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Narciso e Boccadoro


Narciso e BoccadoroDa Wikipedia, l'enciclopedia libera.«Non è il nostro compito quello d'avvicinarci, così come non s'avvicinano fra loro il sole e la luna, o il mare e la terra. Noi due, caro amico, siamo il sole e la luna, siamo il mare e la terra. La nostra meta non è di trasformarci l'uno nell'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparare a vedere e a rispettare nell'altro ciò ch'egli è: il nostro opposto e il nostro complemento.»(Narciso)«Ma come vuoi morire un giorno, Narciso, se non hai una madre?»(Boccadoro)autoritratto diGiorgione)AutoreHermann Hesse1ª ed. originale1930GenereRomanzoSottogeneredi formazioneLingua originaletedescoAmbientazioneMaulbronnLänderNarciso e Boccadoro (Narziß und Goldmund, 1930)è un romanzo del noto scrittore tedesco Hermann Hesse.PresentazioneNarciso è un giovane monaco diligente econtemplativo, amante della lingua grecae delle scienze. È spirituale e si dedicacompletamente alla religione. Nonostantela sua giovane età, ha già l'incarico di assistentedi greco nella scuola del monastero, dove ungiorno arriva un nuovo allievo, Boccadoro.Boccadoro è un artista, con il grande senso diamare e di sentire le emozioni, che riesce conun solo sguardo a conquistare il cuore di tuttele donne. Ha lo spirito del vagabondo, ereditatodalla madre, che cerca di ritrovare, e durante ilsuo viaggio affronta varie avventure.TramaL'ascetico Narciso era destinato ad una brillantecarriera religiosa. In principio egli compare comeun giovane maestro nel convento di Mariabronn(Maulbronn), temuto e assai stimato persino daisuoi superiori per via delle sue conoscenze.Aveva inoltre la capacità di leggere con straordinariaprecisione l'animo delle persone. La più clamorosaapplicazione di tale dote investì con violenza Boccadoro,un giovane e talentuoso scolaro inviato al monasterodall'arido padre al fine di espiare la congenita animapeccaminosa ereditata dalla madre. La madre eraper Boccadoro una figura poco chiara, delineataper lo più dai racconti del padre. Narciso, accortosidi tale lacuna nel cuore dell'amico, rievoca i suoiricordi e gli rivela una sua profonda convinzionesecondo la quale egli non sarebbe mai potutodiventare un erudito o un uomo religioso perchéciò non corrispondeva alla sua natura. Il giovaneBoccadoro, fortemente scosso dalle parole dell'amico,incontra una donna di nome Lisa, si congeda e lasciail monastero. L'intrapresa vita di vagabondo insegnaal giovane ad amare, a soffrire, a gioire, a cercare: in poche parole gli insegna a vivere.Dopo alcuni anni di disperata ricerca Boccadoroscopre la sua natura di artista, così brillantementeintuita dall'amico Narciso. Egli diventa allievo delcelebre maestro Nicola per poter raffigurare leimmagini createsi dentro di lui dall'esperienza sensibiledel mondo. Appresa l'arte e ottenuto prematuramenteil diploma di maestro (grazie alla realizzazione del suoapostolo Giovanni, a immagine dell'amico Narciso),rifiuta l'eredità della bottega del maestro Nicola e lamano della bella figlia Elisabetta.Boccadoro riprende così la sua vita errabonda.Nel corso del suo pellegrinaggio Boccadoro conosce gliorrori del mondo, ma conosce anche l'amore; amamolte donne, ma solo alcune di esse resteranno persempre nel suo cuore: la zingara Lisa, Lidia, la figliadel cavaliere che lo ospitò in cambio del suo latino,Giulia, sua sorella, Lena, la fanciulla morta di pesteche lo amò più sinceramente di qualsiasi altra donna,Agnese, la bella e glaciale amante del conte. Ma unasola figura lo accompagnò per tutta la sua esistenzadal momento dell'addio