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Notizie sulla longevità degli animali.


Fonte: articolo riportato dall'Internet26 marzo 2020Le femmine sono più longeve anche tra gli altri mammiferi
 © Biosphoto/AGF La maggiore longevità delle femmine non riguarda solo gli esseri umani: lo ha dimostrato uno studio che ha preso in esame più di 100 specie di mammiferi. La differenza probabilmente è il risultato di complesse interazioni tra fattori ambientali e costi per la salute della riproduzione e della cura della proleE' ben noto che le donne vivono più degli uomini. Il dato che, emerge dalle statistiche di tutto il mondo, acquista ora un significato più ampio, grazie a un nuovo studio apparso sui "Proceedings of the National Academy of Sciences" che ha analizzato la longevità di 134 popolazioni di 101 di specie di mammiferi selvatici - dalle orche agli elefanti, dai pipistrelli ai leoni - riscontrando che in circa 60 di esse le femmine vivono più dei maschi. Anzi il divario è ancora più marcato che tra gli esseri umani: tra i mammiferi esaminati, le femmine vivono in media il 18 per cento in più dei maschi, mentre la differenza per gli esseri umani è solo del 7,8 per cento. "Sappiamo da tempo che le donne vivono generalmente più a lungo degli uomini, ma siamo rimasti sorpresi nello scoprire che le differenze nella durata della vita tra i sessi sono ancora più marcate nei mammiferi selvatici che negli esseri umani", ha spiegato Tamás Székely, dell'Università di Bath, che ha firmato l'articolo insieme ai colleghi di un'ampia collaborazione internazionale. Lo studio non chiarisce le ragioni di una differenza così marcata e diffusa in tutte le specie considerate. Nel caso degli esseri umani, spesso è stata chiamata in causa la genetica, ma lo studio indica che le femmine hanno un tasso di mortalità tendenzialmente inferiore agli uomini in tutte le fasce di età. Per questo gli autori suggeriscono che dipenda dall'effetto di complesse interazioni tra le condizioni ambientali e i costi, in termini di salute dell'individuo, legati alla riproduzione e alla cura della prole."Per esempio, allo stato selvatico le leonesse vivono almeno il 50 per cento più a lungo dei leoni maschi, e finora si pensava che ciò fosse dovuto principalmente alla selezione sessuale, cioè al fatto che i maschi combattono tra loro per potersi accoppiare, ma i nostri dati non supportano questa ipotesi, e quindi ci devono essere altri fattori più complessi in gioco", ha spiegato Székely. "Per esempio, bisogna tenere conto che le femmine vivono in un branco, dove sorelle, madri e figlie cacciano insieme e si prendono cura l'una dell'altra, mentre i leoni maschi adulti spesso vivono da soli o con un fratello, e quindi non hanno la stessa rete di sostegno".Altri fattori da considerare sono le condizioni ambientali, come la presenza di agenti patogeni che possono determinare differenti tassi di mortalità tra maschi e femmine. O ancora, il costo che ha la cura della prole. Per questo motivo, Székely e colleghi hanno in programma di confrontare tra loro popolazioni selvatiche e popolazioni che vivono in cattività, che non sono esposte ai predatori e non devono competere con i compagni per accaparrarsi il cibo.Indicazioni sommarie ma chiare in questo senso le dà lo studio delle pecore delle Montagne Rocciose (Ovis canadensis), considerate da Székely e colleghi. Per questa specie, lo squilibrio di genere praticamente si annulla nelle popolazioni che hanno ampia disponibilità di risorse, mentre si accentuano in quelle che vivonoin ambienti molto aridi. (red)