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Agricoltura e crescita delle popolazioni preistoriche


fonte: Le ScienzeAgricoltura e crescita delle popolazioni preistoriche
L'adozione dell'agricoltura, databile in Europa tra 10.000 e 12.000 anni fa, non fu un fattore determinante della crescita delle popolazioni umane preistoriche. Da un'analisi statistica delle datazioni al radiocarbonio condotta sui resti degli insediamenti nordamericani dello stesso periodo, è emerso che le popolazioni di cacciatori-raccoglitori avevano tassi di crescita molto simili(red)antropologiaarcheologiastatisticaagricolturaPopolazioni umane preistoriche di cacciatori-raccoglitori che abitavano il Nord America sono cresciute allo stesso ritmo delle società basate sull'agricoltura in Europa. È la conclusione di uno studio pubblicato sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" da ricercatori dell'Università del Wyoming, che mette in discussione una teoria consolidata secondo cui l'adozione dell'agricoltura, iniziata tra 10.000 e 12.000 anni fa, avrebbe accelerato la crescita della popolazione umana.Secondo precedenti ricerche, a partire dalla fine dell'ultima glaciazione, la crescita della popolazione umana sul lungo termine è stata dello 0,04 per cento per anno. Si tratta di un valore che si riscontra in diverse parti del mondo con differenti condizioni climatiche, e che è rimasto di fatto invariato fino a circa 200 anni fa, quando una serie di fattori ha portato a tassi di crescita più elevati. Attualmente, la popolazione umana mondiale cresce a un tasso medio dell'uno per cento per anno.
Ricostruzione di un insediamento primitivo di popolazioni agricole (Wikimedia Commons)Gli autori hanno effettuato un'analisi statistica delle datazioni al radiocarbonio dei resti fossili relativi a insediamenti preistorici di popolazioni di cacciatori-raccoglitori vissute tra 6.000 e 13.000 anni fa in una regione che si trova a cavallo tra gli Stati del Wyoming e del Colorado. Questi dati forniscono una documentazione piuttosto precisa della dimensione di queste popolazioni e quindi anche del loro tasso di crescita annuo, risultato pari allo 0,041 per cento, in linea con la crescita di altre regioni in tutto il Nord America, pur con fluttuazioni a breve termine che durano da alcune centinaia a mille anni in specifiche regioni. Nello stesso periodo, le popolazioni europee erano già passate a un sostentamento basato sull'agricoltura, ma il loro tasso di crescita era praticamente lo stesso."Questa somiglianza nei tassi di crescita indica che gli esseri umani preistorici erano efficacemente adattati al loro ambiente, al punto che la pressione ambientale specifica di ogni regione non era il principale meccanismo di regolazione della crescita della popolazione a lungo termine", scrivono gli autori.In definitiva, l'introduzione dell'agricoltura non può essere collegata a un aumento del tasso annuo a lungo termine della crescita della popolazione. Probabilmente, i fattori determinanti erano di natura globale ed erano connessi al cambiamento climatico, o a fattori biologici che influenzano l'aspettativa di via o il tasso di fecondità, come per esempio le malattie. Per avere un riscontro più preciso su base sperimentale, sottolineano gli autori, sarebbero necessarie nuove analisi su ulteriori datazioni al radiocarbonio.