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L'origine preistorica dell'agricoltura mesoamericana


Fonte: articolo riportato dall'InternetTrovata una nuova "culla" dell'agricolturaNell'Amazzonia boliviana trovate le prove di un'agricolturapraticata dall'uomo 10mila anni fa: manioca, zucca e altriprodotti commestibili erano coltivati in orti.
Piante di manioca, molto diffuse in Sud America: la lororadice tuberizzata, commestibile e ricca in amido, è laterza più importante fonte di carboidrati nell'alimentazioneumana mondiale. | SHUTTERSTOCK
 
 
Un gruppo internazionale di ricercatori ha scoperto una nuovaarea del Pianeta dove l'uomo riuscì ad "addomesticare lavegetazione" o, in altre parole, avviò un tipo di agricoltura.Si tratta di una zona dell'Amazzonia sudoccidentale dove(secondo lo studio) 10mila anni fa manioca, zucca e altriprodotti commestibili sono diventate piante coltivate in orti.QUINTA CLASSIFICATA! È il quinto "tipo di agricoltura" a noi nota.Si aggiunge a quella che, partita dal Medio Oriente, è statapoi trasmessa in Europa e in Italia, e alle altre tre sorgentidi agricoltura che nacquero più o meno nello stesso periodo,ossia circa 10.000 anni fa: le colture del riso in Cina, quelladel mais in Mesoamerica (per errore era scritto "Mesopotamia", NdR) e quelle delle patate e dellaquinoa sulle Ande. I risultati della ricerca - pubblicata su Nature - dimostranocome Llanos de Moxos (questo il nome dell'area in cui èavvenuta la scoperta) sia un luogo dove le coltivazionipraticate da gruppi di persone, giunte fin lì durante l'Olocene,abbiano causato una profonda alterazione dei paesaggiamazzonici.Parliamo di una savana di circa 125.000 chilometri quadrati,situata nel Dipartimento di Beni in Bolivia, il cui paesaggio ècaratterizzato da sterri (ossia di scavi del suolo), campi rialzati,tumuli, canali e aree forestali. Proprio all'interno di queste ultimeJosè Capriles, antropologo della Penn State è andato alla ricercadi segni di giardinaggio precoce.LE ISOLE ARTIFICIALI. «Abbiamo mappato le aree utilizzando il telerilevamento(ossia studiando l'area dall'alto utilizzando foto satellitariad alta risoluzione)», spiega l'antropologo, «partendodall'idea che le isole forestali di forma regolare avesseroorigine antropica».In quell'immensa area infatti, vi sono più di 4.700 isoleforestali artificiali: 30 sono state studiate dai ricercatori,che hanno individuato aree di residenza umana.«Purtroppo vi sono pochissime prove dell'addomesticamentodelle piante da parte dell'uomo, perché il clima è tale dadistruggere ogni tipo di materiale organico e perché,trattandosi di un'area alluvionale, risulta difficile anchetrovare le prove dei primi cacciatori-raccoglitori», haspiegato Capriles.Come hanno fatto allora a determinare la presenza diun'agricoltura "creata" dall'uomo? «Abbiamo studiato eanalizzato le "fitoliti", ossia minuscole particelle di mineraliche si formano all'interno delle piante che sono state trovatenei pochissimi reperti archeologici a disposizione», spiegaHeinz Vei dell'Università di Berna.Poiché le fitoliti prendono una forma particolare, diversa aseconda delle piante in cui si formano, è stato possibile risalirealle prove che, nelle isole forestali, vi erano già circa 10.350anni fa piantagioni di manioca, yuca; da 10.250 anni si trovanopiantagioni di zucca, mentre il mais compare solo 6.850 anni fa.ECCO COSA MANGIAVANO. Dunque si può dedurre che manioca, zucca, mais e altrialimenti ricchi di carboidrati, come le patate dolci e learachidi, probabilmente costituivano la maggior parte delladieta di coloro che abitavano a Llanos de Moxos: una dietache veniva integrata da pesci e grandi erbivori.È possibile inoltre che i gruppi che diedero vita a questaagricoltura siano giunti qui avendo già le conoscenze dibase necessaria a condurre una vita a base di agricolturae di caccia.Nel passato molti archeologi e biologi avevano ipotizzatoche l'Amazzonia sudoccidentale potesse essere un centrodi propagazione di varie piante come manioca, zucca earachidi, oltre che di alcune varietà di peperoncini e difagioli, ma fino ad oggi non c'erano prove della loropossibile provenienza.