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Sul Covid19...


Fonte: articolo riportato dall'InternetIl primo trapianto di polmoni per salvare un malatodi Covid-19Al Policlinico di Milano effettuato un trapiantodi polmoni in un diciottenne, malato di Covid-19, incondizioni critiche. Il paziente è salvo.
| SHUTTERSTOCK
 
 
L'Italia si conferma al top della chirurgia dei trapianti alivello mondiale, con un intervento eccezionale che hasalvato la vita a un giovane malato di Covid-19, eseguitoal Policlinico di Milano.Il trapianto di polmoni è avvenuto il 18 maggio, ma soltantoora che il ragazzo inizia a riprendersi possiamo darne notizia. Diciotto anni compiuti da poco, alto, sportivo, atletico e senza nessuno dei fattori di rischio associati alle forme più gravi di Covid-19, Francesco è finito in rianimazione, per duemesi, all'Ospedale San Raffaele di Milano.«Il ragazzo era tenuto in vita grazie alla circolazione extra-corporea e al polmone artificiale, ma non avrebbe potutoriprendersi senza il trapianto, perché i suoi polmoni eranodistrutti» spiega Mario Nosotti, direttore della Scuola di specialitàin chirurgia toracica dell'Università di Milano e dell'Unità operativadi chirurgia toracica del Policlinico. «Il trapianto di polmone è sempre un intervento complesso, maeseguirlo su un paziente Covid-19 in condizioni così critiche haci ha posto di fronte a sfide inedite». IN ATTESA. Una volta presa la decisione, il primo passaggio è stato aspettareche il corpo del giovane fosse privo del virus, dato che non avrebbeavuto senso introdurre i nuovi organi, con il rischio che la malattiali attaccasse.«Abbiamo eseguito diversi test a distanza di giorni.Quando il risultato negativo si è confermato siamo passati allaseconda fase» dice il medico. Per la gravità delle sue condizioni, Francesco è stato inserito nellalista d'attesa con priorità urgente.Ma anche l'individuazione del donatore non è stata semplice.«In fase di lockdown le donazioni sono diminuite» spiega Nosotti;«Inoltre, il ragazzo è piuttosto alto e non è stato banale trovareorgani compatibili e di dimensioni adeguate».Il coordinamento con il Centro Nazionale Trapianti ha comunquepermesso, dopo due settimane, di individuare un donatore daun'altra regione.Soltanto a questo punto il giovane è stato trasferito al Policlinico. DIECI ORE IN SALA OPERATORIA. «Le incognite dell'intervento erano molte», prosegue il medico.«Non sapevamo in che stato avremmo trovato le vene e le arterieche dovevano essere collegate ai nuovi polmoni, e non sapevamoquanto poteva resistere il paziente, in una situazione così delicata.Durante l'operazione, per esempio, è stato necessario fornire unsupporto anche al cuore».Non solo. «Sebbene il paziente fosse ormai negativo al coronavirus,abbiamo adottato tutte le misure anticontagio per proteggere ilpersonale; ma in sala operatoria queste precauzioni complicanoil lavoro» racconta Nosotti.«La mascherina FFP3, indossata assieme al casco ventilato, puòrendere difficile la respirazione, soprattutto se si porta per molteore.Il doppio camice intralcia i movimenti; i doppi guanti limitano lasensazione tattile, che invece, nei trapianti, fornisce informazioniimportanti».Per circa 10 ore al tavolo operatorio si sono alternate due équipe,mentre una terza era pronta a dare un ulteriore cambio, in casodi necessità.Alle 10 di sera il paziente è uscito dalla sala ed è stato ricoveratoin terapia intensiva, dove si trova tuttora. TEMPO PER RECUPERARE. L'intervento è riuscito, ma il ragazzo fatica a tornare a respirarein modo autonomo, per via dei lunghi mesi trascorsi attaccatoal polmone artificiale» conclude il chirurgo.«È sveglio e vigile e sta facendo fisioterapia per recuperare lafunzione.Certo, il fatto di essere un giovane sportivo lo ha aiutato.Ma avrà bisogno di tempo per riprendersi, anche psicologicamente».