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Sull'acqua alta a Venezia.


Fonte: Internet14 novembre 2019Il ruolo della subsidenzanell'acqua alta a Veneziadi Jacopo Pasotti
© Filippo Monteforte/AFP via Getty Images Nel fenomeno che colpisce la città lagunaresempre più di frequente gioca un ruolo importantel'abbassamento del terreno, che accelera glieffetti della risalita del livello del mare e a cuicontribuisce in misura rilevante l'azionedell'uomo.Anche quest'anno la laguna veneta e la città diVenezia sono state colpite da un'acqua alta ec-cezionale.Nella notte del 12 novembre alla Punta dellaSalute l'acqua si è fermata a 187 centimetri dilivello.Dopo i 194 centimetri dell'alluvione del 1966 èil secondo record storico.Eccezionale, certo, ma sempre meno, visto checon il passare del tempo l'evento si ripetecon maggior frequenza.E così la Serenissima, dopo aver attraversatosecoli di splendori, conflitti e pestilenze, si èaffacciata al nuovo millennio scoprendosi vulnerabilealla alta marea.A inginocchiare la città con maggior frequenzanon sono solo i venti e le maree, o il livello marinoche sale.A giocare un ruolo importante è anche la subsidenza,ovvero lo sprofondamento del terreno, che può esserenaturale o indotto dalle attività umane.In natura la subsidenza è dovuta principalmentea tre fenomeni.Il primo è la compattazione di sedimenti fini, geologica-mente giovani e, appunto, comprimibili.Ci sono poi i movimenti tettonici, gli spostamentidella crosta terrestre legati al movimento delleplacche continentali.Mentre il terzo fenomeno è dovuto a un aggiusta-mento della crosta terrestre per lo scioglimento digrandi masse di ghiaccio.Pietro Teatini, docente di Costruzioni idraulichepresso la Università di Padova, ci spiega:"Nella costiera padano-veneta, la componentenaturale più importante è la compattazione deiterreni più superficiali depositatisi negli ultimi11.000 anni".Si tratta di sedimenti prodotti in gran parte daighiacciai che invadevano le vallate alpine durantel'ultima glaciazione e trasportati dai fiumi versol'antico Mare Adriatico.La laguna di Venezia si è formata circa 6000-7000anni fa quando finalmente il mare inondò l'Alto Adriaticoa lungo rimasto libero dall'acqua più o meno finoalla altezza di Pescara (durante l'ultima era glacialeera insomma possibile camminare dall'Abruzzo allecoste della Croazia). In breve, sotto la laguna cisono quasi 1000 metri di sedimenti delicati che sistanno tutt'ora consolidando, al ritmo di 1-1,5 millimetril'anno.Più recentemente, alla natura si è sovrappostal'azione dell'uomo, che si è fatta sentire soprattuttoin un periodo ristretto, un batter d'occhio nella scaladei tempi geologici.La maggior parte della subsidenza è infatti avvenutanel secondo dopoguerra e in particolar modo nellazona industriale di Marghera a causa di un massiccioemungimento di acqua dalle falde.Dal 1950 al 1970 l'abbassamento medio del suolonell'area veneziana è stato di circa 12 centimetri.Dagli anni settanta l'estrazione è cessata, anchea seguito della attenzione al problema sorto dopola alluvione del 1966.Ora lo sprofondamento è dunque tornato ad esseredominato dal fenomeno naturale.Questo almeno nel centro storico di Venezia.Ma "diversa la questione a livello di laguna dove,principalmente nell'area settentrionale, potrebbeesserci ancora qualche prelievo e si potrebberisentire di un certo contributo alla subsidenzaancorché modesto", sottolinea Teatini.E dunque quanto contribuisce la subsidenza allarisalita del livello marino misurato a Venezia? "Ci sono alcune stime che hanno permesso dicalcolare un valore medio, per l'intero centrostorico,  di quanta parte della perdita di quotadi Venezia negli ultimi 100 anni sia dovuta allasubsidenza naturale, a quella antropica, eall'innalzamento mare per cause climatiche",spiega ancora Teatini."Complessivamente nell'ultimo secolo la città haperso 26 centimetri, di cui circa 12 per innalza-mento del mare legato al clima che cambia, circa6 centimetri per subsidenza naturale e circa8 centimetri per subsidenza antropica, inparticolare per emungimento dalle faldeacquifere."Oggi nel centro storico la subsidenza naturalenon è un processo che può essere limitatofacilmente perché sulla componente naturalenon si può intervenire."Sono però presenti effetti di subsidenza localizzatache si manifestano qualora si interviene sull'edificatourbano e sui canali cittadini.Quello che bisognerebbe cercare eventualmentedi fare è recuperare l'elevazione persa in passato",spiega Teatini.A preoccupare, ora, è soprattutto il futuro. In uno studio pubblicato su "Scientific Reports",Luigi Tosi, dell'Istituto delle Scienze Marine di Venezia, spiega che considerando uno scenario di emissionimoderate (lo scenario IPCC A1B) a cui va sommatala subsidenza attuale, la risalita del livello marinorelativo dovrebbe variare tra 17 e 53 centimetrientro il 2100."Ciò significa che l'elevazione del suolo del centrostorico, che emerge a soli 90 centimetri sopra ilmare medio, sarà drasticamente ridotta.Di conseguenza, la frequenza degli eventi di acquaalta, ovvero maree superiori a 110 centimetri,aumenterà e gli eventi potranno ripetersi tra 20e 250 l'anno."Lo studio condotto e appena pubblicato sulla rivista "Water" da un team internazionale, acui ha partecipato Marco Anzidei, dell'IstitutoNazionale di Geofisica e Vulcanologia, è piùpreoccupante, anche perché usando misure conil GPS il team stima ben 3,3 millimetri l'anno disubsidenza naturale: "Alla fine del secolo, a causadel riscaldamento climatico che provoca l'aumentodel livello marino e della subsidenza che neaccelera gli effetti, noi stimiamo che a Veneziail livello medio potrebbe crescere fra i 60 egli 82 centimetri rispetto ad oggi.Questo, sommato alla marea potrà causareacque alte di oltre 2,5 metri.Ciò che è successo oggi potrebbe essere lanormalità tra 80 anni."