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Inquinamento elettromagnetico


Legislazioni estere Nel caso delle onde non ionizzanti, emesse ad esempio da antenne radio-televisive o da antenne di stazioni radio base di operatori telefonici, il valore di attenzione italiano, pari a 6 V/m, è notevolmente più alto rispetto ad altri paesi europei e alle raccomandazioni dell'Unione Europea.Stati UnitiIl Telecommunications Act, approvato dal Congresso americano nel 1996, è la legge quadro vigente negli Stati Uniti per le tecnologie wireless. La legge, proposta dal senatore John McCain, alla sezione 704 (II) (B) (iv) della legge precisa che: "Nessun governo statale o locale può regolare il posizionamento, la costruzione e la modifica di servizi wireless privati sulla base degli effetti che le emissioni di radio frequenze possono avere sull'ambiente, nella misura in cui tali servizi sono conformi alle norme previste dallaCommissione in materia di emissioni".In questo modo, cittadini e governi locali sono stati privati della possibilità di bloccare la collocazione di ripetitori.La Federal Communications Commission (FCC), ha il compito di fissare le norme per la riduzione del livello di disturbo di energia elettrostatica emessa da strumenti elettrici.Inefficienze del libero mercato nelle TLCLa competizione fra operatori nel mercato delle telecomunicazioni ha portato in molti Paesi all'esistenza di molte reti concorrenti, e a una proliferazione del numero di antenne.Tale modello risulta meno efficiente rispetto alla costruzione di pochi impianti e infrastrutture condivise dai vari operatori, in termini di costi dei servizi che ricadono sui consumatori, di impatto ambientale e paesaggistico, di possibili effetti sulla salute umana e infine di copertura della banda larga. A causa di questa "concorrenza" troviamo molte reti delle quali nemmeno una copre interamente il territorio italiano.Segnali provenienti da impianti di eguale potenza e frequenza e ravvicinati nel territorio rischiano di creare interferenze, oscurarsi a vicenda e portare all'uso di potenze trasmissive crescenti. Simile problema si è incontrato negli anni ottanta in Italia con la diffusione senza regole di radio, TV locali e stazioni radio ricetrasmittenti operate più o meno illegalmente da privati cittadini.Libertà di antenna ed enti localiLe normative in tema di emissioni elettromagnetiche sono a tutela della salute pubblica. La libertà di iniziativa economica degli operatori "libertà di antenna" deve sottostare a parametri specifici.La Costituzione italiana e quelle di altri Paesi affidano la gestione del territorio alle amministrazione locali. L'installazione di apparati di radiotelecomunicazioni è parte di queste scelte di gestione.Un insieme di veti incrociati o il singolo divieto di un'amministrazione di attraversare il suo territorio rischia di bloccare la costruzione di importanti infrastrutture. Le scelte in alcuni casi sono dettate più dal parere degli abitanti-elettori del luogo che dall'interesse generale. A questi si contrappone la critica per cui da un lato si desidera un servizio, ma dall'altro nessuno vuole le strutture che lo rendono possibile (è l'atteggiamento NIMBY)A un modello che rispetta la responsabilità degli enti locali si contrap-pone un altro in cui il Governo avoca completamente le scelte di sviluppo. Ciò è accaduto per la rete UMTS e negli Stati Uniti d'America, dove le amministrazioni locali non possono opporsi all'installazione di antenne in luoghi di proprietà del demanio, anche se vicini ai centri abitati. In Italia vale un principio analogo nella servitù coattiva di elettrodotti (cfr. Referendum abrogativi del 2003 in Italia).Un modello intermedio è quello in cui i governi fissano comunque dei limiti validi a livello nazionale.