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Una conferma indipendente del metano di Marte


 02 aprile 2019
L'analisi dei dati raccolti nel 2013 dallasonda europea Mars Express ha confermatola presenza di metano su Marte, individuatadal rover Curiosity della NASA in corrispondenzadel cratere Gale.La probabile sorgente si trova a 500 chilometridi distanza, ma serviranno ulteriori studi percapire se il gas è il risultato da processi biologicio geologiciplanetologiaC'è metano su Marte: la scoperta fatta dal roverCuriosity della NASA nel 2013 nel cratere Gale èstata confermata dalle osservazioni della sondaMars Express dell'Agenzia spaziale europea (ESA).L'annuncio è stato dato sulla rivista "Nature Geoscience" da una collabora-zione internazionale guidata da Marco Giurannadell'Istituto nazionale di astrofisica (INAF), a cuipartecipano colleghi dell'Istituto nazionale digeofisica e vulcanologia (INGV) e dell'Agenziaspaziale italiana (ASI).I ricercatori hanno da poco completato l'analisidi una massiccia quantità di dati relativi al cratereGale, raccolti proprio negli stessi giorni in cuiCuriosity stava effettuando le sue rilevazioni.Cuore tecnologico dello studio è lo strumentoPlanetary Fourier Spectrometer (PFS) montatosu Mars Express, realizzato in Italia, che giànel 2004 aveva ottenuto la prima misurazionedel metano marziano.
Interpretazione artistica della sonda MarsExpress in volo sopra la superficie di Marte(Credit: ESA)"Quello che abbiamo rilevato èun picco di circa 15 parti per miliardo di volumedi questo gas, esattamente il giorno dopo cheCuriosity ha registrato un picco di circa sei partiper miliardo", ha spiegato Giuranna."Anche se in generale alcune parti per miliardoindicano una concentrazione relativamentepiccola, per Marte è considerevole: la nostramisurazione corrisponde a una media di circa46 tonnellate di metano, presente nell'areadi quasi 50.000 chilometri quadrati osservatadalla nostra orbita".
 per ingrandireLe conferme incrociate dametodi indipendenti sono la chiave anchedi un altro importante risultato: l'individuazionedella regione di emissione del gas.Si tratta di un'area di 250 chilometri di lato,situata a 500 chilometri a est del cratere Gale.I ricercatori del Royal Belgian Institute for SpaceAeronomy (BIRA-IASB),coautori dello studio,hanno infatti integrato i dati di PFS con unmodello teorico di circolazione globale dell'atmosferadi Marte che si basa su scenari realistici diemissioni di gas dalla superficie terrestre.E i risultati sono coerenti con quelli di un'analisidi natura geologica."Abbiamo studiato il contesto geologicomarziano in un'ampia regione attorno al puntodi rilevazione del gas alla ricerca di struttureche potrebbero essere associate al rilascio dimetano: la regione più interessante dal puntodi vista geologico è proprio la stessa indicatadai modelli di circolazione globale", sottolineaGiuseppe Etiope, dell'INGV di Roma."Questa vasta area include il terreno fratturatodi Aeolis Mensae che ospita, in un settorechiamato Medusae Fossae Formation (MFF),numerose faglie e un sottosuolo ricco dighiaccio, come il permafrost diffuso nellearee fredde della Terra.Poiché il permafrost può contenere metanoo fornire una copertura impermeabile per larisalita di gas è possibile che il metano vengarilasciato lungo le fratture in maniera episodica,per parziale scioglimento del ghiaccio, persovrappressione del gas che si accumula nelsottosuolo, eventi sismici o per l'impatto dimeteoriti".
Immagine della struttura geologicamarziana di Aeolis Mensae (Credit: NASA/JPL/USGS)Da anni i planetologi discutono sullapresenza di metano sul Pianeta Rosso.Ora che è stata confermata, resta peròda scoprire se è stato prodotto da processibiologici oppure non biologici.In ogni caso, sottolineano i ricercatori, il gasdev'essere stato rilasciato relativamente direcente, poiché i processi atmosferici possonodistruggere il metano in modo rapido. "Non abbiamo scoperto l'origine ultima delmetano: molti processi biologici e non biologicipossono generare metano su Marte.Tuttavia, il primo passo per capirne l'origineè determinare i luoghi di rilascio.Un'analisi dettagliata di questi luoghi, alla fineci aiuterà a rivelare l'origine e il significato delmetano rilevato", ha aggiunto Giuranna. In definitiva, i risultati corroborano l'ipotesiche la presenza di metano nell'atmosfera diMarte non sia una costante ma il frutto dieventi geologici transitori e di portata limitata.Un altro tassello mancante nel complessopuzzle del modello genofisico marziano è comeil metano viene rimosso dall'atmosfera.Sarà dunque necessario cercare di conciliarei dati di Mars Express con i risultati di altremissioni."Rianalizzeremo i dati raccolti in passatodal nostro strumento, senza tralasciare le nostre attività di monitoraggio tuttorain corso, incluso il coordinamento di alcuneosservazioni con l'ExoMars Trace Gas Orbiter,"ha concluso Giuranna. (red)