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La violenza alimenta l'epidemia di Ebola


fonte: Le Scienze12 marzo 2019
L'intensificarsi dei conflitti nella RepubblicaDemocratica del Congo ostacola gli sforziper debellare il virus, che si sta diffondendoal di fuori delle catene di trasmissioneconosciute e ha raggiunto un tasso di mortalitàdel 60 per cento superiore a quello della crisi del2014-2016 nell'Africa occidentaledi Amy Maxmen / Naturemedicinaepidemiologiapolitiche sanitariePiù di 900 persone hanno contratto il virusEbola da quando ha iniziato a diffondersi nellaRepubblica democratica del Congo (RDC)all'inizio di agosto.L'epidemia, ora la seconda più diffusa mairegistrata, non mostra alcun segno di rallentamento,alimentata, dicono gli operatori umanitari e ifunzionari governativi, da un cocktail tossicodi violenza e sfiducia.Il conflitto nel nord-est della RDC, il centrodell'epidemia di Ebola, negli ultimi mesi si èintensificato. Alla fine di dicembre - dopo che ilgoverno della RDC aveva impedito a più di unmilione di persone nelle zone colpite dall'Eboladi votare per le elezioni presidenziali del paese- gruppi di manifestanti hanno assaltato ebruciato un centro per la cura dell'Ebola a Beni.E il mese scorso, assalitori armati hannoincendiato i centri di cura a Butembo e Katwa.Le persone impegnate in prima linea percombattere l'Ebola in quelle città - che diffondonoappelli sanitari, identificano i casi potenziali eseppelliscono i morti - affrontano minacce eaggressioni quasi quotidianamente.
Il numero di vittime di Ebola nella Repubblicademocratica del Congo continua a salire.(ZUMAPRESS.com / AGF)Le continue violenzehanno ostacolato gli sforzi per contenere il virus."Qui ci sono così tanti gruppi armati che non sisa dove capiterà il prossimo problema", diceuno di loro, che ha chiesto di restare anonimoperché non è autorizzato a parlare con la stampa."Siamo gettati nel fuoco".Altrettanto preoccupanti, dicono gli epidemiologi,sono i dati dell'Organizzazione Mondiale dellaSanità (OMS) che indicano che il virus si stadiffondendo inosservato.Durante le ultime tre settimane di febbraio, il43 per cento delle persone morte per Ebola aKatwa e Butembo sono state trovate giàdecedute nelle loro comunità, senza che fosserostate isolate negli ospedali durante le ultimefasi della malattia, quando è più contagiosa.E tre quartidi coloro ai quali è stata diagnosticatol'Ebola non erano stati precedentementeidentificati come persone a contatto di soggettiche avevano contratto il virus.Nel complesso, le statistiche suggeriscono cheil virus si stia diffondendo al di fuori delle catenedi trasmissione conosciute, rendendo più difficilecontenerlo e facendo salire il tasso di mortalitàrispetto ai focolai precedenti.L'attuale tasso di mortalità, il 60 per cento circa,è superiore a quello registrato durante la crisidell'Ebola del 2014-16 in Africa occidentale, equesto nonostante i miglioramenti ottenuti nellacura delle persone colpite, compresa l'introduzionedi diversi farmaci sperimentali."Possiamo avere a disposizione i miglioritrattamenti al mondo, ma la mortalità nondiminuirà se i pazienti non si presentano oarrivano troppo tardi", dice Chiara Montaldo,coordinatrice medica del gruppo di soccorso diMédecins Sans Frontières (MSF, noto anchecome Medici Senza Frontiere) nella provinciadel Nord Kivu della RDC.Territorio inesploratoQuesto focolaio di Ebola è il decimo nella RDCda quando il virus è stato scoperto nel 1976.È di gran lunga la più grande e più lungaepidemia che abbia mai colpito il paese, concirca 907 casi e 569 decessi, al 5 marzo.[Saliti a 921 casi e 582 decessi all'11 marzo.N.d.R.] A differenza delle precedenti, è iniziatanella regione nord-orientale della RDCdevastata dalla guerra, dove le ondate diconflitti che si susseguono dal 1997 hannocausato fino a sei milioni di vittime.La regione ospita decine di gruppi armati edè anche una roccaforte degli oppositori delpartito politico al potere nella RDC.Molti abitanti guardano con sospetto alleiniziative per debellare l'epidemia di Ebola,perché le considerano collegate alla lottadel governo ai suoi nemici politici.La decisione presa l'anno scorso dall'expresidente Joseph Kabila di impedire il votoagli abitanti delle città di Beni, Butembo eYumbi - per prevenire la diffusione di Ebola - ha aggravato i sospetti.l 24 e il 27 febbraio a Katwa e a Butembo sonostati dati alle fiamme i centri di MSF per la curadi Ebola. (Cortesia WHO)La risposta costantedel Ministero della sanità della RDC, dell'OMSe di MSF (Médecins Sans Frontières), tra gli altrigruppi, ha arginato l'epidemia nelle comunità incui il virus è comparso per la prima volta, comeMabalako, Komanda e Beni.Ma quando la gente si sposta, si sposta anche Ebola.Il virus