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Genomi umani antichi senza fossili


Fonte: Le Scienze28 aprile 2017
Una tecnica innovativa è riuscita aidentificare DNA di specie umaneestinte da sedimenti di siti archeologiciin cui erano assenti resti fossili.Il risultato permetterà di individuare lapresenza di antichi gruppi umani dovenon è possibile stabilirla con le tecnicheattuali(red)antropologiaarcheologiageneticaDNA di uomini di Neanderthal e di Denisovaè stato rinvenuto nei sedimenti di quattrositi archeologici contenenti repertiattribuibili a questi nostri antichi cugini,dei quali però non c'è traccia sottoforma di resti fossili.La scoperta è opera di ricercatori delMax-Planck-Institut per l'antropologiaevolutiva a Lipsia in collaborazione constudiosi di altri centri di ricerca, ed èillustrata in un articolo pubblicato su "Science".In Europa e in Asia i siti preistorici checontengono strumenti e altri manufattisono numerosi, tuttavia i resti scheletricidegli antichi umani sono rari, rendendodifficile e lacunosa la ricostruzione dei lorospostamenti e delle relazioni fra i diversigruppi.
La grotta di El Sidrón, in Spagna.La possibilità di analizzare i sedimenti incerca di DNA antico aiuterà quindi a completarela mappa degli insediamenti umani del remotopassato, e a identificare le regioni in cui lediverse specie umane possono avereconvissuto, e interagito.Questa opportunità potrebbe essereparticolarmente importante per l'uomo diDenisova, finora identificato in una solagrotta sui Monti Altai, nella Siberia meridionale,ma di cui persistono tracce genetiche inpopolazioni odierne, suggerendo che untempo questa specie fosse diffusa in molteregioni dell'Asia. Ma non si sa esattamentedove e quando.La capacità del DNA di resistere, almenoin tracce, nei sedimenti antichi è nota dal2003, quando il genetista danese EskeWillerslev è riuscito a sequenziare partedei genomi di antichi mammut, cavalli epiante rilevati in sedimenti prelevati nonsolo dal freddo permafrost, ma anche ingrotte situate in regioni dal clima temperato.Finora tuttavia non si era riusciti a trovare ilmodo per distinguere le sequenze umaneantiche dalle possibili contaminazioni deicampioni con materiale biologico umanomoderno.Viviane Slon, Svante Pääbo, MatthiasMeyer e colleghi sono riusciti a sviluppareuna "sonda" genetica costruita su frammentidi DNA mitocondriale, ovvero il DNA che èpresente solo negli organelli mitocondri dellecellule, che permette di filtrare i possibilicontaminanti attribuibili a esseri umani odiernie isolare così i frammenti antichi.I ricercatori hanno quindi raccolto 85 campioniin sette siti archeologici in Belgio, Croazia,Francia, Russia e Spagna, che coprono un intervallodi tempo compreso fra 14.000 e 550.000 anni fa.Otto di questi campioni - provenienti dai quattrositi di Trou Al'Wesse in Belgio, El Sidrón in Spagna,Chagyrskaya in Russia e Denisova, sempre inRussia - contenevano DNA mitocondriale diuno o più Neanderthal, specie umana scomparsacirca 40.000 anni fa, mentre uno contenevaDNA dell'uomo di Denisova, vissuto tra 70.000e 40.000 anni fa, per quel poco che ne sannoi ricercatori."Ricavando il DNA dai sedimenti, possiamoindividuare la presenza di gruppi di antichiumani nei siti e nelle aree in cui non è possibilestabilirla con altri metodi", ha detto Pääbo,coautore dello studio. "Questo dimostra chel'analisi dei DNA dei sedimenti è una proceduraarcheologica molto utile, che in futuro potràdiventare di routine".