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NUOVA SCOPERTA: Spino-sauro:


Fonte: articolo riportato dall'Internet5 metri di coda che riscrivono i libri sui dinosauri
Ricostruzione dell'aspetto di Spinosaurus in vita.Illustrazione: Davide Bonadonna.Un nuovo capitolo si è aggiunto all'affascinante storiache riguarda il più grande dinosauro predatore di tuttii tempi, lo Spinosauro, ed è la ricostruzione completadella sua enorme coda.Rimasta sepolta per milioni di anni sotto la sabbia delSahara, è stata presentata al mondo proprio qualchegiorno fa da un team internazionale di paleontologi, tracui Cristiano Dal Sasso del Museo di Storia Naturale diMilano e Simone Maganuco (affiliato alla associazione APPIe al Museo di Milano).
Da sinistra, Marco Auditore, Cristiano Dal Sasso, Gabriele Bindellini,Simone Maganuco e Ajoub Amane alle prese con la ricostruzionedella coda di Spinosauro all'Università di Casablanca.Foto: Gabriele Bindellini.La scoperta, pubblicata in un articolo scientifico su Nature, dimostraquello che i paleontologi avevano supposto da tempo.E cioè che questo animale, vissuto 100 milioni anni fa, aveva una spiccata predilezione per il nuoto.La sua lunga coda pinnata - di cui è stato trovato l'80% delle ossaper una lunghezza di 5 metri - alta e piatta come in certi tritoni,lascia immaginare la potenza di avanzamento nel fluido di questosuper predatore.Che da adulto misurava 15 metri, 2 metri in più delTyrannosaurus rex."Lavorando ai modelli tridimensionali ci siamo subito accorti chequesta coda a nastro era un potente organo di propulsione,perfetto per cacciare nei grandi fiumi del Cretaceo", spiegaSimone Maganuco.«Nessuno si aspettava una coda di questa forma; ora si dovrannoriscrivere tutti i libri sui dinosauri - precisa Cristiano Dal Sasso -.Infatti, fino ad ora, non avendone mai trovata una, la coda delloSpinosauro è sempre stata ricostruita come quella di tutti gli altri dinosauri".Quest'ultima raccolta di ossa, straordinariamente ricca, permetteinoltre di affermare che Spinosauro è il dinosauro predatore piùcompleto di tutta l'Africa continentale. 
Il deserto di Kem Kem (Marocco sud -orientale) dal sito di scavodello Spinosauro. Foto: Diego Mattarelli.40 vertebre e un nuovo identikitLe ossa della coda sono state estratte durante una serie dicampagne di scavo eseguite tra il 2015 e il 2019 nel desertodel Sahara marocchino sudorientale.I paleontologi hanno lavorato nelle stesse alture che tra il2008 e il 2014 avevano restituito altri importanti tasselliper la ricostruzione di Spinosaurus aegyptiacus e che avevanoportato alla pubblicazione della scoperta sulla rivista Science.Si tratta dei "letti del Kem Kem", pendii desertici e rocciosiappartenenti a un antico sistema fluviale che si estendevadal Marocco all'Egitto.Le ossa della coda erano lì, a pochissima distanza dal punto incui i paleontologi avevano estratto i precedenti reperti, nellostesso strato di roccia e fanno dunque parte dello stesso animale.Si tratta di quasi 40 vertebre e altre ossa della coda che hannoconsentito di tracciare un identikit più completo di questo dinosauropredatore, che aveva fauci da coccodrillo, una grande vela suldorso e, soprattutto, una possente coda appiattita.Che si tratti dello stesso esemplare lo conferma anche l'analisipaleoistologica, condotta alla Yale University da Matteo Fabbri, inseguito alla quale si è potuto stabilire che si trattava un individuosubadulto. 
In alto, la ricostruzione della coda di Spinosauro (in bianco,le poche ossa mancanti).Al centro, vertebre e relative sezioni, con aggiunta dellamuscolatura, in tre punti della coda.In basso, il nuovo e insospettato aspetto dello spinosauro.Disegni: Marco Auditore. Foto: Gabriele Bindellini.Un nuoto ondulatorioPoco deformate dalla fossilizzazione, le ossa hanno permessodi giungere alla conclusione che la coda avesse articolazionimolto snodate e una flessibilità laterale elevata.Alla base erano presenti grandi fasci muscolari, mentre lunghespine sulle vertebre la rendevano alta e piatta, adatta a spostarel'acqua come una pagaia.Lo Spinosauro aveva, dunque, un nuoto ondulatorio e la grandecoda era il suo motore.Questo dimostra definitivamente che mentre alcuni dinosauririuscirono a spiccare il volo, dando origine agli uccelli, altri si adat-tarono invece alla vita acquatica, appropriandosi di nuovi habitat.Non solo: dimostra che non tutti i dinosauri privi di penne furonoconfinati agli ecosistemi di terraferma, come invece si eracreduto sino ad ora.
