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I coralli di Venezia


STUDIO CNR:Ecco svelata l'origine delle tegnùe,i coralli di Venezia  MARTA FRIGERIO31 MAG 2017I fondali del Mar Adriatico non solosolo distese sabbiose.Nella parte nord occidentale, sotto leacque al largo di Chioggia, sorgono letegnùe, conformazioni rocciose sommersea oltre 20 metri di profondità.Composteda organismi incrostanti, ricordano con laloro struttura che si eleva dal fondalelimoso-sabbioso una barriera corallina.Il nome, invece, deriva dal dialetto veneto.Le tegnùe sono così chiamate dai pescatoriperché trattengono le reti calate in mareper la pesca.Ricerca multidisciplinareMa da dove arrivano questi coralli, cosìunici e peculiari? La risposta, fino ad oggi,era poco chiara.«I modelli genetici finoraformulati per spiegare l'origine delletegnùe non erano soddisfacenti, quindiabbiamo messo in campo competenzemultidisciplinari», ha detto Luigi Tosi,autore dell'articolo pubblicato sulla rivistaScientific Reports e ricercatore dell'Istitutodi scienze marine del Consiglio nazionaledelle ricerche (Ismar-Cnr).Per scoprirel'origine di questi coralli veneziani ha col-laborato un team composto da geologi,oceanografi, geofisici e biologi provenientidall'Università di Padova, dall'Istitutonazionale di oceanografia e di geofisicasperimentale (Ogs), dall'Istituto superioreper la protezione e la ricerca ambientale(Ispra) e dal Consejo Nacional deInvestigaciones Científicas y Técnicas(Conicet) in Argentina.Per cercare di svelareil mistero dell'origine delle tegnùe sonostate compiute oltre 200 immersioni ecampionature di rocce e sedimenti sciolti.Le ricerche sono poi continuate in laboratoriocon analisi isotopiche, paleoambientali e dimicroscopia elettronica.Quando la pianura non era ancora statacoperta dal mare«Dalle ricerche è risultatoche le tegnùe si sono sviluppate lungo lestrutture morfologiche allungate e sinuoseattribuite ad antichi canali fluviali, cheerano presenti nella pianura durantel'ultimo periodo glaciale, vale a circa20.000 anni fa», ha spiegato SandraDonnici, geologa Ismar-Cnr.L'analisi di uncampione roccioso, in particolare, si èrivelata fondamentale. Una "stele di Rosetta",come l'ha definita Tosi. «Si tratta di unlastrone di sabbia cementata, che al suointerno presenta inglobati gusci di molluschiche hanno consentito di determinare etàe caratteristiche del paleoambiente almomento della sua cementazione - haraccontato il ricercatore -. Le successiveanalisi radiometriche al carbonio 14 hannoconsentito di datare a circa 9mila anni fal'arrivo del mare in questa parte dell'anticapianura pleistocenica e a 7mila anni fa lasua cementazione, sulla quale i primiorganismi biocostruttori hanno cominciatoad attecchire».© RIPRODUZIONE RISERVATARIPRODUZIONECONSENTITA CON LINK A ORIGINALE ECITAZIONE FONTE:RIVISTANATURA.COM