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In Antartide


11 novembre 2019Antartide: le brine aiutano a capire MarteFonte: CnrLa superficie ghiacciata di un lago ghiacciatoa Boulder Clay che sarà investigato durantela XXXV spedizione in Antartide. (Foto DalleFratte © PNRA) Le brine liquide ipersaline diun lago antartico perennemente ghiacciatosono colonizzate da batteri e archeobatteriche costituiscono i principali candidati per lavita extra-terrestre e nel sottosuolo marziano:lo rivela l'analisi di campioni estratti da duestrati, separati da 12 cm di ghiaccio, a TarnFlat.Lo studio condotto all'Istituto di scienze polari(Isp) del Cnr è pubblicato su "Microorganisms"Nel lago antartico perennemente ghiacciatodi Tarn Flat, nella Terra Vittoria settentrionale,due crioecosistemi microbiologicamente differenti,separati da soli 12 centimetri di ghiacciolacustre, sono dominati da batteri e archeo-batteri in grado di ricavare energia in assenzadi luce e a basse temperature, grazie all'os-sidazione di composti dello zolfo e dell'azoto.Questo il risultato della ricerca svoltadall'Istituto di scienze polari del Consiglionazionale delle ricerche di Messina (Cnr-Isp),pubblicata recentemente su Microorganisms,che ha compreso personale delle Universitàdell'Insubria (Mauro Guglielmin), di Messina,Roma e Rio de Janeiro."Il ritrovamento di Archea metanogenidimostra, inoltre, come il crioambiente di TarnFlat sia in parte sostenuto da flussi di carbonioaventi come prodotto finale il metano", spiegaMaurizio Azzaro, responsabile della sede diMessina del Cnr-Isp e coautore dello studio."In particolare, i metanogeni antartici potreb-bero adottare peculiari strategie di soprav-vivenza, viste le condizioni estreme ditemperatura e salinità presenti nelle brine,ed essere considerati pertanto tra i principalicandidati per la vita extra-terrestre nelsottosuolo di Marte.Cnr-Isp lavora su questa tematica pionieristicada sette anni e lo studio ha integrato leinformazioni pubblicate nel 2018 sullaomponente fungina negli stessi ambienti,rivelando un mondo ricco di vita microbica,dai virus ai batteri, fino agli archea. "I risultati dello studio non escludono chela composizione della comunità procarioticanelle brine di Tarn Flat possa essere statainfluenzata dalla risalita di brine saline daun sistema anossico (senza ossigeno)sottostante e, data la presenza di alcunesequenze di Dna riconducibili a microrganismitipicamente marini, da ghiaccio relitto delRoss Ice Shelf", continua Azzaro."Quanto evidenziato può aiutare a ridefinirele caratteristiche che contraddistinguono icrioambienti terrestri quali habitat microbiciestremi, stimolando la ricerca di possibiliforme di vita anche in altri mondi ghiacciatiper verificare l'ipotesi della loro presenza incrioambienti analoghi presenti nel nostrosistema solare e, in generale, nell'universo.È di quest'anno la divulgazione di un esperi-mento della Nasa con cui è stata dimostratala capacità di sopravvivenza superiore al 50%di microbi alotolleranti, resistenti cioè adalte concentrazioni saline, in una brinadisidratata e successivamente reidratata conla sola umidità.Gli studi concludono che ritenendo possibilela contaminazione di altri mondi, qualorafossero sterili, con batteri trasportati accidental-mente dalla Terra".La ricerca di brine in altri laghi perennementeghiacciati nella Terra Vittoria settentrionalecontinua.La ricerca in Antartide Pnra, finanziato dalMinistero dell'istruzione, dell'università edella ricerca, e attuato dall'Enea per gli aspettilogistici e dal Cnr per la programmazione e ilcoordinamento scientifico."La missione, cominciata a inizio novembre,durerà circa 40 giorni e riguarderà i crioeco-sistemi dell'area di Boulder Clay, che daindagini condotte nel 2014 e 2017 sappiamoospitare brine saline in forma liquida.Un obiettivo ancora più ambizioso rispetto aglialtri anni, poiché prevediamo di esplorarenuove frontiere per la conoscenza del funziona-mento di questi peculiari crio-ecosistemi",conclude Azzaro, che è Coordinatore scientificodella XXXV spedizione in Antartide (I periodo).