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Le ultime scoperte archeologiche...


Fonte: Le ScienzeNuove analisi  hanno dimostrato lapresenza di metalli nell'inchiostro concui sono stati scritti i papiri di Ercolano,carbonizzati dall'eruzione del Vesuviodel 79 d.C. La scoperta retrodata di quattrosecoli la prima testimonianza dell'uso diquesto tipo di inchiostro, assai comune nelMedioevo(red)archeologiastoriachimicaLa presenza dimetallo nell'inchiostro per scrittura era lanorma nel Medioevo, e la sua primatestimonianza risaliva finora al 420 d.C. Uno studio pubblicato  da Vito Mocelladell'Istituto per lamicroelettronica emicrosistemi (IMM)del CNR di Napoli e colleghi dell'Universitàdi Grenoble-Alpes, del CNRS francese edell'Università di Gand, in Belgio, dimostraora che questo tipo di tecnica per la scritturaera già usata quattro secoli prima, perchési trova in due frammenti dei cosiddettipapiri di Ercolano.Gli autori hanno analizzato la composizionedi frammenti di papiri carbonizzati in seguitoall'eruzione del Vesuvio del 79 d.C. e scopertitra il 1752 e il 1754 a Ercolano, nella Villadel Papiri, di epoca romana.Alcuni di questi frammenti sono stati analizzatiin diverse occasioni, con risultati contrastanti:alcune analisi hanno rilevato piombo e stronzioin concentrazioni relativamente elevate, masenza produrre una mappatura completa deglielementi presenti.
Confronto tra le immagini dei frammenti di papiro ottenute in luce visibile (sinistra),nell'infrarosso (centro) e in fluorescenza a raggi X (destra) (Cortesia Vito Mocella-CNR)Per analizzare i reperti, Mocella e colleghihanno usato diversi metodi di imaging, tracui fotografie in luce visibile, microscopia araggi infrarossi e di fluorescenza a raggi X,grazie all'European Synchrotron RadiationFacility (ESRF) di Grenoble.Quest'ultima tecnica in particolare ha permessodi distinguere la composizione del papiro daquella dell'inchiostro, presente in quantitàtali da escludere una contaminazioneambientale.Questo significa che il metallo venivaaggiunto deliberatamente all'inchiostro."Grazie alla potenza di fascio di sincrotronedell'ESRF, le analisi sono state molto veloci,un decimo di secondo a pixel, permettendocidi acquisire numerosi dati rapidamente e sututti i campioni", ha aggiunto Mocella."Abbiamoquindi la certezza della correlazionetra informazione chimica e traccia visibile dellelettere", che si trovano sul papiro.La scoperta apre una nuova prospettiva ancheper altri studi di archeologia."Grazie alle competenze diversificate messe incampo e all'uso delle tecniche disponibili su diverselinee di luce di ESRF, abbiamo spinto a un livellomai raggiunto la nostra conoscenza degli inchiostridel periodo classico dell'antichità e pensiamo dipoter ottimizzare tecnica e lunghezze d'ondadella luce da usare per l'analisi e la lettura dialtri documenti antichi", ha concluso Mocella.