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Il contesto storico


fonte: WikipediaIl piacere è ambientato a Roma e dintorni, tra gli anni 1885 e 1887, nello stesso contesto storico in cui fu scritto. E proprio le vicende storiche e politiche dell'epoca, che fanno da sfondo al romanzo, sono importanti per poter comprenderelo stile di vita e la psicologia dei personaggi.Caduta nel 1876 la Destra storica che aveva governato l'Italia dalla formazione del Regno nel 1861, il re chiama al governo Agostino Depretis, un ex mazziniano che forma un ministero con uomini della Sinistra parlamentare, tenendo il potere fino al 1887. A Depretis succede il siciliano Francesco Crispi, che governa, a fasi alterne, fino al 1896.La politica economica della Sinistra storica fu caratterizzata dal protezionismo nei confronti di industrie e grandi aziende agrarie nazionali, fino alla guerra doganale con la Francia. In politica estera, invece, fu centrale l'ingresso nel 1882 nellaTriplice Alleanza, a carattere difensivo, con Austria e Germania. Viene inoltre inaugurata la politica coloniale, con l'occupazione dell'Eritrea e la sconfitta di Dogali del 1887, che portarono nel1889 alla firma Trattato di Uccialli, e alla costituzione della prima colonia italiana in Africa. Crispi in particolare fu protagonista di importanti mutamenti, come la riforma del codice penale (Codice Zanardelli) e l'abolizione della pena di morte, ma anche di repressioni ai danni delle associazioni cattoliche e del movimento operaio.Tutto ciò si colloca nella "grande depressione" economica che colpì l'Europa alla fine del secolo. Il periodo fu caratterizzato da alcunimutamenti nella struttura socio-economica delle grandi nazioni occidentali: concentrazioni industriali e finanziarie (trust, monopoli) sostenute dallo Stato (protezionismo), conseguente crisi del liberalismo e nascita di nuove tendenze autoritarie. Queste tendenze si scontrano con le conquiste sociali precedentemente ottenute dalle classi lavoratrici e con la formazione di grandi partiti di massa (socialisti e socialdemocratici), che diventano la struttura portante della società industriale. In questa situazione, artisti e intellettuali scelgono spesso una collocazione divergente o di autoemarginazione dalle masse, dalla vita "ordinaria" promossa dal nuovo modello produttivo capitalistico, e dalla mercificazione dell'opera d'arte, assumendo atteggiamenti eccentrici ed elitari, o provocatori e demistificanti.Elementi biograficiD'Annunzio compose Il piacere tra il luglio 1888 e il gennaio 1889, a Francavilla al Mare, dove era ospite del pittore Francesco Paolo Michetti. Il poeta era stato fino ad allora collaboratore fisso del giornale La Tribuna di Roma, da cui dipendeva sul piano economico dalla fine del 1884, dopo la fuga d'amore e il matrimonio riparatore con la duchessina Maria Hardouin di Gallese. Nel luglio 1888 D'Annunzio abbandona l'attività giornalistica per concentrarsi esclusivamente alla stesura del suo primo romanzo,vertice della prima fase della sua produzione letteraria, nel quale riverserà il frutto di anni di preparazione e studio,e in cui ritorneranno vari elementi biografici, prima fra tutti la sua travagliata vita sentimentale, divisa tra l'amore per la moglie legittima e madre di suo figlio, Maria Hardouin e la passione per l'amante di alloraBarbara Leoni.Uno dei risultati più impressionanti della sua apparizione nel mondo letterario fu la creazione di un vero e proprio "pubblico dannunziano", condizionato non tanto dai contenuti quanto dalla forma divistica che lo scrittore costruì attorno alla propria immagine.D'Annunzio creò attorno a sé un'aura di fascino, sia con la sua condotta scandalosa, sia con il suo culto della bellezza e il disprezzo per i valori borghesi. Il poeta conduceva una vita principesca, tra residenze di lusso e oggetti d'arte - uno stile di vita che però richiedeva fiumi di denaro, ricadendo quindi nelle dinamiche borghesi da lui tanto deprecate. Cosciente di questo paradosso, lo scrittore si rende conto della debolezza dell'estetismo: da ciò l'immagine fallimentare che ne viene data nel Piacere, la denuncia dell'incoerenza, la mancanza di autenticità e spontaneità di Andrea Sperelli.I modelli letterari di riferimentoNe Il Piacere è ravvisabile una fitta rete di rimandi a vari modelli letterari e artistici, legati sia all'ambiente romano in cui il poeta era inserito, sia alla lettura di autori a lui contemporanei, per lo più francesi.Parigi fu, negli anni della Terza Repubblica e fino allo scoppio della prima guerra mondiale, la capitale culturale d'Europa, la città in cui vennero elaborati i modelli, gli atteggiamenti, i programmi dei principali movimenti culturali, il luogo di attrazione di tutti gli artisti e scrittori europei.D'Annunzio utilizzò il suo impiego giornalistico alla "Tribuna" di Roma per esplorare e assimilare i nuovi modelli letterari francesi ed europei in generale, attraverso il continuo rapporto con altri intellettuali e scrittori. Alle sue influenze precedenti, che comprendevano Charles Baudelaire,Théophile Gautier, l'estetica preraffaellita elaborata dai critici del giornale Cronaca bizantina, eGoethe, si aggiunsero dunque quelle provenienti dalla nuova fonte di ispirazione francese, comeGustave FlaubertGuy de MaupassantÉmile Zola, ma anche