blogtecaolivelli

Le amare lezioni di storia, parte 2


Fonte: articolo riportato dall'Internet
La malattia era inspiegabile e ci furono varimodi in cui essa si abbatté sui singoli individui,con troppa violenza perché la natura umanapotesse sopportarla... Non è il resoconto della pandemia da Covid19,ma della prima cronaca di un virus devastante.Era il 430 avanti Cristo, ad Atene, e Tucididedescrisse così il flagello che si abbatté sulla città.La storia è costellata di epidemie, e di questoviaggio tra virus devastanti e contagi di massasi scrive sul numero 162 di Focus Storia (in edicola e in digitale), nell'articolo "Travolti damorbi e bubboni", che vi proponiamo in PDF in versione integrale. |FOCUS STORIAL'influenza spagnola fornisce un importante contestostorico anche per quanto riguarda la quarantena.Questa, che definisce un intervallo di tempo di quarantagiorni, venne impiegata per la prima volta a metàdel XIV secolo per contenere la peste bubbonica,evitando che si diffondesse dalle navi in arrivo dall'Orientee dalla Via delle Spezie.Alcuni anni fa (2007), ricercatori coordinati da HowardMarkel (Soria della medicina, University of Michigan)hanno pubblicato uno studio che valuta l'efficacia dellaquarantena utilizzando i dati ricavati dall'epidemia diinfluenza spagnola del 1918.Secondo la ricerca, per fermare un'epidemia è necessarioagire presto, combinando anche misure come la chiusuradelle scuole e la proibizione dei raduni pubblici.Nel caso del coronavirus, le autorità cinesi hanno messoWuhan e più di una dozzina di altre città in quarantena,isolando completamente circa 50 milioni di persone dalresto del mondo e rinchiudendo i malati con i sani: losforzo più grande che si sia mai visto nella storia, definito,da uno storico della medicina, "la madre di tutte lequarantene".Le preoccupazioni erano diverse, da come rifornire di cibo,acqua e altri prodotti chi era in isolamento, ad altreconsiderazioni pratiche: come sarebbe stato possibile recarsial lavoro? Le famiglie sarebbero state separate?Sarebbe stata chiusa ogni strada?Come se non bastasse, gli ufficiali locali di Wuhan non sisono mossi in tempo, come accade spesso in quell'intervallodi tempo tra le prime indicazioni di epidemia e una confermasicura.Inizialmente hanno ignorato le scoperte scientifiche epermesso grandi raduni di persone, per poi mettere inatto la quarantena otto ore dopo averla annunciata, lasciandooltre cinque milioni di persone libere di abbandonare la cittàdopo l'inizio dell'epidemia e prima dell'inizio dell'isolamento.Markel, sul New York Times, ha definito la drasticaquarantena cinese "troppo esagerata, e troppo tardi".CHE COSA CI INSEGNA IL VAIOLO. Mentre un editoriale del Wall Street Journal invocauno sfortunato cliché storico riferendosi alla Cinacome al "malato dell'Asia" (rifacendosi a quando l'ImperoOttomano era chiamato "malato d'Europa"): uno dei popolari articoli sulla storia delle zoonosi offre dellevalide lezioni imparate dal vaiolo, lasciando spazio a unpo' di ottimismo.L'articolo sottolinea che il vaiolo potrebbe essere stato lacausa della morte del 20 per cento della popolazione di Atene, nel 430 a.C., un evento che testimoniò e succes-sivamente narrò lo storico Tucidide.Nel corso del XX secolo, si stima che il vaiolo furesponsabile di 300 milioni di morti.Tuttavia, dal 1966 al 1977, l'Organizzazione Mondialedella Sanità iniziò una campagna di vaccinazioneinternazionale che riuscì a debellare la malattia, divenendo uno dei successi più sostanziali della sanità pubblicaglobale del XX secolo.Il programma di eradicamento funzionò per il modoimprovvisato e non convenzionale con cui il teamdell'OMS gestì gli straordinari ostacoli burocratici,tecnici e fisici che si trovò ad affrontare.Gli articoli pubblicati nel 1975 dall'OMS sul Journal of Clinical Pathology raccontano di operatori sanitari, inprima linea contro il vaiolo nei luoghi più remoti delmondo, rapiti e tenuti in ostaggio o minacciati di morte,o che camminano per centinaia di miglia per visitare iloro pazienti, e che si rifiutano di abbandonare le zonea cui sono stati assegnati.La cooperazione globale per contenere oggi ilcoronavirus richiederà sforzi simili.Come nel caso del cambiamento climatico, minacceche riguardano la storia del mondo richiedono livellidi cooperazione che siano anche storia del mondo.Cina e Stati Uniti dovranno lavorare vicini, accantoai governi locali, alle aziende private e alle organiz-zazioni non governative, per fermare la diffusionedel virus.LA STORIA SI RIPETE. «Se il passato recente può insegnarci qualcosa, chesi tratti di SARS, MERS o COVID-19, è che bisognaaffrontare queste epidemie in modo proattivo, dando maggiore importanza alla prevenzione», afferma PeterDaszak, esperto in ecologia delle malattie, in un articolo pubblicato di recente sul New York Times.Le società moderne trattano le pandemie come catastrofi,aspettando che si presentino e poi reagendo e sperandodi trovare presto un vaccino.Questo, sostiene Daszak, è un approccio sbagliato.Per quanto riguarda quello che ognuno di noi può fareper fronteggiare l'attuale epidemia, le misure migliorida adottare sono lavarsi spesso le mani e non toccarsila faccia...Questo non è solo ciò che gli esperti di sanità pubblicaraccomandano, ma quello che la storia insegna.Durante la guerra di Crimea, Florence Nightingale eraconvinta che il problema principale fosse costituitodall'alimentazione, dalla sporcizia e dalle fogne:portò al fronte cibo più sano (almeno per l'epoca)e ripulì cucine e reparti ospedalieri.La Nightingale ci ricorda, allora come ora, gli eroisconosciuti, gli operatori sanitari in prima linea nelcontenere la diffusione di un patogeno.Gli altri eroi sono (oggi) quelli che ai primi sintomisi sono messi in quarantena volontaria: decidere diisolarsi, anche solo per prevenire la diffusione delpatogeno, allevierà il peso che grava sulla sanitàpubblica.Un altro caso emblematico è quello del colera nellaLondra vittoriana: tra le bufale che circolavano vierano quelle che attribuivano la malattia all'aria malsanae ai miasmi.In altre occasioni si è data la colpa agli ebrei...Le bufale di oggi, col coronavirus, danno la colpa alaboratori clandestini o a qualche improbabile fondazione.Quello che ognuno di noi può fare per combattere il virus...è cominciare a sfatare i miti virali che si diffondono, oggicome centinaia di anni fa. Articolo tratto dal Bulletin of the Atomic Scientists (thebulletin.org): Black plague, Spanish flu, smallpox: All hold lessons for coronavirus, di Ibrahim Al-Marashi.Traduzione e adattamento per Focus.it diChiara Guzzonato.