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Una mappa genetica dei flussi migratori negli Stati Uniti


fonte: Le ScienzeUn consorzio tra diversi istituti di ricercaha prodotto la prima mappa genetica dellapopolazione degli Stati Uniti, che registra letracce dei flussi migratori avvenuti dopo lacolonizzazione europea.Sono evidenti i contributi dei neri africani,dovuti alla tratta degli schiavi, ma anchedi migrazioni minori, come quella degliscandinavi, dei portoricani o dei canadesifrancofoni(red)geneticastoriaepidemiologiaChe la popolazione degli Stati Uniti siacomposta in larghissima misura da discendentidi emigranti è cosa ben nota. Incrociando i dati genetici di 770.000 cittadinistatunitensi con 20 milioni di dati genealogici,un gruppo di ricercatori guidato da CatherineBall della Harvard University è ora riuscito aricostruire una mappa della struttura dellapopolazione americana così come si è sviluppatanegli ultimi secoli. La ricerca è illustrata in unarticolo apparso online su "Nature Communications".L'obiettivo dello studio era ambizioso.Dopo l'arrivo di Cristoforo Colombo nel 1492,infatti, la demografia del continente americanosi è sviluppata a un ritmo eccezionalmenteelevato, e ha subito l'influenza di un grannumero di eventi storici che hanno coinvoltoampie popolazioni di diverse etnie: schiavitùdei neri provenienti dall'Africa, flussi migratorida tutto il mondo, guerre e cambiamenti climatici.Gli studi genetici condotti finora hanno fornitoindicazioni sulle migrazioni umane antiche,permettendo di determinare con notevoleprecisione la provenienza degli antenati deinativi americani, più che sui cambiamentidemografici recenti.La regione di ciò è nel metodo di analisi adottato,basato sulla determinazione della frequenzadegli alleli, cioè delle diverse varianti di specificigeni, che divergono molto lentamente e perciòforniscono indicazioni demografiche su periodidi tempo molto lunghi.Ball e colleghi hanno usato un approccio diverso,più adatto a un arco temporale di alcuni secolisoltanto, basato su analisi sull'intero genoma,cioè sulla quasi totalità dei geni del DNA dei770.000 soggetti coinvolti.I dati genetici così ricavati sono stati incrociaticon un database di circa 20 milioni di registrazionigenealogiche, cioè di rapporti di parentela tradiversi individui.L'analisi ha prodotto una mappa che evidenziai diversicluster, aggregazioni di varianti genetichetra loro correlate, associati alle diverse origini etniche.I risultati sono così accurati da riuscire a mostrare,oltre ai contributi più importanti come quello deineri africani, anche flussi migratori minori, comequello di popolazioni di origine scandinava, deicanadesi francofoni, dei portoricani e di altri colonistorici, come la comunità Amish, che ha subito permolto tempo un isolamento geografico e culturale.Complessivamente, lo studio fornisce una mappaabbastanza completa dei cambiamenti demograficinelle popolazioni del Nord America dopo la coloniz-zazione europea, che potrebbe avere ancheun'utilità pratica in campo sanitario, dato che ivari cluster possono essere associati a specifichemalattie.Per esempio, i dati mostrano che la variantegenetica che conferisce un maggior rischio ditumore ha una frequenza del 5,6 per centonel cluster degli afroamericani mentre è moltorara al di fuori di esso.Analogamente, un gene protettivo nei confrontidel tumore polmonare squamocellulare è 10volte più frequente del normale nel clusterfinlandese.Un'analisi ulteriore dei cluster attualmentepoco definiti, sottolineano gli autori, potrebbeportare all'identificazione di altri fattori di rischiosanitario, permettendo così di approntare leadeguate misure di prevenzione e di cura.