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Le specie umane estinte commettevano omicidi?


fonte: Le Scienze06 gennaio 2016
Cortesia Lee Bergeret al./eLifeL'accumulo di resti fossili di Homo naledi trovati in una grotta quasi inaccessibile fa sospettareche non si trattasse di una sepoltura intenzionale,come suggeriscono gli autori della scoperta, mache qualcuno vi abbia gettato delle vittime diomicidi, combattimenti o sacrificidi Michael Shermerantropologiapaleontologia"Fossili: un antico antenato dell'essere umanoforse seppelliva i morti" (Reuters). "Perché Homo naledi seppelliva i suoi morti?» (NOVA Next).Questi sono solo due dei tanti titoli apparsi loscorso settembre in seguito a un articolo incui il paleoantropologo Lee R. Berger dell'Universitàdi Witwatersrand a Johannesburg rivendicava lascoperta di una nuova specie in una grotta inSudafrica.Le ragioni per nutrire un certo scetticismo c'erano. L'età dei fossili non è definita e non è ancora notoin quale punto del lignaggio degli ominidi si collochino.Le loro mani, i polsi e i piedi sono simili a quelli diesseri umani moderni di piccole dimensioni, e ilvolume cerebrale è vicino a quello dei australopitechidotati, come Lucy,  di un piccolo cervello.I ricercatori stanno ancora discutendo se questacombinazione di caratteri rappresenta una nuovaspecie o una variante di una specie esistente.
Ricostruzione di uno scheletro di H. nadeli.Inoltre, invece di pubblicare su "Science" o"Nature" - le prestigiose riviste su cui è spessoannunciata la scoperta di nuovi importanti repertifossili umani - gli autori hanno presentato la loroscoperta su "Elife", una rivista online ad accessopubblico che compie il processo di peer reviewpiuttosto rapidamente.E invece di catalogare meticolosamente i 1550 fossili(appartenenti ad almeno 15 persone) lavorandoper molti anni, come è comune in paleoantropologia,l'analisi è stata pubblicata appena un anno e mezzodopo la loro scoperta nel novembre 2013.A indurmi allo scetticismo, tuttavia, è stata lacongettura degli scienziati che il sito rappresenti unesempio di "deliberato smaltimento del corpo", unacosa che, come hanno letto tra le righe i mediaimplica una procedura di sepoltura intenzionale.Questa, hanno concluso, era la spiegazione piùprobabile rispetto ad altre quattro ipotesi.Insediamento.Nella camera non c'è alcun detrito, e l'ambienteè così buio che per abitarci sarebbe stata necessariauna luce artificiale, della quale non ci sono indizi;inoltre la grotta è quasi inaccessibile e sembrache entrarci non sia mai stato facile. Trasporto d'acqua. Le grotte che sono state inondatemostrano strati sedimentologici di materiale a granagrossa, che sono assenti nella "Camera Dinaledi",dove sono stati scoperti i resti. Predatori.Non ci sono segni di predazione sui resti scheletricisono stati depositati in un certo arco di tempo,escludendo un singolo evento calamitoso, mentrela quasi irraggiungibilità di quell'ambiente rendeimprobabile l'ingresso casuale e la morte diquegli individui.Infine, le età dei 13 individui identificati - tre neonati,tre bambini piccoli, un bambino più grande, unadolescente, quattro giovani adulti e un adulto piùanziano - sono differenti da quelle dei soggettitrovati in atri depositi e dei quali è stata stabilitala causa di morte e la deposizione.E' un enigma avvolto nel sedimento, all'interno diuna grotta.Io credo che gli autori stiano sottovalutando unacausa di morte fin troppo comune fra i nostri antenati:morte in combattimento, per omicidio o per sacrificio.Lawrence H. Keeley, in War Before Civilization (1996)e Steven A. LeBlanc in Constant Battles (2003) hannodimostrato, attraverso la revisione di centinaia di studiarcheologici, che una percentuale significativa diindividui ancestrali è morta di morte violenta.Nel suo libro 2011 Il declino della violenza [tr. it. 2013],Steven Pinker aggrega una serie di dati di 21 sitiarcheologici e arriva a indicare un tasso di morte violentadel 15 per cento circa.In un articolo del 2013 su "Science", Douglas P. Fry ePatrik Söderberg contestano però la teoria che la guerrafosse diffusa fra gli antichi esseri umani, sostenendoche dei 148 episodi di violenza relativi a  21 gruppidi individui itineranti, più della metà "sono stati perpetratida individui solitari, e quasi due terzi sono il risultato diincidenti, controversie interfamiliari all'interno del gruppo,esecuzioni o motivazioni interpersonali quali la disputaper una donna".Comunque la si chiami, guerra o omicidio si trattacomunque di morte violenta, e un ulteriore esamedei fossili di Homo naledi dovrebbe prendere inconsiderazione la violenza (guerra o omicidio per gli adulti,sacrificio per i giovani) come plausibile causa di morte edi deposizione nella grotta.Ricordiamo che per Ötzi - scoperto nel 1991 in unghiacciaio di fusione nelle Alpi Venoste, in Tirolo, a 5000 anni dalla sua morte - ci sono voluti dieci anniprima che gli archeologi stabilissero che era mortodi morte violenta, dopo aver ucciso almeno altredue persone in quello che appare uno scontro tracacciatori.E' una parte della nostra natura che siamo riluttantiad ammettere, ma che dobbiamo prendere in considerazionedi fronte a cadaveri in luoghi bui.L'autoreMichael Shermer è editore della rivista "Skeptic".Il suo ultimo libro èThe Arc Moral (Henry Holt, 2015)(La versione originale di questo articolo è apparsa su www.scientificamerican.com l'1gennaio 2016. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati)