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Un articolo sui CV


Prevenire le epidemie future (parte 2)A oltre due mesi dall'inizio dell'epidemia - e sette settimanedopo che il governo cinese ha imposto restrizioni ai trasportiin tutta la città di Wuhan, una metropoli con 11 milioni diabitanti - la vita sembra quasi normale, commenta Shi ridendo. "Forse ci stiamo abituando.Sicuramente il peggio è passato." I dipendenti dell'istitutohanno un pass speciale per viaggiare da casa al laboratorio,ma non possono andare altrove. Per oltre un mese, durantele lunghe ore in laboratorio hanno dovuto accontentarsi dipasti precotti perché la mensa dell'istituto era chiusa.I ricercatori hanno scoperto che il nuovo coronavirusentra nelle cellule polmonari umane usando un ricettoredetto enzima convertitore dell'angiotensina 2 (ACE2).Da allora gli scienziati stanno selezionando farmaci ingrado di bloccarlo.E come altri gruppi di ricerca, si stanno affrettando asviluppare vaccini e testare candidati promettenti.Nel lungo periodo, il team punta a sviluppare vaccini efarmaci ad ampio spettro contro i coronavirus ritenutirischiosi per gli esseri umani."L'epidemia di Wuhan è un campanello d'allarme",avverte Shi. Molti scienziati sostengono che il mondo non debbalimitarsi a reagire ai patogeni mortali quando si presentano."Il progresso migliore è la prevenzione", commenta Daszak.Dato che il 70 per cento delle malattie infettivetrasmesse dagli animali proviene dalla selvaggina -aggiunge - "il punto di partenza dovrebbe esseretrovare tutti quei virus negli animali selvatici a livelloglobale e sviluppare test diagnostici migliori".Sostanzialmente, si tratterebbe di continuare il lavorodi ricercatori come Daszak e Shi, ma su scala moltopiù ampia.Questi impegni dovrebbero concentrarsi sui gruppivirali ad alto rischio in alcuni mammiferi esposti alleinfezioni da coronavirus come pipistrelli, roditori,tassi, zibetti, pangolini e primati non umani, commentaDaszak. E aggiunge che in questa battaglia contro ivirus dovrebbero essere in prima fila i paesi in via disviluppo che si trovano nelle zone tropicali con lamaggiore varietà di animali selvatici.Malattie emergenti in un mondo che cambiaNegli ultimi decenni, Daszak e i suoi colleghi hannoanalizzato circa 500 malattie infettive umane delsecolo scorso.Hanno scoperto che, tendenzialmente, i nuovi patogenisono comparsi in luoghi dove una popolazione ad altadensità aveva modificato il paesaggio: costruendo strade e miniere, tagliando le foreste e intensificando l'agricoltura."La Cina non è l'unico luogo a rischio", osserva,aggiungendo che sono a forte rischio anche altre grandieconomie emergenti, come India, Nigeria e Brasile.Una volta mappati i potenziali patogeni - spiega Gray -gli scienziati e le autorità sanitarie possono verificareperiodicamente eventuali infezioni analizzando campionidi sangue e tamponi prelevati dal bestiame, daglianimali selvatici allevati e venduti, nonché da popolazioniumane ad alto rischio come allevatori, minatori e chivive vicino ai pipistrelli, oppure caccia o maneggiaanimali selvatici.Questo metodo, detto "One Health", punta a integrarela gestione della salute di animali selvatici, bestiame epersone."Solo allora riusciremo a fermare un focolaio prima chesi trasformi in un'epidemia", spiega, aggiungendo chequesto metodo potrebbe potenzialmente risparmiarele centinaia di miliardi di dollari che può costare una simileepidemia.Tornata a Wuhan, la Bat Woman cinese ha deciso di lasciarela prima linea delle spedizioni di caccia ai virus."Ma la missione deve andare avanti", spiega Shi, che continueràa dirigere programmi di ricerca."Quello che abbiamo scoperto è solo la punta dell'iceberg." Il team di Daszak ha stimato che nei pipistrelli in tutto il mondoesistano ben 5000 ceppi di coronavirus che aspettano diessere scoperti.Shi sta allestendo un progetto nazionale per campionaresistematicamente i virus nelle caverne dei pipistrelli, in modomolto più ampio e intenso rispetto ai precedenti tentativi delsuo team."I coronavirus trasmessi dai pipistrelli provocheranno altreepidemie", dice preoccupata con un tono di certezza."Dobbiamo trovarli prima che ci trovino loro."-------------------------(L'originale di questo articolo è statopubblicato su "Scientific American" l'11 marzo 2020.Traduzione di Lorenzo Lilli, editing a cura di Le Scienze.Riproduzione autorizzata, tutti i diritti riservati.)