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Sulle specie aliene


Sulle specie alienedi Daniele Paganelli* L'altra sera guardavoun documentario in televisione e, in unadelle scene, si vedeva una piccola gazzella(vertebrato carino e tenero) che venivapredata da un ghepardo (predatoreimplacabile). Una scena molto comunenei filmati naturalistici, ma le personeche erano con me hanno immediatamentereagito quasi con orrore all'uccisionedella preda.Nella scena seguente invece si vedeva una zanzara (invertebrato fastidioso perl'uomo a qualsiasi latitudine) che venivapredata da un pipistrello appena emersadal suo stadio larvale acquatico. In questo caso, però, non c'è stata nes-suna reazione; anzi i pochi commentinasconde-vano quasi una certa soddisfa-zione nel vedere la zanzara che venivapredata.Come mai molte persone si immedesimano più facilmente nell'animale più fragile, soprattutto se quest'ultimo è "carino" e non ci dà fastidio?Questa è solo unapiccola esperienza che sottolinea ancorauna volta come l'opinione pubblicareagisca in maniera diversa alla soppres-sione di un vertebrato piuttosto che aquella di un invertebrato. Gestione delle specie aliene invasiveNel caso della gestione delle speciealiene invasive, questo tipo di reazionepuò rappresentare un problema ancheda un punto di vista pratico. Se una specie aliena è "bella e simpatica"e, soprattutto, non ci dà alcun fastidiodiretto, perché va eliminata? Anzi: perchénon rilasciarla in Natura così da regalarlela libertà?Qui entra in gioco l'empatiaverso l'animale, ma anche una certavisione antropocentrica della Natura:l'uomo che aiuta l'animale e gli concedela libertà. Lo stesso però potrebbe essere dettoper le azioni di controllo delle specie aliene. La gestione delle specie aliene viene vista da alcuni come l'affermazione del concetto di superiorità dell'uomo nei confrontidella Natura. Chi siamo noi per decidere se un animale deve vivere o no? Se ormai gli individui diuna certa specie sono presenti in un ambiente, che colpa ne hanno loro?La gestione delle specie aliene dovrà inevitabilmente affrontare questi inter-rogativi di natura etica, individuandola strategia comunicativa più opportuna. Se è stato semplice attivare l'opinionepub-blica su problemi ambientali qualigli sversa-menti di idrocarburi nelleacque, o l'utilizzo di pesticidi tossici,più difficile e complesso sarà convincereil cittadino che anche le specie alienesono degli 'inquinanti nocivi' che alteranoseriamente la biodiversità. Sicuramente sarà un processo lungo ma, continuando l'opera di informazione, le generazioni future potranno meglio comprendere il problema e accettarepiù consapevolmente le azioni, talvoltadrastiche, di gestione delle speciealiene.Il concetto che dovrebbe essere trasmessoè: le specie aliene stanno invadendo inostri ecosistemi. Ho usato la parola invasione proprioperché questo termine viene quasi semprepercepito dall'opinione pubblica in modonegativo. Fino a che le specie aliene noncreano problemi diretti o indiretti all'uomo(vedi gli esempi recenti di Xylella fastidiosao della cimice asiaticaHalyomorpha halys),è difficile avere l'attenzione dell'opinionepubblica sul fatto che specie aliene,magari pure "carine", impoveriscano labiodiversità di un ecosistema, condanni anche permanenti.