In alto, Spinosauro e la sua coda nastriforme.Sopra, test sulla efficienza propulsiva di una sagoma in plasticadella coda di Spinosauro, immersa in un flusso d'acqua econfrontata con altri tipi di code (a destra). Modello digitale:Davide Bonadonna. Foto e grafica: Stephanie Pierce.Disegni: Marco Auditore.Nel tunnel dell'acquaGli esperti di biomeccanica dell'Università di Harvard hannorealizzato diversi prototipi di code per cercare di capire la forzapropulsiva di Spinosauro.Immerse nel tunnel dell'acqua, come in una galleria del vento,le sagome - di uguale lunghezza, ma di forme differenti - hannorivelato che la coda di Spinosauro era più performante di quelladi altri dinosauri predatori terrestri e molto più vicina nelleprestazioni a quelle dei coccodrilli.Spinosauro nuotava bene anche controcorrente e la grande veladorsale lo stabilizzava, impedendogli di inclinarsi su un lato.Le zampe avevano un ruolo secondario, potevano aiutare nelnuoto, ma non erano essenziali.Un aspetto non del tutto compreso fino a questa determinantescoperta della coda.La ricostruzione dell'aspetto di Spinosauro, realizzata in digitaleda Davide Bonadonna, ha permesso di capire le abitudini di vitadi questo animale, il cui peso doveva essere di 3,5 tonnellateper 10 metri di lunghezza.Il suo baricentro, avanzato rispetto ai piedi e al bacino, fasupporre che sulla terraferma avanzasse piuttosto goffamentesulle quattro zampe, a riprova che era una creaturaspiccatamente acquatica.Nuovi scenari dell'evoluzioneGli spinosauridi appartengono ai Tetanuri, lo stesso ceppo cheha dato vita agli uccelli. La cosa curiosa è che i Tetanuri sonocaratterizzati da code lunghe e rigide...Per i paleontologi Spinosauro rappresenta, dunque, un "esperimento evolutivo" unico, senza eguali nel regno animale.«Da 220 milioni di anni a questa parte, nella lunga storia deidinosauri non ne è mai comparso nessun altro con una coda così.Questa scoperta - spiegano - amplia incredibilmente leconoscenze attuali sulla paleobiologia dei dinosauri e apreorizzonti eccitanti e inaspettati».Gli spinosauridi furono presenti su tutto il Pianeta per più di 30milioni di anni e da oggi dovranno essere reinterpretati alla lucedi Spinosauro.C'è da aspettarsi che invasero gli habitat acquatici di molte aree,diventandone i dominatori.Le ossa di Spinosauro sono conservate all'Università di Casablanca.Un modello in grandezza naturale sarà presto esposto in Bavieraal Centro Esposizioni Lokschuppen di Rosenheim, uno degli entisostenitori delle ricerche.La riproduzione in carne e ossa è italiana ed è il risultato di unacollaborazione tra Prehistoric Minds e Di.Ma. Dino Makers. 
Il team che ha scavato la coda dello spinosauro (settembre 2018).Da sinistra a destra, procedendo dall'alto: Simone Maganuco,Ayoub Amane, M'Barek Fouadassi, Nizar Ibrahim, Samir Zouhri,Cristiano Dal Sasso, Gabriele Bindellini, Marco Auditore, MatteoFabbri, Diego Mattarelli, Hamid Azroal, Mhamed Azroal.Foto: Gabriele Bindellini.Il gruppo di ricercaIl gruppo di scavo e di studio è stato coordinato da NizarIbrahim (Università di Detroit Mercy). Oltre a Cristiano Dal Sasso e Simone Maganuco, ne hanno fatto parte altri 14 ricercatori tracui gli italiani Matteo Fabbri, Marco Auditore, Gabriele Bindellini,Diego Mattarelli e Davide Bonadonna.Altri autori della ricerca sono David Martill (University of Portsmouth,UK), Samir Zouhri e Ayoub Amane (Université de Casablanca,Maroc co), David Unwin (University of Leicester, UK), JasminaWiemann (Yale University, USA), Juliana Jakubczak (Universityof Detroit Mercy, USA), Ulrich Joger (StaatlichesNaturhistorisches Museum, Braunschweig, Germania), GeorgeLauder e Stephanie Pierce (Harvard University, USA).A sostenere le campagne di scavo, la National Geographic Societycon il supporto di varie università e del Museo di Storia Naturaledi Milano.Autrice: Laura Floris© RIPRODUZIONE RISERVATARIPRODUZIONE CONSENTITA CON LINK A ORIGINALE E CITAZIONE FONTE: RIVISTANATURA.COM