si è diffuso in nuove aree, tra cui Butembo e Katwa.Le continue violenze hanno indotto MSF asospendere le attività nelle due città il 28 febbraio.Le principali agenzie sanitarie pubbliche non congolesi- come i Centers for Disease Control and Preventiondegli Stati Uniti - hanno ritenuto la provincia del NordKivu, dove si trovano Butembo e Katwa, tropporischiosa per andarci. Così, gli epidemiologi degli StatiUniti e di altri paesi occidentali stanno monitorando lasituazione da lontano.L'OMS ha mantenuto in zona il proprio personale, masta valutando se utilizzare le truppe di pace delleNazioni Unite per cercare di rendere sicure le clinichee le strutture in cui lavorano i suoi dipendenti."Siamo preoccupati per la nostra gente", diceIbrahima Socé-Fall, vicedirettore generale dell'OMSper gli interventi di emergenza, che ha sede aBrazzaville, nella Repubblica del Congo, che si affacciasul fiume che la separa dalla RDC.Nel frattempo, l'OMS ha intensificato i colloqui coni leader della comunità e sta preparando i residentia contribuire alla realizzazione della risposta a Ebola."Vogliamo ridurre la dipendenza dai partner internazionali",dice Socé-Fall.Lanciare l'allarmePer contribuire ad arrestare la diffusione dell'Ebola,alcuni analisti esperti in politica sanitaria vorrebberoche l'OMS definisse l'epidemia nella RDC comeun'emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale.Questo potrebbe aumentare la cooperazioneinternazionale e mobilitare gli aiuti, come avvennequando l'OMS dichiarò l'emergenza sette mesi dopolo scoppio dell'epidemia di Ebola nell'Africa occidentale nel 2014-16.L'OMS stima che eradicare l'attuale epidemia di Ebolanella RDC costerebbe 148 milioni di dollari.Secondo il direttore generale dell'agenzia, TedrosAdhanom Ghebreyesus, al 26 febbraio i paesi membridell'OMS avevano impegnato meno di 10 milioni didollari.
Avvisi sulle modalità di trasmissione del virusaffissi per sensibilizzare la popolazione.(Cortesia WHO/L. Gutcher)"Se questa non èun'emergenza sanitaria globale, che cosa lo è?",dice Lawrence Gostin, specialista in diritto epolitica sanitaria della Georgetown University aWashington DC: il conflitto in corso nel nord-estdella RDC, osserva, rende l'epidemia eccezionalee le migliaia di persone che si spostanoregolarmente dal nord-est della RDC in Sud Sudan,Uganda e Ruanda aumentano il rischio che il virussi diffonda.I sostenitori di una dichiarazione di emergenzaaffermano che permetterebbe all'OMS di denunciarele azioni governative che potrebbero danneggiarela risposta dell'Ebola, come le restrizioni di votodella RDC dell'anno scorso o la decisione degliStati Uniti di non entrare nella zona di diffusionedel virus.Una dichiarazione potrebbe anche far pressionesulla RDC perché migliori i servizi sanitari e lasicurezza nelle comunità colpite da Ebola e dallaviolenza, dice Oyewale Tomori, un virologoindipendente di Ibadan, in Nigeria.Da ottobre, l'OMS ha ripetutamente decisodi non dichiarare un'emergenza sanitaria pubblica,affermando che è improbabile che Ebola si diffondaa livello globale e che i gruppi di aiuto stannofornendo un aiuto sufficiente a limitare l'epidemia.Alcuni esperti di problemi sanitari globali ipotizzanoche la riluttanza dell'OMS a dichiarare l'emergenzasia influenzata anche da questioni geopolitiche.Dichiarare un'emergenza potrebbe indurre ipaesi confinanti con la RDC a chiudere le frontiere,per esempio, e questo potrebbe deprimerel'economia della regione e rendere ancora più difficilesapere quando le persone con Ebola entrano inaltri paesi.E David Heymann, epidemiologo della LondonSchool of Hygiene and Tropical Medicine, affermache i leader dei gruppi armati della regione potrebberousare una dichiarazione di emergenza come leva pernegoziare il controllo del territorio o delle risorse incambio del permesso ai soccorritori di fare il loro lavoro."Gli agenti infettivi possono essere usati come ostaggi",dice.C'è poi il problema di sapere se una dichiarazionedi emergenza serva effettivamente a qualcosa.Adia Benton, antropologa della NorthwesternUniversity a Evanston, in Illinois, dice che la svoltanell'epidemia dell'Africa occidentale potrebbeessere stata la notizia di una manciata di casi diEbola negli Stati Uniti, e non la decisione didichiarare lo stato di emergenza.E teme che - ci sia o meno la dichiarazione diemergenza dell'OMS - la situazione continueràa peggiorare, proprio come gli incendi dolosi, lafame e la violenza che da un quarto di secoloaffliggono la Repubblica Democratica del Congo,ampiamente ignorati dal resto del mondo.--------------------------(L'originale di questo articolo è stato pubblicato su "Nature" l'8 marzo 2019. Traduzione ed editing a cura di Le Scienze. Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)