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Una mummia riscrive la storia naturale del vaiolo


Fonte: Le Scienze09 dicembre 2016Una mummia riscrive la storia naturale del vaiolo
Kiril Cachovski of the Lithuanian Mummy Project, 201509/12/2016Una mummia riscrive la storia naturale del vaiololo trovato in una mummia del XVII secolo suggerisce che la malattia non sia antica quanto si credeva ma sia comparsa solo verso la fine del XVI secolo. I presunti antichissimi casi risalenti a 3000-4000 anni fa sarebbero in realtà casi di morbillo o varicella, che lasciano lesioni molto simili(red)microbiologiastoriamedicinaIl sequenziamento del DNA del virus del vaiolo (Variola virus) estratto dai resti mummificati di un bambino del XVII secolo impone la riscrittura della storia naturale della malattia, che forse ha iniziato ad aggredire la nostra specie in un'epoca ben successiva a quanto si pensasse.Lo studio condotto da ricercatori della McMaster University ad Hamilton, in Canada, e dell'Università di Vilnius, in Lituania - con la collaborazione di diversi centri di ricerca internazionali - data infatti l'origine al periodo compreso fra 1588 e il 1645 invece che a 3000-4000 anni fa. Lo studio è pubblicato su "Current Biology".
La cripta in cui è stata ritrovata la mummia (Cortesia Kiril Cachovski of the Lithuanian Mummy Project, 2015)Dopo aver ottenuto il permesso dell'Organizzazione mondiale della sanità, Hendtik N. Poinar e colleghi hanno prelevato campioni della pelle della mummia di un bambino morto di vaiolo scoperti nella chiesa del Santo Spirito di Vilnius, per cercare di isolare il DNA del virus.Grazie al ricorso a particolari sonde a RNA sono riusciti nell'impresa, tanto da ricostruire l'intero genoma dell'antico ceppo del virus. A questo punto lo hanno confrontato con i ceppi del virus del vaiolo risalenti alla metà del XX secolo e al periodo immediatamente precedente alla sua eradicazione, avvenuta alla fine degli anni settanta.Questo ha permesso quindi di risalire al loro antenato comune e all'epoca della comparsa del virus, compresa fra il 1588 e il 1645, ossia al periodo delle grandi esplorazioni e colonizzazioni, che ne avrebbero favorito la diffusione in tutto il mondo. "Quindi, ora dobbiamo chiederci se le prove storiche che suggerivano l'esistenza del vaiolo già all'epoca di Ramses V per arrivare a tutto il Cinquecento sono vere", ha detto Poinar. "Erano autentici casi di vaiolo o errori di identificazione, molto facili dacommettere, data la somiglianza delle lesioni del vaiolo con quelle della varicella e del morbillo?" La classificazione di quei presunti antichissimi casi di vaiolo era infatti avvenuta sulla sola base dell'osservazione delle lesioni lasciate dalla malattia, e non di reperti genetici.I ricercatori hanno anche individuato alcuni  momenti specificidi evoluzione del virus. Per esempio, quando  nel XVIII secolo Jenner sviluppò il suo vaccino contro il virus, modificò la pressione selettiva sull'agente patogeno, che si divise in due ceppi: Variola major, che causava il vaiolo propriamente detto, e Variola minor, che provocava la forma molto meno aggressiva e letale della malattia nota come alastrim.Ma la ricerca sulla storia naturale del vaiolo non è conclusa: "Ora conosciamo l'evoluzione dei ceppi dal 1650, ma ancora non sappiamo quando il vaiolo fece la sua prima comparsa negli esseri umani, né da quale animale proviene. E non lo sappiamo perché  non abbiamo campioni storici ancora più antichi su cui lavorare."