al monastero: l'Eva-Madre,immagine vaga, sfuocata, eternamente in mutazione,che alla fine risultò essere l'immagine di sua madre.Per tutta la vita Boccadoro ricercò tale immagine.La trovò solo in vecchiaia durante il suo ultimopellegrinaggio, in cui spezzatosi il cuore per il mancatoamore di Agnese, si ruppe alcune costole cadendoda cavallo.Per tutta la vita il sogno di Boccadoro fu quello di coglierecon chiarezza l'immagine della Madre eterna e di rappresentarla;ma una volta colta, il piacere derivante dalla pace interioreche ne conseguì fece scemare in Boccadoro il desiderio dirappresentarla. Ora può morire sereno, poiché ha ritrovatosua madre, e ha scoperto l'amore, perché senza madrenon si può amare.PersonaggiNarciso è il motore di tutta la vicenda. Egli si presentacome un ragazzo dotato di straordinario talento, chepersino i suoi superiori temono. È un colosso, è il verodetentore del potere nel monastero. Egli controlla egoverna tutto e tutti con le sue stupefacenti capacità.Futili si rivelano alcuni provvedimenti che l'abate Danieleprende nei confronti del giovane per rammentargli la suaposizione nel monastero e il rispetto per la gerarchia.Al termine della vicenda egli è abate del monastero.Ma proprio quando le sue potenzialità sono finalmenteesplose trovando realizzazione nella figura dell'abate(l'abate Giovanni, stupefacentemente profetizzatodalla statua dell'apostolo Giovanni di Boccadoro),egli lascia trapelare tutta la sua umanità e con essale sue incertezze e le sue debolezze. Egli è vittimadella filosofia, di cui si sentiva l'assoluto padrone,e della verità. Grazie a Boccadoro si rende contoche la ricerca della verità tramite il totale controllodello spirito non è l'unica via, e non è necessariamentepiù efficace della via dei sensi.Boccadoro è il mezzo di cui si serve l'autore peresprimere il dissidio fra spiritualità e mondanità, fraeros e logos. L'unico tratto del suo carattere cheemerge con energica chiarezza è la sua incertezzapsicologica che lo porta a condurre continuamenteuna vita da vagabondo.Tutti gli altri personaggi sono un semplicecondimento alla storia, senza il quale nulla avrebbesenso e tutto resterebbe insapore. È elemento indispensabile ma che non contiene in sé la sostanzadella storia.Filosofia e moraleLa morale è ben descritta negli ultimi due capitoli,in cui Hermann Hesse può esporre (con la bocca diNarciso) la suafilosofia dopo aver terminato diraccontare i fatti.Il contrasto fra natura e spirito, fulcro del romanzo,consiste nella via per la ricerca della verità.Tanto Narciso, che rappresenta lo spirito, quantoBoccadoro, che rappresenta la natura, si sentonoinsoddisfatti della loro ricerca perché adoperanocome mezzo solo lo spirito o solo i sensi, e ciòsi rivela insufficiente. Infatti Boccadoro perdela sua spiritualità e la fede in Dio, mentre Narciso,abate, perde la capacità di conoscere con i sensi;ma dopotutto entrambi trovano la pace perchéimparano a vivere secondo la loro natura, e inessa trovano la piena realizzazione. Narcisocon lo spirito e Boccadoro con i sensi spieganoil mondo nella sua essenza: questo è ciò cheHermann Hesse intende per "verità".È altresì facile riscontrare in quest'opera l'influenzasu Hesse del Nietzsche della "Nascita della tragedia"- con il suo contrasto di "Apollineo" (razionalità)e "Dionisiaco" (istintualita'). Inoltre, l'autore mostrauna grande dimestichezza con la teoria degli"archetipi"(inconscio collettivo) di C. G. Jung -con il quale fu in contatto epistolare, e di unallievo del quale fu paziente - in particolarequelli relativi ad "Anima"(inconscio maschile)e "Animus"(inconscio femminile).