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I fossili raccontano l'inizio della catastrofe che cancellò i dinosauri


Fonte: Le Scienze 05 aprile 2019 I fossili raccontano l'inizio della catastrofe che cancellò i dinosauri
Un deposito di fossili scoperto negli Stati Uniti, a 3000 chilometri dal punto in cui cadde l'asteroide che 66 milioni di anni fa portò all'estinzione dei dinosauri, ha permesso di ricostruire che cosa accadde nei minuti immediatamente successivi all'evento, quando le scosse sismiche dovute all'impatto rovesciarono sulla terraferma le acque del mare interno che occupava la parte centrale del Nord Americapaleontologiascienze della terraUn eccezionale deposito fossilifero scoperto negli Stati Uniti, nello stato del North Dakota, ha permesso di ricostruire con una straordinaria risoluzione temporale gli eventi catastrofici che avvennero 66 milioni di anni fa nei minuti successivi all'impatto con la Terra dell'asteroide che, caduto in corrispondenza di Chicxulub, nel Messico meridionale, portò alla fine dei dinosauri.Situato a Tanis, nella Hell Creek Formation, non lontano dalla cittadina di Bowman, il deposito è un vero e proprio cimitero fossile di massa. È stato scoperto nel 2013 da ricercatori diretti da Robert A. DePalma, dell'Università del Kansas, e Jan Smit, della Vrije Universiteit di Amsterdam, che ora hanno pubblicato i risultati di una loro analisi sui "Proceedings of the National Academy of Sciences".Alla ricerca ha collaborato anche Walter Alvarez, che quarant'anni anni fa circa, insieme al padre Luis Alvarez, premio Nobel per la fisica nel 1988, ipotizzò per la prima volta che l'estinzione dei dinosauri fosse stata causata da un asteroide.
Raffigurazione dell'onda di tsunami generata nel mare interno del Nord America dalle onde sismiche provocate dall'impatto dell'asteroide, a 3000 chilometri di distanza (Cortesia Robert DePalma)Alla luce della datazione e dell'enorme quantità di fossili - prevalentemente pesci, ma anche resti di un mosasauro (un rettile marino), di un triceratopo, di piccoli mammiferi e di conifere - fin dalla sua scoperta il deposito era stato collegato all'evento di Chicxulub; ora il collegamento è stato confermato dalla presenza di strati di roccia con un elevato tenore di iridio, un elemento chimico rarissimo sulla Terra, ma di cui invece sono ricchi gli asteroidi.Il fatto che nel giacimento fossile la fauna ittica fosse fittamente accatastata, con una singolare compresenza di pesci d'acqua dolce e di mare, tutti immersi in una matrice di fango, ha subito fatto pensare che gli animali fossero stati travolti da un'immensa onda di tsunami. Un'attenta analisi della successione degli strati di roccia e delle loro caratteristiche ha mostrato che quell'onda di tsunami si era formata localmente, nel mare interno che all'epoca occupava la parte centrale del Nord America; l'onda dunque non era risalita fino a Tanis dal golfo del Messico, circa 3000 chilometri più a sud, dove si era verificato l'impatto dell'asteroide.Il muro d'acqua che travolse il sito di Tanis, invece, era stato generato da un'enorme onda sismica stazionaria legata a una sorta di fenomeno di battimento delle onde sismiche provenienti da Chicxulub in seguito al terremoto di magnitudo 10-11.5 provocato dall'impatto del corpo celeste. Secondo i calcoli dei ricercatori, quelle onde sismiche devono essere arrivate a Tanis nel giro di soli dieci minuti, l'altezza dell'onda stazionaria deve essere stata compresa fra i 10 e i 100 metri e quella del muro d'acqua abbattutosi sulla terraferma, esponendo parte del fondale marino, fra i due e i 10 metri.
I pesci fossili accatastati uno sopra l'altro sono stati gettati sulla terraferma dall'onda di tsunami, dove sono rimasti intrappolati nel fango e nella sabbia dopo che l'onda si è ritirata. (Cortesia Robert DePalma)Il fatto che il fondale sia stato esposto è provato dalla presenza di particolari cavità a imbuto provocate dalla ricaduta delle tectiti - sferule di materiale vetroso proiettate in aria dalla polverizzazione dell'asteroide - che non avrebbero lasciato quei segni se il fondale fosse stato coperto dall'acqua. Molte di queste sferule sono state ritrovate anche nelle branchie di moltissimi pesci fossili, aspirate dagli animali mentre venivano travolti dalla catastrofe.