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Un piccolo testimone della formazione del sistema solare


Fonte: Le Scienze 30 gennaio 2019 Un piccolo testimone della formazione del sistema solare
Nella remota fascia di Kuiper, oltre i confini dell'orbita di Nettuno, è stato individuato per la prima volta un asteroide con un diametro di appena 1,3 chilometri. La presenza in quella regione del sistema solare di corpi celesti così piccoli, che risalgono alle prime fasi di formazione dei pianeti, era stata prevista 70 anni fa, ma finora la loro ricerca era andata a vuoto(red)planetologiaastronomiaUn asteroide di appena 1,3 chilometri di diametro è stato scoperto per la prima volta nella fascia di Kuiper, agli estremi margini del sistema solare. La scoperta, illustrata su "Nature Astronomy", suggerisce che oggetti di dimensioni analoghe o poco superiori - risalenti all'inizio dell'epoca di formazione dei pianeti - siano molti di più di quanto si credesse.
Raffigurazione artistica del corpo celeste appena scoperto.La fascia di Kuiper è un insieme di piccoli corpi celesti situati oltre l'orbita di Nettuno, fra i quali si annovera anche Plutone, dopo il suo declassamento, nel 2006, da pianeta a pianeta nano.Come gli asteroidi che si trovano fra Marte e Giove, si ritiene che anche quei corpi siano residui della fase di formazione del sistema solare, quando, aggregandosi in gran numero, diedero origine ai pianeti.Tuttavia, a differenza degli oggetti della fascia interna, che sono stati alterati dal costante bombardamento di radiazioni provenienti dal Sole e dalle frequenti collisioni, quelli della fascia di Kuiper - sparsi in un volume di spazio immenso e lontani dal Sole  - devono essere rimasti sostanzialmente nelle condizioni originarie.I modelli di formazione dei pianeti prevedono da oltre  70 anni l'esistenza di oggetti di diametro compreso fra uno e pochi chilometri oltre l'orbita di Nettuno, oggetti però troppo piccoli e poco visibili per essere osservati direttamente anche dai telescopi più potenti.Ko Arimatsu dell'Osservatorio astronomico nazionale del Giappone, e colleghi sono ora riusciti a scoprirne uno ricorrendo a un metodo indiretto, detto delle occultazioni, che misura la variazione della luce proveniente da una stella quando un oggetto passa davanti a essa. Usando solo due piccoli telescopi e monitorando 2000 stelle per 60 ore, i ricercatori sono riusciti a individuare un evento di occultazione coerente con il passaggio davanti a una stella di un oggetto di 1300 metri di diametro.Considerato il numero ridotto di stelle prese in esame e di ore di osservazione, osservano gli autori, le probabilità di registrare un evento simile sembravano molto basse. Il successo dell'impresa suggerisce quindi che il numero di corpi celesti di quelle dimensioni sia molto superiore a quello finora stimato.Inoltre, commenta Arimatsu, "questa è una vera vittoria per piccoli progetti.Il nostro team aveva meno dello 0,3 per cento del budget dei grandi progetti internazionali, eppure siamo riusciti a fare una scoperta che non era riuscita a progetti ben più grandi. Ora che sappiamo che il nostro sistema funziona, studieremo più in dettaglio la fascia di Kuiper, ma abbiamo gli occhi puntati anche sulla Nube di Oort".