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Misure anti-Covid19.


Fonte: articolo riportato dall'InternetRischi post-quarantena: dove e comeè più facile infettarsi.Con la riapertura di varie attività, si cerca diprepararsi a quella che l'OMS definisce "nuovanormalità": ecco quali sono i rischi e dove siamopiù esposti al virus.
Il SARS-CoV-2 si diffonde e si trasmette principalmenteper via aerea, a cavallo delle goccioline del nostro respiro. | INGO BARTUSSEK | SHUTTERSTOCK
 
 
«Sembra che in molti stiano tirando un sospiro di sollievo,e non riesco a capire bene il perché...», esordisce così ErinBromage, biologo della University of Massachusetts a Dartmouth, nell'articolo pubblicato sul suo blog dove spiega in modo chiaroquali sono i rischi dell'allentamento delle misure restrittiveadottate per contenere la pandemia da CoViD-19.«Comprendo le ragioni economiche dietro la riapertura», spiegaBromage: «ma se non risolviamo l'aspetto biologico, l'economia non migliorerà.» Secondo le stime degli esperti, affinché il contagio avvenga ènecessario entrare in contatto con almeno un migliaio di particelle virali (o virioni) di SARS-CoV-2.Con questo dato (non ancora confermato sperimentalmente,ma utile per dimostrare in che modo avviene l'infezione) èpossibile capire quanto il virus rilasciato nell'ambiente siapericoloso e quali siano i luoghi dove il rischio di contagioè più alto.RESPIRARE. Un respiro rilascia tra le 50 e le 5.000 goccioline (o droplets),che viaggiano lente nell'aria e cadono al suolo rapidamente:al contrario di quanto avviene con uno starnuto o un colpodi tosse, quando vengono espulse grandi quantità di particellevirali, la carica virale che emettiamo respirando è minima.Per venire contagiati dovremmo rimanere chiusi in uno stesso,piccolo ambiente in cui si trova un soggetto infetto che nontossisce, starnutisce né parla per almeno 50 minuti.Sapendo che il contagio avviene quando si entra in contatto conun migliaio di virioni, considerato che, respirando dal naso, siemettono circa 20 virioni al minuto, basta dunque fare 1.000/20per capire in quanto tempo può avvenire il contagio.Si tratta di una estrapolazione, naturalmente, come gli altriesempi in questa pagina: nulla è per davvero così matematica-mente certo, ma tanto basta (o dovrebbe bastare) per non fidarsidi chi dice che "la covid è ormai dietro le spalle", perché non è vero.PARLARE. Rispetto al solo respirare, parlare aumenta l'esalazionedi goccioline e virioni di dieci volte: immaginando di essere espostisenza alcuna protezione, basterebbero cinque minuti per essere contagiati (perché 1000 virioni necessari al contagio /200 virioni al minuto = 5 minuti).TOSSIRE E STARNUTIRE. Con un colpo di tosse si possono rilasciare circa 3.000 goccioline che viaggiano a 80 km/ora.La maggior parte di queste goccioline sono grandi e cadono in frettaa causa della gravità, ma altre rimangono in sospensione nell'aria epossono essere trasportate lontano.Uno starnuto, invece, rilascia circa 30.000 goccioline che percorronomolti metri a 320 km orari: è un aereosol di particelle anche moltopiccole e che possono arrivare lontano.Se il soggetto è infetto può arrivare a seminare in giro, con ognistarnuto, anche 200 miliardi di particelle virali. IL RUOLO DEGLI ASINTOMATICI. Almeno il 44% dei contagi avviene tramite soggetti asintomatici opresintomatici; è possibile diffondere il SARS-CoV-2 anche cinque giorni prima del manifestarsi dei primi sintomi.Le quantità di coronavirus rilasciate nell'ambiente cambiano duranteil corso dell'infezione e variano da persona a persona.La maggiore carica virale viene rilasciata nell'ambiente poco primadell'inizio dei sintomi: secondo i dati, il 20% degli infetti è responsabiledel 99% della carica virale che potrebbe potenzialmente essererilasciata nell'ambiente.I LUOGHI PIÙ A RISCHIO. Quello che è importante capire, ora che i nostri tragitti non sarannopiù casa-supermercato-casa, è dove siamo più esposti al virus.Tenendo sempre ben presente che stare in ambienti chiusi a lungoaumenta il rischio contagio, ecco quali sono i luoghi più a rischio.RISTORANTI. Con la riapertura di ristoranti e bar, dopo lo stop forzato, si imponela questione della sicurezza sanitaria in queste tipologie di locali,sicurezza reale e sicurezza percepita.Nel suo articolo Erin Bromage cita un esempio di "catena di contagi"di cui si è parlato molto anche in Italia, quando un articolo pubblicato sul sito dei CDC statunitensi denunciò come inun ristorante di Guangzhou, in Cina, un singolo asintomatico avesse contagiato ben nove persone, sedute a tavoli diversi.Il virus sarebbe stato trasportato da un tavolo all'altro a cavallodel flusso di aria condizionata: sebbene il meccanismo ipotizzato peril contagio sia stato messo in dubbio e contestato da molti esperti,anche in Italia, gli ambienti della ristorazione restano sorvegliatispeciali, oggetto di misure preventive per la sicurezza che certamenteimpediranno a molti locali di riaprire. UFFICI. Un altro esempio viene da un call center in Corea del Sud,dove un unico soggetto affetto da CoViD-19 ha contagiato in una settimana 94 colleghi che lavoravano con lui sullo stessopiano dell'edificio.«Questo caso ci fa capire che stare in spazi chiusi, condividendo lastessa aria per un lungo periodo di tempo, aumenta la probabilitàdi venire esposti al virus e contrarlo», afferma Bromage.CORI. Una situazione a cui difficilmente si pensa è quella dei cori:l'esempio viene ancora una volta dagli Stati Uniti, dallo Stato diWashington, dove un coro locale è diventato il primo focolaio della contea di Skagit.Nonostante i 60 coristi abbiano osservato tutte lemisure (pulizia dellemani con disinfettanti, niente contatti, rispetto delle distanze...), non è bastato: due ore e mezza chiusi nello stesso ambiente, seppureampio quanto un campo da pallavolo, cantando (espirando cioè a forzae a lungo), hanno fatto sì che 45 persone venissero contagiate.Erin Bromage conclude il suo post con un monito importante, cheriprendiamo e facciamo nostro: fate la vostra parte: indossate la mascherina per ridurre la diffusionedi goccioline nell'ambiente, ricordate sempre di lavarvi le mani e non toccatevi la faccia!16 MAGGIO 2020 | CHIARA GUZZONATO