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Biografia del figlio cambiato


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.AutoreAndrea Camilleri1ª ed. originale2000GenereromanzoSottogenerebiografiaLingua originaleitalianoAmbientazionePorto Empedocle, Agrigento, Palermo, Bonn, Roma fine secolo XIX, prima metà secolo XXProtagonistiLuigi PirandelloBiografia del figlio cambiato è una biografiaromanzata di Luigi Pirandelloscritta da Andrea Camilleri e pubblicata dalla casa editrice Rizzoli nel 2000.TramaQuesto è l'intento di Camilleri: descrivere la vitadi questo grande personaggio della nostra letteratura ma in maniera discorsiva comeraccontando ad un amico senza riferimenti afonti critiche o a dati bibliografici ma da unpunto di vista personale, così come si puònarrare di qualcuno osservandolo quasi dinascosto nei suoi comportamenti più spontanei.Forse il giudizio ne risulterà in parte alteratonella sua oggettività ma in compenso saràcolorito dalla partecipazione emotiva e sentimentaleche Camilleri ha per questo suo conterraneodi cui in questa biografia romanzata vuoleanalizzare quello che lui immagina sia stata lasua vera vita privata, quello che egli eraveramente nella sua intimità, fuori dalle lucidi quella ribaltadove Pirandello ebbe tantisuccessi.Il romanzo s'incentra sul conflitto tra Pirandelloe il padre Stefano, da cui egli si sente tantodiverso per il modo di vivere e concepire la vita,da fargli pensare che anche a lui sia accadutoquello che allora capitava abbastanza frequentemente:di essere stato cioè cambiato nella culla dalla levatrice ed allevato da una famiglia che non era quella di origine:a lui cioè sarebbe capitato proprio quello che unaragazza, Maria Stella, che abitava con la sua famiglia,gli aveva raccontato da bambino.Un altro motivo per considerarsi un "figlio cambiato"- questo potremo definirlo più letterariamente pirandelliano- è il fatto che Pirandello pensa di essere nato in unnon-luogo, in un posto che non esiste: quindi egli èstato "cambiato" anche nel luogo della nascita.Questo era accaduto perché nell'imminenza del parto che doveva avvenire a Porto Empedocle,per un'epidemia di colera che stava colpendo la Sicilia, il padre Stefano aveva deciso di trasferirela famiglia in una isolata tenuta di campagna perevitare il contatto con la pestilenza.Il luogo scelto, al confine con la città di Girgenti,era un folto bosco che si chiamava Càvusu, cioècalzone in dialetto, per il fatto che in quel puntoun fiume da tempo essiccato si divideva in duetronconi così da assumere la forma di un paio dipantaloni. Nel momento in cui Porto Empedocle,da borgata divenne comune autonomo da Girgenti,il comune prese come segno di confine propriola località Càvuso che per iniziativa di un ufficialedi anagrafe ebbe la denominazione cambiata inCaos.Questo avvenimento farà dire a Pirandello diessere nato in un posto "cambiato" e quindidi non appartenere all'ordine del mondo maal caos incomprensibile: «Io penso però che sarà cosa certa per gli altri che dovevo nascere là e non altrove e che non potevo nascer dopo né prima; ma confesso che di tutte queste cose non mi son fatto ancora né certo saprò farmi mai un'idea.»I difficili rapporti con il padre divennero definitivi,racconta Camilleri, quando, a quattordici anni,scopre che questi ha una relazione con una cuginadalla quale era nato un figlio che egli odiò alpunto da sputargli in faccia.Da qui il desiderio di staccarsi dal padre e dallaterra d'origine a cui si sente estraneo e nellostesso tempo visceralmente attratto tanto dadescriverla e rimpiangerla nella sua opera letterariatrasfigurandola fantasticamente.Questo è il nucleo di tutta la produzione teatralepirandelliana: il tema dell'identità impossibile,quella del "figlio cambiato" che dubita di se stesso,che non sa, né può, distinguere tra ciò che è realee ciò che non lo è, e anzi, come non esista unarealtà definitiva, neppure per se stessi, ma comeognuno di noi appaia, e alla fine sia, quello che glialtri vedono in lui. La vita come caos, dove l'unicarealtà è ciò che appare.Il tema dell'identità impossibile e perduta siriproporrà drammaticamente nella follia dellamoglie che Pirandello trasfigurerà nella suaproduzione letteraria e che gli farà dire che«La pazzia di mia moglie sono io» (da una letteraa Ugo Ojetti del 10 aprile 1914 in op.cit.pag.191),io che per tutta la mia vita non ho saputo chi sono,io, il "figlio cambiato".