Fonte: Le Scienze13 dicembre 2013Il cimitero di un'antica abbazia racconta mille anni di epidemieVaiolo, morbillo, tubercolosi, tifo, colera e soprattutto peste: sono le malattie infettive che si diffondevano lungo l'Italia con gli spostamenti di pellegrini e soldati lungo la Via Francigena. Molte nuove informazioni su questi agenti patogeni potranno essere ottenute grazie alla scoperta di un cimitero nell'antica abbazia di S. Pietro a Badia Pozzeveri, in provincia di Lucca, che raccoglie gli scheletri di pellegrini morti lungo il cammino nell'arco di circa mille anni(red)storiaepidemiologiaarcheologiaErano sepolti in un cimitero finora sconosciuto dell'Abbazia camaldolese di S. Pietro a Badia Pozzeveri, in provincia di Lucca, gli scheletri che consentiranno di aprire una finestra inattesa su salute e malattia in Europa, nel corso dei secoli, rivelando importanti informazioni su eventi epocali come la peste nera del 1300 o l'epidemia di colera del 1800. Un articolo apparso su "Science" a firma della giornalista Ann Gibbons racconta l'eccezionale scoperta fatta da Giuseppe Vercellotti e Clark Larsen, dell'Ohio State University, e da Hendrik Poinar, della McMaster University, che da tre anni conducono una meticolosa campagna di scaviper riportare alla luce i reperti, per poi studiarli con diverse tecniche, dall'analisi degli isotopi radioattivi alle scansioni di tomografia computerizzata tridimensionale.L'abbazia si trova lungo la Via Francigena, che dal centro dell'Europa, e in particolare dalla Francia, portava a Roma. Il cammino poi proseguiva poi fino al sud d'Italia, e una volta attraversato il mare, in Terrasanta. La Via Francigena era percorsa da cavalieri, monaci e contadini e, con loro, anche da gravi malattie infettive.
Il cimitero di un'antica abbazia racconta mille anni di epidemie
Fonte: Le Scienze13 dicembre 2013Il cimitero di un'antica abbazia racconta mille anni di epidemieVaiolo, morbillo, tubercolosi, tifo, colera e soprattutto peste: sono le malattie infettive che si diffondevano lungo l'Italia con gli spostamenti di pellegrini e soldati lungo la Via Francigena. Molte nuove informazioni su questi agenti patogeni potranno essere ottenute grazie alla scoperta di un cimitero nell'antica abbazia di S. Pietro a Badia Pozzeveri, in provincia di Lucca, che raccoglie gli scheletri di pellegrini morti lungo il cammino nell'arco di circa mille anni(red)storiaepidemiologiaarcheologiaErano sepolti in un cimitero finora sconosciuto dell'Abbazia camaldolese di S. Pietro a Badia Pozzeveri, in provincia di Lucca, gli scheletri che consentiranno di aprire una finestra inattesa su salute e malattia in Europa, nel corso dei secoli, rivelando importanti informazioni su eventi epocali come la peste nera del 1300 o l'epidemia di colera del 1800. Un articolo apparso su "Science" a firma della giornalista Ann Gibbons racconta l'eccezionale scoperta fatta da Giuseppe Vercellotti e Clark Larsen, dell'Ohio State University, e da Hendrik Poinar, della McMaster University, che da tre anni conducono una meticolosa campagna di scaviper riportare alla luce i reperti, per poi studiarli con diverse tecniche, dall'analisi degli isotopi radioattivi alle scansioni di tomografia computerizzata tridimensionale.L'abbazia si trova lungo la Via Francigena, che dal centro dell'Europa, e in particolare dalla Francia, portava a Roma. Il cammino poi proseguiva poi fino al sud d'Italia, e una volta attraversato il mare, in Terrasanta. La Via Francigena era percorsa da cavalieri, monaci e contadini e, con loro, anche da gravi malattie infettive.