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Il Grande Gatsby


Creato da blogtecaolivelli il 04/03/2012BLOGTECAOLIVELLIBLOG INFORMAZIONE E CULTURA DELLA BIBLIOTECA OLIVELLI Il Grande GatsbyPost n°2098 pubblicato il 10 Aprile 2019 da blogtecaolivelliRisorse della bibliotecaI personaggiI personaggi sono resi con realisticabravura attraverso i loro gesti, il loroaspetto e la conversazione. Nick, ilnarratore e in questo caso anche il testimone, che come Fitzgerald ècoinvolto alla vicenda, serve a rendernepiù evidente lo stacco dimensionale.Presente nell'opera è il commossosentimento elegiaco anche nelle scenepiù drammatiche.Lo stileScritto utilizzando in modo magistrale la tecnica dello scorcio, Fitzgerald riesce adintrecciare gli avvenimenti presenti conquelli passati in nove brevi capitoli.Le scene sono concatenate rapidamentecon un distacco obiettivo e la prosa,scorrevole e modulata, indica un cambiamentonella narrativa dello scrittore che si avvicinaalla forma di Henry James eJoseph Conrad.I temiNumerosi sono i temi dell'opera, tra i qualispiccano quelli della mancanza di affettiautentici, del crollo dei miti, delpeccato edell'inferno. Ma il tema principale del romanzoè quello della solitudine, della incomunicabilitàe dell'indifferenza.Nessuno comunica alle lussuose feste di Gatsby,che sono invece solo "entusiastici incontri tragente che non si conosceva neanche di nome".Il più solo di tutti i personaggi è appunto Gatsbynella cui lussuosa villa si svolgono quelle festefavolose alle quali egli non partecipa.Tutto ciò che avviene nella sua casa avviene peril solo scopo di poter far venire da lui Daisy.Gatsby è il prototipo dell'uomo solo, da quandolo si vede per la prima volta nell'ora del crepuscolo fermo sul prato della sua lussuosa villa mentreguarda con gli occhi fissi la luce verde che siriflette sul pontile della casa di Daisy dall'altraparte della sponda, al momento del suo funerale.Mentre Gatsby è nella bara a Nick sembra diudire la sua voce che gli dice supplicando di farglivenire qualcuno perché così, da solo, non ce la fa più.Nick promette e dice:«Ti farò venire qualcuno, Gatsby. Non preoccuparti.Fidati di me e ti farò venire qualcuno»ma "non venne nessuno".E sono proprio queste tre parole a sottolinearel'estrema solitudine di Gatsby.Nessuna parola arriva da Daisy, non c'è un fiore.L'indifferenza, che aveva caratterizzato i personaggidi Daisy e Tom,«Erano gente indifferente, Tom e Daisy -sfracellavano cose e persone e poi si ritiravanonel loro denaro o nella loro ampia indifferenza oin ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavanoche altri mettessero a posto il pasticcio cheavevano fatto»raggiunge l'apice nella scena del funeraledove la pioggia aumenta il senso di tristezza e di solitudine.Il senso di solitudine, l'indifferenza nei confrontidegli altri, è dovuta al fatto, come sostiene RolloMay che "Quando si perde la capacità di viverei propri miti, si perdono anche i propri dèi".Nel romanzo vi è un simbolo che Fitzgerald usaper dimostrare questa teoria.Si tratta degli occhi del dottor T. J. Eckleburgche si scorgono su un grande cartellone pubblicitario a metà strada tra New York e West Egg.George Wilson sconvolto dal dolore per lamorte della moglie fissa quel cartellone enon riesce ad allontanare lo sguardo daquegli occhi "azzurri e giganteschi" e a Michaelis,suo vicino di casa che gli dice che dovrebbeavere una chiesa alla quale rivolgersi inmomenti così tragici, egli, parlando tra di sé,mormora:«"Dio sa quello che hai fatto, tutto quelloche hai fatto [...]. Ritto dietro di lui, Michaelisvide con un sussulto che stava guardandogli occhi del dottor T. J.Eckleburg che emergevano, sbiaditi e enormi,dal dissolversi della notte."»Non serve che l'amico gli dica che si trattasolamente di un cartellone pubblicitario,Wilson continua a fissarlo sconvolto.Il cartellone che Wilson rimane a fissare èsolamente un ingrandimento fotograficosimbolo di un mondo che confonde la fotografia con la realtà, dove il denaro ha usurpato il ruolodi Dio e la pubblicità e il commercio trionfano.Gatsby si può considerare come un"eroe romantico" nella sua accezione più latae più profonda. Egli è infatti un personaggiodestinato alla sconfitta, appare inadeguatoal gretto mondo che lo circonda.È però proprio qui che risiede la sua grandezza:Gatsby infatti vive solo per un sogno ed èperfino disposto a morire per esso, un sognochiamato Daisy. Un amore dal saporeuniversale ed esistenziale.La reggia, le macchine, il denaro, nulla haimportanza; paradossalmente la staturamorale e spirituale del personaggio èimmensa, e finisce così per nascondere ilsuo passato oscuro e criminoso.Gatsby incarna la più istintiva purezzadella natura umana, è proprio il suodesiderio così genuino che non glidarà scampo portandolo a una sortadi autodistruzione.La fine di Gatsby è infatti emotivo-passionale, la morte fisica ne è soloun semplice corollario.La fortuna dell'operaIl romanzo vennetradotto per la prima volta in Italia nel 1936 da C. Giardini con il titolo Gatsbyil magnifico e nel 1950da Fernanda Pivano con il titolo Il grande Gatsby.Il libro venne rappresentato sulle scenenel 1926 dal drammaturgo Owen Davis ein opera musicale nel 1999 da John Harbison.Da esso furono tratte anche quattro versioni cinematografiche: la versione muta del 1926,la versione del1949 del regista Elliott Nugentinterpretato da Alan Ladd e quella del 1974 con la regia di Jack Clayton e la sceneggiatura di Francis Ford Coppola interpretato da Robert Redford e Mia Farrow; la quarta versione cinematografica è uscita nelle sale italiane il16 maggio del 2013 a firma del regista Baz Luhrmann conLeonardo DiCaprioTobey Maguire e Carey MulliganQuesta pellicola ha inaugurato il 66° Festival di Cannes.