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Fonte: Internetcomputer sciencesocietàinternetSecondo un sondaggio realizzato nel 2016dal Pew Research Center, il 62 per centodegli americani legge le notizie sui social media.Questa statistica aiuta a spiegare l'onnipresenzadelle notizie fasulle: quando le informazioniviaggiano attraverso i social network, i normalifiltri editoriali non hanno alcuna possibilità diseparare il tweet di qualità dalla bufala.Lo sviluppo di strumenti che aiutino a fermarela diffusione di menzogne e false voci richiederàla collaborazione di informatici, linguisti, psicologie sociologi. Un nuovo studio, che sarà presentatoquesto mese in una conferenza dell'Associationfor Computing Machinery, ha analizzato milionidi tweets, rivelando le parole e le frasi che sonoconsiderate più credibili.
CARL COURT/AFP/Getty ImagesTanushree Mitra,esperta di informatica del Georgia Institute ofTechnology e prima autrice dello studio, dice chesi è interessata al problema quando nel 2011 fuucciso Osama bin Laden e circolarono numerosimessaggi su se e come fosse veramente morto.Molti sentirono parlare per la prima voltadell'uccisione su Twitter."Sui social media questo tipo di notizie dell'ultim'orae le relative speculazioni circolano molto prima chela notizia raggiunga i mezzi di informazionetradizionali", dice Mitra.Lei e i suoi collaboratori al Georgia Tech hannovoluto sviluppare dei sistemi automatizzati pervalutare se gli eventi sono realmente accaduti,basandosi esclusivamente sul modo in cui lepersone ne stavano parlando.Questi strumenti possono aiutare a rilevare vocifalse prima che si diffondano troppo.I ricercatori hanno costruito un database di 1377eventi avvenuti tra ottobre 2014 e febbraio 2015e dei tweet associati a essi.Per assegnare un punteggio di "credibilità" a ognievento, i partecipanti allo studio leggevano alcunitweet e, in base a ciò che sapevano o a unaricerca on- line, ne valutavano la "correttezza"dell'evento riferito.A seconda della percentuale di persone checlassificavano gli eventi come "certamente corretti",questi venivano stati collocati in quattro categorie:credibilità massima, credibilità elevata, credibilitàmoderata e scarsa credibilità.Gli eventi scarsamente credibili includevano ungiocatore di football morto dopo un placcaggioparticolamente duro, e la polizia che spruzzavapepe su una folla. (Le valutazioni di accuratezzanon erano perfette: la polizia aveva effettivamentousato il pepe contro la folla)I ricercatori hanno poi analizzato statisticamentei 66 milioni di tweet relativi agli eventi, cercandocorrelazioni tra i punteggi di credibilità e alcunecaratteristiche, come le parole che esprimonoincertezza o un'emozione.Nello studio, non ancora pubblicato, elencanodiversi indizi utili: gli eventi "credibili" avevanopiù probabilità di essere descritti su Twitter contermini come appeared, depending e guessed (sembra, stando a, si suppone), mentre gli eventi"incredibili" erano accompagnati da altri termini,comeindicates, certain level e  dubious (indica, incerta misura, dubbio).Alcuni dei migliori "barometri" erano vocaboliche esprimevano un giudizio: vibrant, unique e intricate (vivace, unico e complesso) lasciavanoprevedere un'alta credibilità, mentre pry, awfulness e lacking  (indagare, orrore e privo) suggerivanouna scarsa credibilità.(Stranamente, darn(maledizione) era associatoa un'elevata credibilità, damn (dannazione) a una bassa.)E anche se termini amplificativi come without doubt (senza dubbio) e undeniable (innegabile)  facevanoprevedere una scarsa credibilità nei tweet originali,ne prevedevano una alta nei retweet.Al di là di specifiche parole, lunghe citazioni nei retweetsuggeriscono una scarsa credibilità, forse perché chiripubblica i tweet di un altro è riluttante a prendersila responsabilità dell'affermazione. Anche un elevatonumero di retweet è stato associato a una scarsa credibilità.(Queste sono tutte correlazioni: i ricercatori non sanno,per esempio, se il numero di retweet ha influenzato lavalutazione dei partecipanti allo studio, o se retweete valutazioni dipendevano, in modo indipendente traloro, dalle caratteristiche del evento supposto.)I ricercatori hanno anche testato la capacità del loromodello di prevedere la credibilità di un evento,combinando indicatori come quelli citati.
mkhmarketing Flickr (CC BY 2.0)Se l'algoritmoprocedesse a caso, darebbe la risposta giusta il 25 per cento delle volte; se indovinasse semprei casi di "credibilità elevata"- la categoria con ilmaggior numero di eventi - sarebbe nel giusto il32 per cento delle volte.Ma l'algoritmo ha funzionato molto meglio di così,raggiungendo una correttezza del 43 per cento.Se poi si assegna all'algoritmo mezzo puntoquando un'attribuzione è solo leggermenteerrata (per esempio, attribuendo "massimacredibilità" a un evento con "credibilità elevata"),la precisione dell'algoritmo arriva al 65 per cento.I ricercatori sperano di migliorare le prestazioni,combinando spunti linguistici con elementi comel'autore del tweet o i link citati.In un lavoro preliminare,Mitra ha dimostrato che le storie provenienti dauna sola persona tendono ad avere scarsa credibilità.I ricercatori considerano il loro modello uno strumentocome una sorta di "occhio preliminare", che attiril'attenzione di giornalisti e fact checkers su rescontiche potrebbero interessarli, per occuparsene o per smentirli.Secondo Robert Mason - un ricercatore dell'Universitàdi Washington che ha studiato i messaggi su Twittera proposito dell'attentato alla maratona di Boston,ma non ha partecipato allo studio di Mitra -uno strumento del genere potrebbe anche aiutarei primi soccorritori a decidere di quali informazionifidarsi durante un emergenza.
Westend61/Getty ImagesUn'altra possibilità,dice Mason, è inserire dentro  Twitter o Facebooksistemi di alllerta che individuino quando unapersona sta per condividere storie potenzialmente false,chiedendo se è sicura di volerlo fare, in modo taleda "rallentare la facilità con cui diffondiamo le informazioni".Tuttavia, fermare la diffusione di notizie false sarà difficileanche ricorrendo all'intelligenza artificale.Mason ricorda l'adagio secondo cui una bugia può viaggiareper mezzo mondo prima che la verità si metta le scarpe.Spesso la disinformazione è più avvincente della verità.E i giornalisti sono spinti a riferire rapidamente le notizie.In ogni caso, spesso la gente ignora l'autorevolezzadella fonte. "In un'epoca di social media e diinformazioni in rapidissimo movimento," dice Mason,"che cos'è una fonte autorevole? Non abbiamo più unWalter Cronkite o un Edward R. Murrow che ci dicano'Ecco come stanno le cose'. Abbiamo una molteplicitàdi voci che dicono che le cose stanno così. E quinditocca a noi scegliere".L'originale di questo articolo è stato pubblicato su Scientific American il 3 febbraio  2017. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.