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Struttura


 La struttura del Piacere risente della lezione di naturalismo e verismo, oltre che del simbolismo.Tuttavia, allo stesso tempo, se ne distacca, introducendo elementi di novità, e andando nella direzione dellaletteratura decadente antinaturalista.Il lessico utilizzato è conforme al comportamento e all'educazione da esteta di Andrea Sperelli: pregiato, quasi artefatto, aulico e molto elaborato, in particolar modo nella descrizione degli ambienti e nell'analisi degli stati d'animo. Si prendano ad esempio l'uso di troncamenti, o le forme arcaiche e letterarie, come nel caso di articoli e preposizioni articolate. Anche se l'eloquenza e la ricercatezza tendono ad appiattire il registro verbale, come succede per l'uso di metafore e comparazioni che talvolta complicano ed intensificano momenti carichi di tensione. La sintassi è prettamente paratattica, in grado di rafforzare la tendenza all'elencazione, alla comparazione, all'anafora, e la prosa è ricca, allusiva e musicale, tanto da assumere una funzione espressiva più che comunicativa. Inoltre, l'autore usa fare riferimenti a opere letterarie e artistiche per conferire un tono più elevato al romanzo, senza prescindere da vocaboli in inglesegrecotedescofrancese elatino.D'Annunzio affida la narrazione delle vicende a un narratore onnisciente in terza persona, alternando due punti di vista: quello critico del narratore e quello interno del protagonista. Altro elemento di novità è l'attenzione per emozioni e sentimenti e la semplificazione della trama, che è giocata più sull'interiorità dei personaggi che su meri fatti, concentrandosi in particolare sulle sensazioni che vengono generate dai luoghi e dagli oggetti. Da qui deriva anche l'uso del flashback, che rompe lo schema lineare della narrazione, seguendo piuttosto le vicende interiori dei personaggi.PersonaggiAndrea Sperelli«Egli era per così dire tutto impregnato d'arte [...]. Dal padre appunto ebbe il culto delle cose d'arte, il culto spassionato della bellezza, il paradossale disprezzo de' pregiudizi, l'avidità del piacere. [...] fin dal principio egli fu prodigo di sé; poiché la grande forza sensitiva, ond'egli era dotato, non si stancava mai di fornire tesori alle sue prodigalità. Ma l'espansione di quella forza era in la distruzione di un'altra forza, della forza morale che il padre stesso non aveva ritegno a reprimere. [...] Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: bisogna fare la propria vita come un'opera d'arte. Bisogna che la vita d'un uomo d'intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui.»(G. D'Annunzio, Il piacere, libro I, cap. II)Il protagonista del romanzo è un esteta - come il barone Des Esseintes di Joris Karl Huysmans o il Dorian Gray di Oscar Wilde - che, seguendo la tradizione di famiglia, ricerca il bello e disprezza ilmondo borghese, conduce una vita eccezionale, «costruisce» la sua vita come un'opera d'arte e rifiuta le regole basilari del vivere morale e sociale. La sua sensibilità straordinaria implica, però, una certa corruzione, che fa parte della ideologia e psicologia del dandy, e che in parte è dovuta allo stile di vita dell'alta società del tempo. Andrea Sperelli vive tutto ciò con intima sofferenza, a causa della degradazione di quella forza morale che, secondo gli insegnamenti del padre, è necessaria a uno spirito forte per dominare le proprie