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Occhi di cane azzurro


 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.Occhi di cane azzurro è una raccolta di raccontidello scrittore colombianoGabriel García MárquezPremio Nobel per la letteratura 1982.Pubblicata per la prima volta in lingua originalea Rosario (Argentina), la raccolta comprendetutti i racconti giovanili scritti a BogotàCartagena de Indias e Barranquilla tra il1947 e il 1955.RaccontiLa terza rassegnazioneUn bambino morto all'età di 7 annicontinua a crescereper altri 18 nel feretro che la madre gliha fatto costruiresu misure da adulto, disteso su un tavolo in unastanza di casa.Immobile, il bambino è in grado di percepirequanto accade intorno a sé; giunto però all'etàdi 25 anni, arrestatasi la crescita cellulare,si rende conto che la sua finta vita è al termine,e comincia a sentire odore di putrefazione.Si tratta del primo racconto di Gabriel García Márquez,pubblicato all'età di 20 anni sul supplementoletterario di un quotidiano di Bogotá, mentre èstudente della facoltà di Legge all'università dellacapitale.Influenzato dalla lettura di La metamorfosidi Kafka, si cimenta immediatamente nella stesurasu una macchina da scrivere portatile di un raccontosulla falsariga di quello dello scrittore ceco, che perlui è la storia di un "cadavere cosciente".Per qualche giorno si astiene persino dal frequentarel'università per timore di perdere l'ispirazione,poi legge sull'autorevole supplemento letterario Fin de semana del quotidiano El Espectador unintervento del direttore Eduardo Zalamea Borda(pseudonimo "Ulisse") il quale lamenta che lanuova generazione di scrittori colombiani siapriva di nomi da ricordare.Senza far leggere il racconto a nessuno deicompagni di corso, lo corregge "fino allaspossatezza" e lo mette dentro una bustainsieme a due righe per Eduardo Zalamea, checonsegna nella portineria del giornale.Due settimane dopo vide il titolo del suoracconto su tutta la pagina di El Espectador in uno dei caffè che frequenta, e siccome nonpossiede neppure i 5 centesimi necessari aacquistarlo deve farsi regalare il giornale daun signore che scende dal taxi tenendolo inmano.L'altra costola della morteLa otra costilla de la muerte, prima pubblicazione: supplemento al n. 23 di El Espectador, Bogotá, 25 luglio 1948Il protagonista si sveglia spaventato per aversognato il fratello gemello appena morto di cancro.Rievoca l'agonia, identificandosi a causa dellavicinanza empatica tipica dei gemelli monozigoti,e immagina cosa provi il defunto nella sua tomba,faticando a distinguere se stesso dall'altro.Lo scrittore peruviano Mario Vargas Llosa, in unsaggio dedicato al García Márquez rileva come iprimi racconti dello scrittore colombiano possanoessere divisi in due periodi: una prima serie nellaquale si sente forte l'influenza di Kafka, checomprende i testi scritti a Bogotá, e una secondaispirata alla scrittura di Faulkner.Per quanto riguarda il primo periodo, dal '47 al '49,parla di uno schema narrativo "metafisico-masturbatorio":in effetti in tutti i primi testi di questa antologiaabbiamo un protagonista nevrotico e solitariodisteso in un letto, che si tortura con pensieri dimorte o quantomeno di disintegrazione ontologica.Eva sta dentro il suo gattoEva está dentro de su gato, prima pubblicazione: supplemento al n. 86 di El Espectador, Bogotá, 25 ottobre 1947Immobile nel suo letto, una bambina pensa forseal fratello/doppio morto e sepolto in giardino; lasua ipersensibilità la porta a rendersi conto diessere uscita con la coscienza dal proprio corpo,e l'improvvisa voglia di assaggiare un'arancia,forse una citazione biblica come lascia supporreil suo nome desunto dal titolo del racconto, laspinge a guardarsi in torno per vedere se il suospirito possa incarnarsi in un essere vivente.L'unico presente in casa è il gatto, ma le dà ripugnanza la possibilità che possa cacciare enutrirsi di un animale immondo come un topo.Eva si rende conto improvvisamente che sonopassati già tremila anni di vagabondaggio nellacasa abbandonata da quando ha provato il primodesiderio di arancia.Secondo racconto in assoluto pubblicato daGarcía Márquez, segue di poche settimane il primo,sempre su El Espectador, dove apparve il 25 ottobre1947. Galvanizzato dall'essere arrivato sulla rivista,il giovane studente universitario si domanda qualisiano i difetti del suo primo racconto, e li individuanella goffaggine della scrittura e nell'ignoranza delcuore umano. Si impone perciò per la sua secondaprova di chiamare alla memoria una situazionereale, e ricorda che una delle donne più belleche avesse conosciuto da bambino gli avevaconfidato di voler essere