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la struttura dell'opera


 Questo suo atteggiamento ha, dunque,una ragione più profonda.Sperelli ha vissuto la separazione dei genitori,la madre ha anteposto l'amante al figlio e ilpadre lo ha spinto verso l'arte, l'estetica e gliamori e le avventure facili. È forse per questa infanzia che Andrea passa da una storiaall'altra, senza nessun rimpianto o amarezza,che studia cinicamente e accuratamente ciòche dovrà dire ad una donna per sedurla edottenere da lei quello che lui vuole.Andrea è, d'altronde, segnato nel suo intimoda una duplicità, che è il cuore stesso delromanzo: di fronte alla precarietà e instabilitàdel reale, anche il carattere del protagonistarisulterà mutevole e cangiante.Egli è abituato a scindersi tra ciò che è e ciòche deve apparire, pensa che la vita sia artificio,e per questo motivo fonda la sua esistenzasulla doppiezza e sulla menzogna.Ma proprio questo atteggiamento sarà la causadella sua sconfitta intellettuale, morale esentimentale. Abituato a considerare solo ilvalore simbolico e non quello fattuale dellecose, a «metaforizzare il reale», Andreafinisce per essere travolto dalla sovrapposizionedi realtà e finzione, rappresentata dallasovrapposizione delle due donne, Elena e Maria.Questo personaggio, che è tipico della letteraturadecadente e simbolista, segue l'ideologiaùdannunziana, non solo per quello che concerneùl'estetismo, ma soprattutto perché denuncia laùcrisi dei valori e degli ideali aristocratici di fronteùalla meschinità del mondo borghese.Il protagonista e il narratoreUna certa ambiguità è ravvisabile anchenell'atteggiamento che l'autore-narratoreD'Annunzio ha nei confronti del suopersonaggio. Se non è possibile dire,semplicisticamente, che Andrea Sperellisia l'alter ego del poeta, è però senz'altrovero che l'autore si immedesima nelprotagonista: Andrea è ciò che D'Annunzioè e che vorrebbe essere, impersona le sueesperienze effettive e quelle aspirate, ènobile e ricco, intellettuale e seduttore,timido come Cherubino e cinico come DonGiovanni, accede facilmente ai ritrovi mondanie ai salotti della nobiltà.In più, quasi a saldarequesto legame, D'Annunzio pone se stessotra gli artisti prediletti dal giovane dandy.Da un lato, quindi, Andrea Sperelli è un ritrattodel D'Annunzio-autore, ma dall'altro egli è oggettodi critiche da parte del narratore, che ne condannail cinismo e la perversione.La sua debolezza morale e la grandiosità dellesue opere, unite insieme, conferiscono fascinoal personaggio e rimarcano, ancora una volta,la duplicità e l'ambiguità insite in lui: cinico esensibile, falso eppure sentimentale, egoistama anche amorevole, Andrea Sperelli si ergeper le sue doti di esteta e artista, e allo stessotempo decade, si decompone, rivelandosi insiemeun inetto e un superuomo ante tempus.Andrea Sperelli in quanto esteta non condividela cultura di massa che considera causadell'imbarbarimento delle raffinate tradizioniartistico - culturali:" Sotto il grigio diluvio democraticoodierno, che molte belle cose e rare sommergemiseramente, va anche a poco a poco scomparendoquella special classe di antica nobiltà italica, in cuiera tenuta viva di generazione in generazioneuna certa tradizion familiare d'eletta cultura,d'eleganza e di arte." (Cap. II).Elena Muti e Maria FerresLa duplicità già descritta si incontra anche neipersonaggi femminili, che non a caso sono due.L'immaginario della donna nel Piacere si lega aquello del Decadentismo: oscilla tra la sensualitàsottile, metamorfica e finemente viziosa, el'immagine, descritta in maniera vellutata eprettamentepreraffaelita, della donna delicataed eterea, anche se entrambe estremizzate emolte volte mescolate.Tale immaginario si sdoppia tra la seduzionesessuale e passionale di Elena Muti, esponentedi una cultura mediocre, dell'eros, dell'istintocarnale, espressione di piacere e lascivia, chericorre spesso ai versi di Goethe (poeta sensuale),e la sanità spirituale e quasi mistica di Maria Ferres,colta, intelligente e sensibile all'arte e alla musica,legata alla famiglia e in particolare alla figlia Delfina,molto religiosa, che nel corso del romanzoassume una natura quasi misteriosa, passionale,inafferrabile, ricorrendo ai versi di un poeta malinconico quale Shelley La contrapposizione tra le due si fa emblematicaanche nel nome: la prima ricorda colei che fecescoppiare la guerra di Troia, la seconda la madre di Cristo.Tuttavia, anche le due donne sono sottopostealla legge dello scambio che caratterizza il Piacere.Ciò diventa evidente nella mistione cerebraleche Andrea fa delle due: è un processo di identificazione,che conduce dapprima a una sovrapposizionesentimentale, e poi allo scambio dell'una con l'altra.