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Fonte: le risorse della Rete22 agosto 2019L'immane collisione che cambiò il"cuore" di GioveNASA/JPL-Caltech L'impatto con un protopianeta ha segnato lagiovinezza di Giove, che ne porta ancora letracce: sarebbe questo il motivo per cui ilnucleo del pianeta non è piccolo e compatto,ma gli elementi pesanti da cui è compostosono sparsi in un volume che occupa quasimetà del suo raggio.Quattro miliardi e mezzo di anni fa, Giove,allora ancora in fase di formazione, entrò incollisione con un protopianeta con una massadieci volte superiore a quella della Terra.L'apocalittico scontro frontale sconvolse ilnucleo del pianeta con conseguenze rilevabiliancora oggi.E' questa la spiegazione di gran lunga piùprobabile della inaspettata struttura del nucleodi Giove rivelata dalla sonda Juno della NASAche, lanciata nel 2011, dal 2016 sta orbitandoattorno al pianeta raccogliendo un'importantis-sima varietà di dati.A sostenerlo è uno studio, pubblicato su "Nature",condotto da un gruppo internazionale diricercatori diretti da Andrea Isella della RiceUniversity, e Shang-Fei Liu. D, della Sun Yat-senUniversity a Zhuhai, in Cina.Raffigurazione artistica di Juno in orbita attornoa Giove (NASA)La rilevazione del campo gravitazio-nale del pianeta fatta da Juno aveva infatti mostratodelle anomalie del tutto inaspettate: invece diessere piccolo e compatto, il nucleo di Gioveoccupa quasi metà del suo raggio, e gli elementipesanti (ossia diversi da idrogeno ed elio), cherappresentano il 10-15 per cento della sua massa,sono diluiti e sparpagliati in questo enorme volume.Il problema è che i modelli di formazioneplanetaria indicano che la maggior partedegli elementi pesanti si accumula durantele prime fasi della formazione di un pianetacreando un nucleo relativamente compatto.Dopo aver eseguito migliaia di simulazioni alcomputer, Shang-Fei e colleghi sono riuscitia identificare uno scenario in grado di darconto dell'inconsueta struttura del nucleodi Giove.Secondo la loro ricostruzione, inizialmenteGiove era formato da un nucleo solido ecompatto di elementi pesanti con una massapari a circa una decine di masse terrestri,circondato da una estesa e massiccia atmosfera,all'incirca corrispondente a quella attuale.Raffigurazione schematica dell'effetto sulnucleo di Giove dell'impatto con il protopianeta(© Shang-Fei Liu/Sun Yat-sen University)Il fortissimo campo gravitazionale di Giove deveaver perturbato l'orbita di uno dei protopianetiche popolavano il giovane sistema solare,dotato di un nucleo solido di circa otto masseterrestri e un'atmosfera di due.L'enorme differenza fra le masse dei due corpicelesti ha fatto sì che il protopianeta siprecipitasse a capofitto su Giove, dirigendosicome un proiettile verso il suo nucleo.Il conseguente impatto fra i due nuclei didimensioni abbastanza simili li avrebbequindi mandati in frantumi rimescolandoneil materiale con quello dell'atmosfera circostante.I risultati ottenuti, osserva Isella, potrebberointeressare non solo i planetologi, ma ancheuna più ampia platea di astronomi, che a volteosservando stelle lontane vedono emissioniinfrarosse che scompaiono inspiegabilmentedopo qualche anno: "Una possibilità è che sistia guardando una stella mentre due pianetirocciosi si scontrano frontalmente e si frantumano,creando una nuvola di polveri che assorbela luce stellare e la riemette.Si osserva così un lampo, ma dopo un po' di tempo,la polvere si dissipa e l'emissione sparisce."  (red)