nel gatto che tenevain grembo.Pochi giorni dopo, "Ulisse" Eduardo Zalameapubblicò sulla rivista un intervento che terminavacon le parole: "Con García Márquez nasce unnuovo e importante scrittore."Amarezza per tre sonnambuli n. 90 di El Espectador, Bogotá, 13 novembre 1949Racconto di difficile comprensione a causa delpunto di vista della voce narrante. Tre fratelliosservano, forse, la madre perseguitata dalsonnambulismo, che hanno ospitato in casa.La donna decide da un momento all'altro dinon sorridere più per il resto della sua vitae di rimanere seduta nel patio, per porretermine alle inquietudini notturne.Questo racconto e il seguente vengono scrittia Cartagena; sebbene si noti un alleggerimentodel linguaggio retorico rispetto ai precedenti,sipossono a buon diritto considerare entrambi appartenenti alla fase "Kafka-Bogotá".Dialogo dello specchioDiálogo del espejo, prima pubblicazione: supplemento al n. 48 di El Espectador, Bogotá, 23 gennaio 1949È un altro acconto sul doppio; un uomo alrisveglio si guarda allo specchio mentre si rade,ricorda il fratello gemello morto e non riesce arichiamare alla memoria l'espressione "vaso diPandora".Tutti i primi racconti pubblicati risentonodell'atmosfera claustrofobica in cui l'autorevisse il periodo di studi passato nelle capitale,conclusosi con l'assassinio del candidato liberale Jorge Eliécer Gaitán il 9 aprile 1948 e la sollevazionedi piazza conosciuta come Bogotazo.Occhi di cane azzurroOjos de perro azul, prima pubblicazione: supplemento al n. 119 di El Espectador, Bogotá, 18 giugno 1950È il resoconto di un sogno. Nel vedere la bellezzadegli occhi grigi di una donna chiusa in una stanza,sola con lui, un uomo dice: "Occhi di cane azzurro",e ricorda che non è la prima volta che si incontrano in questa situazione. Infatti, ogni notte entrambisognano la medesima situazione, la stanza e leparole d'amore; poi di giorno lei gira per la cittàcon quelle parole sulle labbra, "Occhi di caneazzurro", nel disperato tentativo di ritrovarenella realtà l'uomo del sogno.Però ogni notte lei non ricorda quale sia il nomedella città, e ogni giorno lui non ricorda il sogno,così che la situazione si riproduce all'infinito, nottedopo notte.Questo racconto con la sua incursione nel fantastico rappresenta un momento di snodotra il periodo "kafkiano" e metafisico di Bogotáe il successivo, i racconti scritti sulla costacaraibica. Mario Vargas Llosa ravvisa l'influenzadel raccontoErostrato di Jean-Paul Sartre;entrambi infatti presentano la medesima situazione,una donna che si spoglia davanti a un uomo in unacamera d'albergo; inoltre un passaggio di GarcíaMárquez risulterebbe difficilmente spiegabilesenza il precedente di Sartre:La donna che arrivava alle seiLa mujer que llegaba a las seis, prima pubblicazione: Crónica n. 9, Barranquilla, 24 giugno 1950Ogni giorno una donna non più giovaneentra alle 6 in punto del pomeriggio nelbar di José, mangia un piatto che lui non lefa pagare, quindi se ne va ogni volta con unuomo diverso. Oggi però insiste di esserearrivata un quarto d'ora prima, e chiede a Josése sarebbe disposto a dire questa bugia di 15minuti per lei. Il barista dice per scherzo cheucciderebbe gli uomini che si allontanano con lei,allora la donna gli confessa che si vedono perl'ultima volta perché andrà lontano per sempre.In una lettera che accompagna la ripubblicazionedi La donna che arrivava alle sei su El Espectador,due anni dopo la prima comparsa, l'autorespiega che l'idea originale era di scrivere unracconto poliziesco, ma il carattere deipersonaggi ha preso il sopravvento.Il secondo gruppo di racconti presente nell'antologia,scritto tra Barranquilla e Cartagena dopo l'allontanamentodalla capitale a causa dei sanguinosi disordini,rappresenta una schiarita nella prima fase dellaproduzione di García Márquez.L'influenza letterariapredominante è William Faulkner, i testi godonodi una maggiore leggibilità.Nabo, il negro che fece aspettare gli angeliNabo, el negro que hizo esperar a los ángeles, prima pubblicazione: supplemento al n. 157 di El Espectador, Bogotá, 18 marzo 1951Un giovane manovale nero che ha l'incarico di badareai cavalli del padrone, e di manovrare il grammofonoper la bambina autistica di casa, riceve un violentocalcio in fronte da un cavallo. Perde il senno e il sensodella realtà, viene rinchiuso dai padroni e non si rendeconto del passare degli anni. Il sassofonista nero chelui andava sempre a sentire in piazza al termine dellavoro torna nel suo delirio come un angelo venutoper portarlo con sé, ma Nabo lo fa attendere annie anni perché nella sua percezione ha ricevuto ilcolpo in fronte appena il giorno prima.Questo è senz'altro