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Hanif Kureishi


Dal portale GRISELDAONLINEHome / Temi /  / ArticoloSusanna Ghazvinizadeh"Un vero inglese dalla testa ai piedi, o quasi": L' "Altro ibrido" nell'Inghilterra di Hanif KureishiMichiamo Karim Amir e sono un vero inglese dallatesta ai piedi, o quasi. La gente tende a considerarmi uno strano tipo di inglese, magaridi una nuova razza, dal momento che sono ilprodotto di due culture. Io però me ne frego,sono inglese ( non che me ne vanti ), vengodalla periferia meridionale di Londra e voglioarrivare da qualche parte. Forse é stata labizzarra mescolanza di sangue e continenti, di qui e là, di senso di appartenenza e non,a rendermi irrequieto e facilmente annoiato[.....]. E' sufficiente dire che ero in cerca di guai, della prima occasione di movimento, di azione e di curiosità sessuale e questo perché l'atmosfera in casa mia era così opprimente, tetra e noiosa; lo sa il cielo perché. Ad essere sincero tuttoquesto mi buttava giù, ecco perché ero prontoa tutto. Attraverso l'ormai famoso incipit delromanzo Il Budda delle periferie, lo scittoreanglo-pakistano Hanif Kureishi dipinge il ritrattodi una nuova figura di inglese, frutto dell'ondatadi immigrazione iniziata dopo il 1947, anno in cuil'India ottenne l'indipendenza dal dominiobritannico. Gli ex sudditi del subcontinente indianonon avevano resistito al canto delle sirene della propaganda inglese che li invitava a trasferirsinell'isola. Esiste un romanzo, All About H. Hatter,scritto nel 1948 dall' autore anglo-indiano G.V.Desani, il quale fotografa perfettamente l'immigratodella prima ora e il suo senso di solitudine. Desaniall'interno del libro "gioca" con un'icona dellatradizione letteraria inglese, il famoso innoall'Inghilterra tratto dalRiccardo II di Shakespeare, facendone la parodia per mettere in scena unnuovo avvenimento: l'arrivo dell'immigrato. Il nuovoarrivato è salito sul palcoscenico che diventerà unospazio dove si potrà mettere in scena un nuovo"spettacolo teatrale", uno spettacolo che parla diimmigrazione e di una nuova "conquista":la "conquista" dell'Inghilterra.La poetessa caraibica Louise Bennett ha parlatoa questo proposito di una "colonizzazione allarovescia", ma in realtà gli ex colonizzati si ritrovanoin quello che E.P. Thompson ha definito "l'ultimacolonia dell'Impero britannico". Scrive Salman Rushdienel saggio intitolato Il nuovo impero in Gran Bretagna:Talvolta sembra che le autorità britanniche,non più in grado di esportare il loro modo digovernare, abbiano scelto al contrario di importareun nuovo impero, una nuova comunità di popolisottomessi che essi considerano e trattano nellostesso modo in cui i loro predecessori consideravanoe trattavano "le genti agitate e selvagge", quei"popoli scontrosi appena conquistati, per metàdemoni, per metà bambini", che costituivano, secondo Kipling,il fardello dell'uomo biancoScrittori anglo-indiani come Desani, ma anche caraibici come Sam Selvon o indo-caraibici come V.S.Naipaul, nei loro romanzi hanno messo in lucele difficoltà di cui parla Rushdie nel saggio sopracitato, per loro si trattava infatti di avventurarsi in un territorio a conti fatti alieno.Karim, il protagonista de Il Budda delle periferie,invece fa parte della seconda generazione di immigranti, generazione appartenente alle"nuove etnie" di cui parla Stuart Hall. Questenuove etnie danno vita ad una nuova Inghilterra, abitata da personaggi che fanno dell'ibridismo lapropria bandiera. Sostiene Kureishi a questo proposito nel saggio autobiografico "Il segno dell'arcobaleno":Sono gli inglesi, gli inglesi bianchi, a dover imparare che essere inglesi non è più la stessacosa di prima. Ora è più complicato, e coinvolgeelementi nuovi. Per cui dev' esserci un modo nuovodi vedere la Gran Bretagna e le scelte che si trovaa fronteggiare. E, dopo tutto questo tempo, devenascere un nuovo modo di essere inglese.Per comprenderne la necessità ci vorranno molteriflessioni, discussioni e autoanalisi, come per capireche cosa implichi questo "nuovo modo di essereinglesi " e quali difficoltà si possano incontrare per arrivarci. Karim è perfettamente cosciente di essereun "elemento nuovo" all'interno della realtàbritannica e inizia il suo percorso esistenzialeall'insegna di un senso di smarrimento.E' alla ricerca di un'identità che lo definisca e la suairrequietezza è un sintomo di questa ricerca.Diciassettenne figlio di un pakistano e di una inglese,Karim lascia la provincia inglese e si trasferiscenel "centro delle cose", nella Londra degli anniSettanta . Si avventura così nel cuore pulsante della città e comincia il suo viaggio in questo"posto nella mente" ( "Londra sembrava unacasa con cinquemila stanze, tutte diverse.Il trucco era di scoprire come si collegavano, ealla fine attraversarle tutte." ).Nel saggio DissemiNazione lo studioso indianoHomi Bhabha afferma che attualmente la nazionee la metropoli vengono raccontate da quanti neoccupano le zone marginali: donne, immigrati,soggetti coloniali. Gli scrittori come Kureishi,soggetti ibridi e figli di una "nuova Inghilterra", concorrono, attraverso la propria scrittura, acreare quelle che Bhabha chiama "contronarrazioni" ,in grado di scardinare il discorso ideologicosotteso alle narrazioni canoniche.In questo modo l'Inghilterra e nel caso specificoLondra, vengono narrate da un soggetto "altro"che "disturba quelle manovre ideologiche attraverso cui alle 'comunità immaginate' sono attribuite identità di tipo essenzialista" . Londra, raccontata dall'"Altro", viene raffigurata come una città ambivalente, dai confini mobili, fluttuanti. E "fluttuante" è anche Karim, desideroso di attraversare tutte le cinquemila stanze diquesta metropoli . Karim passa da una casaall'altra, dallanuova casa del padre a Kensingtonalla casa dove vivono i suoi amici indiani Jamilae Changez, ridefinendo così i confini di una cittàsempre più ibridizzata. Mentre è alla ricerca diuna propria identità Karim si imbatte nel mondodel teatro. E' sintomatico che una persona comelui che appartiene a due culture arrivi alla decisionedi intraprendere la carriera di chi per mestiere impersona continuamente diversi ruoli.Il vuoto di identità diventa un pieno di finzioni ela decisione di interpretare ruoli "altri da sé" èuno dei traguardi al quale il ragazzo approdacercando una propria definizione.Ma ci sono subito le prime difficoltà: entra in giocoquello che Fanon ha chiamato "il problema nero" e gli inglesi (in questo caso l'inglese è il registafinto progressista Shadwell), dall'alto del lorocolonialismo mentale hanno già posto dei limitiai ruoli che Karim dovrà interpretare, relegandolocosì ad un'identità stereotipata ed imposta.Shadwell incasella Karim nel ruolo dell'eterno indiano e il primo ruolo che gli offre è quelloscontatissimo diMogli.Nel romanzo Versi satanici di Salman Rushdie,si legge a proposito degli inglesi: "Loro ci descrivono[....]Loro hanno il potere della descrizione e noisoccombiamo di fronte alle pitture che loro costruiscono.