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Il batterio dell'ulcera nello stomaco di Ötzi


07 gennaio 2016Il batterio dell'ulcera nello stomaco di ÖtziDal contenuto dello stomaco dell'Uomo del Similaun, la mummia risalente a 5300 anni fa scoperta nel 1991, è stato possibile isolare il genoma di H. pylori, il batterio che attualmente infetta una notevole percentuale della popolazione mondiale, causando gastriti e ulcere. L'identificazione dello specifico ceppo ha permesso di ricostruire la cronologia dell'evoluzione del batterio, che s'intreccia con le migrazioni e gli incroci tra le popolazioni umane nelle ultime migliaia di anni(red)antropologiamicrobiologiaNello stomaco di Ötzi, la mummia risalente a 5300 anni fa scoperta nei ghiacci del Similaun nel 1991, sono ancora presenti i resti di Helicobacter pylori, un batterio attualmente presente in circa metà della popolazione mondiale e responsabile di gastriti e ulcere. È questo il risultato di un nuovo studio pubblicato su "Science" da Frank Maixner della European Academy (EURAC) di Bolzano e colleghi di un'ampia collaborazione internazionale. La scoperta getta una luce sull'evoluzione del batterio negli ultime migliaia di anni, oltre a suggerire nuove ipotesi sullo stato di salute dell'Uomo del Similaun."Pensavamo che fosse estremamente improbabile trovare il batterio nello stomaco di Ötzi, perché la mucosa non è più presente tra i resti", ha spiegato Albert Zink, coautore dello studio. Insieme con i colleghi, Zink ha deciso quindi di aggirare il problema estraendo tutto il DNA del contenuto dello stomaco e di separare le sequenze genetiche di Helicobacter pylorie ricostruire così un genoma del batterio vecchio di 5300 anni".
Ricostruzione dell'aspetto dell'uomo del Similaun (© South Tyrol Museum of Archaeology, Foto Ochsenreiter)Gli autori hanno scoperto anche la presenza dei marcatori proteici che si trovano oggi nei soggetti infettati dal batterio: ciò indica che il  sistema immunitario aveva già reagito all'infezione. Ma il dato più sorprendente emerso dalle analisi è che si tratta di un ceppo batterico piuttosto virulento, più simile ai ceppi che si trovano in Asia centrale e meridionale che a quello europeo attuale.Questa conclusione ha notevoli conseguenze per la ricostruzionedelle diverse fasi di contatto e di incrocio delle popolazioni dopo l'ultimo massimo glaciale, poiché in origine esistevano due ceppi differenti di H. pylori, uno africano e uno asiatico, che a un certo punto si sono ricombinati per dare origine alla forma europea attuale.Finora si riteneva che gli esseri umani del Neolitico, nel passaggio cruciale dalla vita nomade a quella stanziale basata sull'agricoltura, fossero infettati già da questo ceppo europeo. Il contenuto dello stomaco di Ötzi, invece, sembra testimoniare il contrario."La ricombinazione dei due tipi di Helicobacter può essersi verificata solo in un'epoca successiva a quella di Ötzi, e questo dimostra che la storia degli insediamenti in Europa è molto più complessa di quanto ipotizzato", ha concluso Maixner.Ma c'è anche un'altra domanda che i ricercatori si pongono, e riguarda lo stato di salute di Ötzi: l'uomo del Similaun soffriva di stomaco? La questione sorge da un dato clinico: un decimo delle persone infettate dal batterio sviluppano complicazioni, come ulcere dello stomaco o gastrite, per lo più in età avanzata."Il fatto che Ötzi soffrisse di stomaco non si può affermare con certezza, perché i tessuti colpiti dall'infezione non sono sopravvissuti; tuttavia, esistono effettivamente i presupposti perché fosse colpito dai disturbi indotti da H. pylori".