Percy Bysshe ShelleyOscar Wildee forse la lettura di À rebours di Joris Karl Huysmans.Di grande importanza sono poi gli influssi dell'ambiente romano. D'Annunzio giunse nella capitale nel 1881, e i dieci anni che vi trascorse furono decisivi per la formazione del suo stile: nel rapporto con l'ambiente culturale e mondano della città si formò il nucleo della sua visione del mondo. Centrale fu in particolare la sua collaborazione alla rivista Cronaca Bizantina, di proprietà dello spregiudicato editore Angelo Sommaruga, il primo a pubblicare libri del giovane poeta.La rivista, che aveva una linea editoriale orientata alle concezioni letterarie moderne in voga allora (tanto da parlare di una «Roma bizantina») e di cui lo stesso D'Annunzio fu direttore per breve tempo nel 1885, ospitava rubriche di letteratura firmate da importanti artisti e scrittori inseriti nell'ambiente giornalistico, tra cui spiccano Edoardo ScarfoglioUgo FleresGiulio Salvadori e altri. Sempre a questi anni risale l'amicizia con il musicista Francesco Paolo Tosti e il pittore Francesco Paolo Michetti.Inoltre, D'Annunzio fu collaboratore di molte altre testate romane, e dal 1884 al 1888 scrisse di arte e di cronaca mondana per il quotidiano La Tribuna, firmando con vari pseudonimi e occupandosi di mostre d'arte, ricevimenti aristocratici e aste d'antiquariato. Attraverso questa intensissima attività D'Annunzio si costruì un personale e inesauribile archivio di stili e registri di scrittura, da cui attinse poi per le sue opere di narrativa. In questo rito di iniziazione letteraria egli mise rapidamente "a fuoco" il proprio mondo di riferimento culturale, nel quale si immedesimò fino a trasfondervi tutte le sue energie creative ed emotive, condannandosi così per molti anni ad accumulare debiti e a fuggire dai creditori.Si può quindi parlare, tanto nelle opere quanto nella vita di D'Annunzio, di una idealizzazione del mondo, che viene ad essere circoscritto nella dimensione del mito. La sua fantasia lottò prepotentemente per imporre sulla realtà del presente, vissuto con disprezzo, i valori alti ed eterni di un passato visto come modello di vita e di bellezza.Il ruolo dell'arteValore assoluto del Piacere è l'arte, la quale rappresenta per Andrea Sperelli un programma estetico e un modello di vita, a cui subordina tutto il resto, giungendo alla corruzione fisica e morale (è il tipico dandy, formatosi nell'alta cultura e votato all'edonismo). È, insomma, la realizzazione di un'elevazione sociale e di quel processo psicologico che affina i sensi e le sensazioni:«bisogna fare la propria vita come si fa un'opera d'arte [...]. La superiorità vera è tutta qui. [...]. La volontà aveva ceduto lo scettro agli istinti; il senso estetico aveva sostituito il senso morale. Codesto senso estetico [...] gli manteneva nello spirito un certo equilibrio. [...] Gli uomini che vivono nella Bellezza, [...] che conservano sempre, anche nelle peggiori depravazioni, una specie di ordine. La concezione della Bellezza è l'asse del loro essere interiore, intorno a cui tutte le loro passioni ruotano.»(G. D'Annunzio, Il piacere, libro I, cap. II)Dopo la convalescenza, successiva alla ferita procuratasi a causa del duello con Giannetto Rutolo, Andrea scopre che l'unico amore possibile è quello dell'arte,«l'Amante fedele, sempre giovine mortale; eccola Fonte della gioia pura, vietata alle moltitudini, concessa agli eletti; ecco il prezioso Alimento che fa l'uomo simile a un dio.»(G. D'Annunzio, Il piacere, libro II, cap. I)Questa attrazione per l'arte viene rappresentata dall'inclinazione di Andrea verso la poesia, che«può rendere i minimi moti del sentimento [...] può definire l'indefinibile e dire l'ineffabile; può abbracciare l'illimitato e penetrare l'abisso; [...] può inebriare come un vino, rapire come un'estasi; [...] può raggiungere infine l'Assoluto.»(G. D'Annunzio, Il piacere, libro II, cap. I)Il culto «profondo e appassionato dell'arte» diventa per Andrea l'unica ragione di vita, tirato in gioco anche nei rapporti con Elena Muti e Donna Maria Ferres, perché egli è convinto che la sensibilità artistica illumini i sensi e colga nelle apparenze le linee invisibili, percepisca l'impercettibile, indovini i pensieri nascosti della natura.Senza dubbio, «i miraggi erotici, tutte le insane orge dei sensi si fondano su una profonda corruzione del sentimento. [...] L'arte si dissolve nella minuziosità di un estetismo individualmente raffinato, si limita alla forma e non penetra la sostanza» (appunto di lettura del Michelstaedter sul Piacere). Tuttavia, messe da parte l'autosuggestione decadente e la tendenza alla spettacolarizzazione di D'Annunzio, l'accostamento tra arte e bellezza, arte e vita è una risposta, energica ed eloquente, verso la massificazione dell'arte e la mercificazione del letterato e della letteratura.Il Piacere è l'agonia dell'ideale aristocratico di bellezza. Racconta la vacuità e la decadenza della società aristocratica, infettata dall'edonismo, vicina al proprio annichilimento morale, poiché il valore del profitto ha sostituito quella della bellezza.Emblematica è la fine del romanzo: Andrea, vinto, disfatte le proprie avventure amorose, vaga per le antiche stanze del palazzo del ministro del Guatemala, disabitato, in rovina, il cui arredamento è stato venduto all'asta.