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Fonte: Le Scienze11 febbraio 2019La recessione economica e i suoi effetti sulla mortalitàNelle nazioni europee in cui la recessioneeconomica iniziata nel 2007-2008 è statapiù dura, il calo della mortalità è accelerato:l'effetto probabilmente è dovuto al minorinquinamento e al più basso numero diincidenti stradali e sul lavoro.In controndendenza l'Italia, in cui la crisi siè accompagnata a una variazione lieve nelladiminuzione di mortalità su base annua: dal2 per cento nel periodo 2000-2007 all'1,7 percento nel periodo 2007-2010.economiasocietàepidemiologiaI periodi di recessione economica, comequello innescato nel 2008 dalla crisi deimutui subprime degli Stati Uniti, hannoun profondo impatto sulla società nel suocomplesso e sulla salute dei cittadini.E fra i principali indicatori di salute c'è lamortalità, cioè il numero di decessi annuoin rapporto al numero di abitanti.Di primo acchito si potrebbe pensare chela mortalità aumenti nei periodi di crisi.Invece, sorprendentemente, può esserevero il contrario, come è emerso da uno studio pubblicato su "Nature Communications" da un gruppo di ricercatori del Barcelona Institutefor Global Health (ISGlobal) che hannoanalizzato i dati di 140 regioni in 15 paesieuropei nel periodo 2000-2010, confrontandolicon quelli relativi alle variazioni del prodottointerno lordo.Gli studiosi spagnoli hanno scoperto che moltenazioni hanno visto diminuire il numero di decessiannui, e che questo trend non si è fermato, maè invece andato accelerando, in molti casi apartire proprio dal 2007-2008. Ancora più significativo è che questa tendenzaalla riduzione della mortalità sia stata più evidentenelle regioni in cui la recessione si è fatta sentirein modo particolarmente drammatico.Per esempio, in Spagna, dove la crisi è statamolto dura, la mortalità è diminuita dell'1,8 percento all'anno tra il 2000 e il 2007, e del 3 percento all'anno tra il 2007 e il 2010. In Germania,dove la recessione è stata più breve e menograve, i tassi annualizzati di diminuzione dellamortalità sono stati del 2,4 per cento e dello0,7 per cento nei due periodi pre crisi e post crisi,rispettivamente.In controtendenza invece i dati dell'Italia, incui la crisi economica si èaccompagnata a unavariazione lieve nella diminuzione di mortalitàtra i due periodi considerati: da 2 per centoa 1,7 per cento, rispettivamente.Tuttavia, al di là dei trend pre-crisi e post-crisi,va tenuto presente che ci sono cicli economici dilungo periodo che possono essere determinantiper i parametri di salute.A questo riguardo lo studio ha mostrato chele differenze tra una nazione e l'altra sono stateenormi. Per esempio, il prodotto interno lordosull'intero periodo 2000-2010 è aumentatoin tutti i paesi, a volte in misura consistente,come nel caso di Polonia (+4,7 per cento/anno)e Repubblica Ceca (+3,3 per cento/anno), e altrevolte in misura lieve, come nel caso della Germania(+1,1 per cento/anno) e della Spagna(+0,8 per cento). Unica eccezione l'Italia, in cuiil prodotto interno lordo è diminuito in mediadello 0,2 per cento/anno nello stesso periodo.In definitiva, il quadro è a pelle di leopardo:in circa metà dei paesi (Danimarca, Spagna,Croazia, Lussemburgo, Polonia e Slovenia) lamaggiore diminuzione nella mortalità si è avutanei periodi di recessione, mentre negli altri paesi(Austria, Belgio, Repubblica Ceca, Germania,Francia, Italia, Paesi Bassi Portogallo e RegnoUnito) nei periodi di espansione economica.Ma quale può essere l'interpretazione chespiega la correlazione tra recessione economicae mortalità? "I periodi di recessione macroeconomicasono associati a livelli più bassi di inquinamento eminori incidenti sul lavoro e sulle strade: questisono i fattori che con maggiore probabilità hannoinfluenzato l'accelerazione del declino dellamortalità", ha spiegato Joan Ballester, ricercatoredell'ISGlobal e primo autore dello studio."Inoltre, il consumo di alcool e tabacco diminuisce,così come la prevalenza di stili di vita sedentari eobesità; anche se il meccanismo non è ancoracompreso pienamente, i risultati di alcuni studipuntano anche su altri fattori, come lo stresslavorativo e il fatto che le abitudini salutari richiedonotempo, che spesso invece manca alle personeimpegnate in un lavoro a tempo pieno".Lo studio ha anche preso in considerazione unapossibile influenza delle temperature sui trendosservati. L'analisi statistica ha rivelato che lacorrelazione tra variazioni nel prodotti internoordo e mortalità era più accentuata durante imesi più freddi dell'anno: ciò indica che le causedi morte possono dipendere in qualche misuradalla stagione."Certamente, la recessione non è un metododesiderabile per aumentare l'aspettativa di vita",ha concluso Ballester. "Dobbiamo far sì che i periodidi espansione economica siano anche caratterizzatida una migliore qualità dell'aria, meno incidenti estili di vita più salutari".