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Stonehenge: la provenienza dei megaliti


Fonte: Le ScienzeStonehenge, confermata la scoperta delle cave da cui provengono imegalitiDopo le anticipazioni del 2015, il team di archeologi britannici ha pubblicato ora lo studio in cui si dimostra che i grandi blocchi di pietra del sito inglese provengono da cave del Galles distanti 290 chilometridi Nick Romeo
Fotografia di Sofia.D/Your Shot National GeographicVedi anche
Le scoperte fatte da un gruppo di archeologi britannici, rese note in questi giorni attraverso la pubblicazione sulla rivista Antiquity, gettano nuova luce su come alcuni dei monoliti di Stonehenge furono estratti e trasportati nel famoso complesso megalitico.In un annuncio fatto lunedì scorso, il team (confermando quanto aveva anticipato in base ai primi risultati acquisiti già nel 2015) ha spiegato di aver trovato prove in abbondanza della presenza di due cave del periodo Neolitico nel Galles da cui provenivano lebluestones, come vengono chiamate le rocce di origine 'non locale' del monumento eretto a Stonehenge circa 5000 anni fa.Delle circa 80 stimate, sopravvivono ancora 43 bluestonesdisposte a formare un ferro di cavallo attorno al quale correva un cerchio di blocchi di arenaria molto più grandi. Studiando e datando i reperti delle cave gli archeologi hanno determinato quando e come le popolazioni preistoriche estrassero per la prima volta queste bluestones.Le cave gallesi si trovano sulle Preseli Hills, nel Pembrokeshiresettentrionale, a circa 290 chilometri via terra da Stonehenge. Le bluestones pesano 1-2 ton-nellate e sono alte fino a 2,4 metri.Le rocce di queste cave sono di origine ignea e vulcanica con precise caratteristiche geologiche che corrispondono a quelle del semicerchio interno di Stonehenge. I geologi hanno dimostrato che questa regione del Galles è l'unica nelle isole britanniche che contiene il particolare tipo di roccia, la diabase, di cui sono costituite le bluestones.Gli archeologi hanno riportato alla luce strumenti litici, rampe e piattaforme di terra, legno e carbone bruciato, e un'antica strada interrata che costituiva probabilmente l'uscita dalla cava."Sapevamo quali fossero le aree di origine delle rocce, ma è stato davvero entusiasmante scoprire le cave vere e proprie" da cui furono estratti i monoliti, spiegò a suo tempo Mike Parker Pearson della University College London, direttore del progetto."Qui vennero costruite vaste infrastrutture, come appunto piat-taforme, rampe, zone di carico. È ancora possibile vedere i punti in cui vennero inseriti i cunei di legno nelle fessure dell'affioramento".Le datazioni al radiocarbonio eseguite sulla carbonella e sulle castagne bruciate trovate sul sito inquadrano l'attività neolitica nella cava fra i 5.400 e i 5.200 anni fa. I ricercatori ritengono che Stonehenge non sia stata costruita prima del 2.900 a.C. Ciò solleva un interrogativo: cosa è successo ai monoliti durante quei 3-5 secoli trascorsi dall'estrazione?"È una questione affascinante", spiegò Parker Pearson ai tempi delle prime scoperte del 2015. "È piuttosto improbabile che siano serviti cinque secoli per trascinare le rocce dalle cave fino a Stonehenge; è più credibile invece che le bluestones siano state prima utilizzate per un monumento nella zona, e poi 'smontate' e trascinate nel Wiltshire".Spostare monoliti di due tonnellateEstrarre i monoliti dalla cava era relativamente facile per quegli operai preistorici. "Bastava infatti inserire cunei di legno nelle fessure dell'affioramento e lasciare che le piogge li gonfiassero, spaccando la roccia e creando delle colonne naturali che venivano calate su piattaforme di terra. Da lì i monoliti venivano poi trascinati fuori dalla cava", spiega Josh Pollard della University of Southampton.Alla fine, un'ottantina di bluestones furono trasportate a Stonehenge. Spostare monoliti di due tonnellate per quasi 300 chilometri fu certamente un'impresa straordinaria, ma altri casi avvenuti in India dimostrano che pietre di quelle dimensioni possono essere spostate su graticci di legno da gruppi non superiori alle 60 persone.Rimuovere le pietre dalla cava richiedeva un misto di forza e ingegnosità. La stretta via d'uscita - larga solo circa 180centimetri - non consentiva l'uso di tronchi su cui far rotolare le pietre. Gli archeologi ritengono che gli operai neolitici usasssero una combinazione di funi, leve e di fulcri per posizionare i monoliti su una serie di slitte di legno su sui venivano poi fatti scivolare.Nonostante la dieta degli operai fosse con ogni probabilità costituita da carne, il suolo estremamente acido del sito non ha consentito la conservazione di ossa o palchi. Gli archeologi però hanno trovato resti di castagne arrostite, uno 'spuntino' tipico del Neolitico. Secondo Parker Pearson, nella cava lavorava un gruppo costituito da almeno 25 persone, che probabilmente arrivavano ogni giorno nel sito estrattivo da vari insediamenti nei dintorni. Le ricerche di Parker Pearson e del suo gruppo sono finanziate da un fondo di ricerca National Geographic Science and Exploration