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Anticamente, sulla via della seta...


Fonte: Le Scienze
Gli schemi dei movimenti delle mandrie di bestiame alla ricerca di pascoli in un'ampia regione che va dal Mediterraneo orientale alla Cina sono correlati alle posizioni dei siti archeologici della Via della seta, l'antico reticolo di cammini che collegava l'impero romano e quello cinese. E' quanto risulta dall'analisi dei dati raccolti da satellite con modelli derivati dalla mappatura dei corsi d'acqua(red)storiaarcheologiaspazioLa Via della seta anticamente collegava l'impero romano con l'impero cinese. Il suo nome è tradizionalmente declinato al singolare, ma in realtà si tratta di una complessa serie di cammini che formavano una struttura reticolare, attraverso la quale si muovevano beni, persone e idee.Lo studio dei resti archeologici di questa e di altre antiche vie di comunicazione ha permesso di ricostruirne a grandi linee il percorso, ma finora non si è riusciti a stabilire con certezza i dettagli di come abbiano avuto origine i contatti commerciali e quali forze spingessero i primi viaggiatori.In un nuovo studio pubblicato su "Nature", Michael Frachetti della Washington University a St. Louis e colleghi della stessa Università e dell'University college di Londra hanno analizzato i movimenti dei mandriani nomadi nelle aree dedicate alla pastorizia dell'Asia scoprendo che esiste una significativa correlazione con i siti archeologici lungo la Via della seta.Alcune prove archeologiche ed etnografiche dell'Asia interna mostrano che per circa 4500 anni i mandriani hanno portato il bestiame verso pascoli in quota d'estate, riportandolo verso zone più calde e più basse d'inverno.L'ipotesi è che gli antichi mandriani seguissero più o meno gli stessi schemi di transumanza stagionale, seguendo non solo i percorsi più agevoli e diretti da un punto all'altro, ma andas-sero anche alla ricerca di pascoli freschi. Da qui l'idea di verificare se questi schemi di spostamento delle mandrie potesse avere a che fare con il reticolo di cammini della Via della seta.
Modello grafico degli spostamenti di transumanza lungo la Via della seta ottenuto nel corso dello studio (Credit: M. Frachetti)Gli autori hanno utilizzato un software chiamato GIS (geographic information systems) che in genere serve a mappare e modellizzare i corsi d'acqua di una regione sulla base dei dati raccolti dai satellite.In questo caso, la tecnica è stata adattata per ottenere una dettagliata mappa della copertura vegetale in una vasta area compresa tra il Mediterraneo orientale e la Cina a quote comprese tra 750 e 4000 metri, sulla base di misurazioni del grado di riflettività della luce solare. I dati sono poi stati confrontati con le posizioni dei principali siti archeologici della Via della seta, seguendo l'ipotesi che la distribuzione dei pascoli più redditizi sia rimasta più o meno la stessa per secoli.I risultati delll'analisi indicano che i movimenti delle mandrie sono fortemente correlati alle posizioni dei siti archeologici della Via della seta: ciò indica che la distribuzione spaziale delle praterie e la ricerca di pascoli per il nutrimento delle mandrie contribuì in modo significativo alla formazione della rete di cammini di questa importante e antichissima via di comunicazione tra est e ovest.La ricerca rappresenta un significativo progresso nello studio di un'antica rete di vie commerciali, uno sviluppo raggiunto attraverso di strumenti di analisi spaziale che potranno contribuire a una sempre migliore comprensione delle antiche civiltà.