "Sono senza casa." E io: non hai un postodove dormire?" "No", rispose, "non ho una patria"[...]. Così non so neanche cosa voglia dire essere un cittadino.Chad non é accettato nemmeno dai pakistani,poiché il suo urdu rivela un forte accento inglese,il suo é un linguaggio ibrido che viene guardatocon sospetto anche da coloro i quali hanno lesue stesse radici, ma che si rinchiudono in comunitàomogenee non accettando elementi ibridi come Chad.Il romanzo The Black Album é ambientato alla finedegli anni Ottanta, in seguito all'uscita dei Versisatanici di Rushdie e durante la condanna del libroda parte dei giovani fondamentalisti islamici chevivevano in Inghilterra . Nel libro Kureishi raccontacome possa essere possibile che un ragazzo natoin Inghilterra si converta all'Islam e accetti tutte lerestrizioni che questa religione impone. Chad él'esempio paradigmatico di quello che può "scattare"nella testa di questi giovani: non sentendosi accettato né dagli inglesi né dai pakistani diventaun fondamentalista islamico, assumendo un'identitànon nazionale, bensì transnazionale. In questa vesteegli si sente accettato, poiché nessuno gli chiederàmai la sua nazionalità. Chad é semplicemente un "fratello", un "fratello islamico", ma la cosa piùimportante é che egli non sarà più considerato un"paki". "Non sono più un paki, io sono un musulmano" , afferma Chad con orgoglio, non più "paki",appellativo di sapore razzista, ma orgogliosamente"musulmano". Ma il suo é un atteggiamentoassolutista e separatista, allo stesso modo in cuierano assolutisti e separatisti gli afro-americanicome Elijah Muhammad, l'uomo che si autoproclamava"il messaggero dell'Islam" e che alla metà deglianni Sessanta andava predicando che il poteredei "diavoli bianchi" avrebbe avuto fine nell'arcodi quindici anni, nel nome di Allah e della Nazioneislamica. Al concetto di "transazione islamica" deifondamentalisti come Chad bisogna opporre unaconvivenza definita post-nazionale dall'antropologoindiano Arjun Appadurai , "fondata sulla solidarietà,sulla reciprocità, sul riconoscimento e la valorizzazionedella differenza" . In questo modo anche la Bradfordibrida descritta da Kureishi non verrebbe più ignoratae il suo interculturalismo sarebbe valorizzato datutti i suoi abitanti.Concludo questo saggioriportando un'affermazione che Hanif Kureishiama molto fare e che testimonia l'appartenenza,sua e di molti personaggi dei suoi romanzi, ad unaLondra ibridizzata: "Sono cresciuto a Londra. E' lamia città. Non sono inglese, ma londinese." Anche Kureishi, come Karim, è "un inglese dalla testa ai piedi, o quasi."