il racconto in cui si sente di piùl'influenza della lettura di Faulkner; si alternanodue punti di vista: un narratore onnisciente euna seconda voce che usa la forma grammaticaledella prima persona plurale; il secondo tenta diesprimere una narrazione oggettiva che frustrail fantastico del racconto, cioè le conversazionidi Nabo con l'angelo.Qualcuno scompiglia queste roseAlguien desordena estas rosas, prima pubblicazione: Crónica n. 32, Barranquilla, 2 dicembre 1950Il fantasma di un bambino morto continua afrequentare la casa dove visse, e dove nelfrattempo è tornata a abitare la sua compagnadi giochi di quarant'anni fa; la donna è convintache a scompigliare le rose che tiene in casasia il vento, in realtà è il bambino che vorrebbeportarle sulla propria tomba.All'inizio della propria carriera García Márquezsembra negare la propria esperienza di vita, ilricco mondo colorato che diventerà la base dellaparte più famosa della sua opera, all'inseguimentodi demoni letterari legati all'estetica naturalistica; Se ne libererà soltanto con quello che VargasLlosa ha definito "deicidio", nel senso che ogniatto di creazione letteraria è una ribellione controquella creazione di Dio che è la realtà.Questo avviene con la visita in compagnia dellamadre a Aracataca per mettere in vendita lacasa di famiglia, momento di svolta nella suavita a partire dal quale abbandona il realismoper creare una poetica propria.Il racconto viene scritto in fretta e furia quandol'autore, redattore del giornale Crónica diBarranquilla, deve sostituire all'ultimo momentoil pezzo dell'opinionista politico colpito da ungrave infarto; rileggendolo quando già è in stampa,si rende conto che è l'ennesimo esempio di "drammastatico" nella sua produzione.La notte dei pivieriLa noche de los alcaravanes, prima pubblicazione: Crónica n. 14, Barranquilla, 29 luglio 1950Tre uomini ciechi si trovano in una casa dove sentonola voce e la presenza di una donna, alla qualeraccontano che i pivieri hanno strappato i loro occhiperché mentre erano ubriachi hanno tentato di fareil verso al loro canto.La donna chiede al figlio di accompagnarli a casama il bambino è riluttante perché sostiene chenessuno crederebbe alla storia degli uccelli checavano gli occhi.All'origine del racconto c'è una leggenda popolaredella costa atlantica secondo la quale il piviere(alcaraván), uccello che segna l'ora con il suocanto, strappa gli occhi a chi prova a imitarlocon la voce. Il testo fu scritto di getto a Barranquilla,dalle quattro del mattino del 28 luglio 1950 alleotto del giorno seguente, dopo che GarcíaMárquez seppe della leggenda dei pivieri:attendendo in una casa d'appuntamenti checuocesse un sancocho con quattro carni i cuiodori selvatici avevano attirato gli uccelli,vide un cliente del bordello afferrare un pivieree gettarlo a bollire vivo nella pentola.La tenutaria, la quasi centenaria Negra Eufemia,apostrofò gli ospiti, dicendo che i pivieriavrebbero cavato loro gli occhi.Monologo di Isabel mentrevede piovere su MacondoMonólogo de Isabel viendo llover en Macondo, prima pubblicazione: Mito anno I n. 4, Bogotá, ottobre-novembre 1955La giovane sposa Isabel, in attesa di un bambino,assiste all'arrivo dell'inverno (che ai Caraibi è lastagione delle piogge) dalla veranda della casafamiliare. L'abitazione si allaga, i contadini sonoimpotenti contro la forza degli elementi. La suaipersensibilità la porta a immaginare che il temposi muova al contrario quando è convinta che siavenerdì, mentre la madre le rivela che èsoltanto giovedì.Il Monologo di Isabel riprende con poche variazioniun precedente racconto intitolato El invierno apparso il 24 dicembre 1952 su El Heraldo n. 24,Barranquilla, e mai più antologizzato.Si tratta di una costola del primo romanzopubblicato da García Márquez, Foglie morte;personaggi e situazioni possono esserecompresi in pieno solo alla luce del testopiù lungo. Deluso dal rifiuto che il dattiloscrittoaveva ricevuto dalla casa editrice Losada diBuenos Aires, l'autore opera una profondarevisione del testo eliminandone un lungoepisodio, che diventa appunto il Monologo di Isabel,che malgrado l'ammirazione per l'Ulisse di James Joyce non ha nulla a chevedere con il Monologo di Molly Bloom e la stream of consciousness.Il racconto è un vero e proprio "atto fondatore"perché per la prima volta si nomina Macondo,la città del Caribe intorno alla quale ruoterànegli anni successivi la produzione letterariapiù conosciuta del premio Nobel, da Foglie morte fino a L'amore ai tempi del colera; non solo:è anche il momento dell'emancipazione dellarealtà fantastica dall'oggettivo, in un certosenso "la prima pagina dell'opera di GabrielGarcía Márquez".