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Fonte: articolo riportato dalle Scienze.06 febbraio 2020Comunicato stampaCoronavirus 2019-nCoV: la più grande meta-analisi ditutti i genomi sequenziatiFonte: Università di Bologna
© Agf/Science Photo Library RF Realizzata all'Università diBologna, conferma l'origine del virus nei pipistrelli e mostrauna bassa eterogeneità: il virus è poco mutabile.Ma individua anche un punto di elevata variabilitàLa più grande meta-analisi realizzata di tutti i genomi finorasequenziati del coronavirus 2019-nCoV conferma la sua originenei pipistrelli e mostra una bassa eterogeneità: il virus è pocomutabile.Al tempo stesso è stato però individuato un punto di elevatavariabilità nelle proteine del virus, con l'esistenza di duesottotipi virali.Lo studio, pubblicato sul Journal of Medical Virology, è statoguidato da Federico M. Giorgi, ricercatore di bioinformatica alDipartimento di Farmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna. I dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità indicano che ilcoronavirus 2019-nCoV ha infettato fino ad oggi 24.554 persone,con 492 decessi confermati.Questo nuovo studio ha analizzato i genomi dei 56 coronavirusfinora sequenziati da vari laboratori nel mondo, inclusi quelliderivanti dai due pazienti ricoverati in Italia, all'Istituto nazionaleper le malattie infettive Lazzaro Spallanzani: si tratta dellostudio più esteso di genomica comparativa per questo nuovo virusfinora realizzato. 
Albero filogenetico dei coronavirus analizzati nello studio.La linea blu raggruppa le sequenze del neocoronavirus 2019-nCoVumano.Evidenziate anche le sequenze del coronavirus di pipistrello(Bat CoV) e, a distanza evolutiva più elevata, dei virus responsabiliper le patologie umane SARS e MERSI ricercatori hanno confermato la probabile origine del coronavirusda una variante animale: il parente più stretto dei virus isolatiin queste settimane corrisponde infatti alla sequenza EPI_ISL_402131di un coronavirus di Rhinolophus affinis, un pipistrello asiaticodi medie dimensioni, rinvenuto nella provincia dello Yunnan (Cina).Il genoma del nuovo coronavirus umano condivide almeno il 96,2%di identità con il suo probabile progenitore nel pipistrello, mentre sidiscosta molto di più dal genoma del virus umano responsabiledella SARS (Severe Acute Respiratory Syndrome), con unasomiglianza dell'80.3%. I ricercatori hanno inoltre scoperto che tutti i coronavirus umanisequenziati fino ad oggi sono molto simili fra di loro, anche seprovenienti da regioni diverse della Cina e del mondo: tutti i genomiottenuti dai pazienti infettati dall'inizio dell'epidemia condividonoun'identità di sequenza superiore al 99%."Il virus è poco eterogeneo e mutabile: un dato ottimistico", spiegaFederico M. Giorgi. "Il fatto che la popolazione virale sia uniformeci dice che un'eventuale terapia farmacologica dovrebbe funzionaresu tutti". Lo studio ha però anche identificato per la prima volta un singolopunto di elevata variabilità nelle proteine del virus, con l'esistenzadi due sottotipi virali.Questi differiscono per un singolo aminoacido in grado di cambiaresequenza e struttura nella proteina accessoria ORF8, una componentedel virus che non è ancora stata caratterizzata. Lo studio è stato pubblicato sul Journal of Medical Virology con iltitolo "Genomic variance of the 2019-nCoV coronavirus".Gli autori sono Federico M. Giorgi, ricercatore al Dipartimento diFarmacia e Biotecnologie dell'Università di Bologna, e CarmineCeraolo, studente della laurea internazionale in Genomicsdell'Università di Bologna.