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Una nuova scoperta in Germania.


Fonte: articolo riportato dall'InternetQuando in Nord Europa c'erano gli elefanti
foto Ivo Verheijen
LAURA FLORIS23 ORE FALo scheletro perfettamente conservato di un elefante preistorico è stato rinvenuto nel sito di Schöningen, in Germania, e dimostra come la fauna europea di 300.000 anni fa fosse molto diversa da quella attuale.La scoperta è stata condotta da un team di ricercatori, guidato dall'italiano Jordi Serangeli e da Nicholas Conard, dell'Università di Tübingen con la partecipazione del Dipartimento di Scienzedell'antichità della Sapienza di Roma.
©CLARYS20Specie esotiche nell'Europa di 300.000 anni faNonostante durante il Pleistocene il clima nel Nord Europa fosse simile a quello odierno, ad abitare quella parte di continente erano animali che oggi vivono in ambienti molto diversi. Erano, infatti, presenti leoni, tigri (dai denti a sciabola) e, come visto, anche elefanti.Le indagini condotte sullo scheletro hanno permesso di constatare che non si tratta di un mammut bensì di un Palaeoloxodon antiquus, una specie di elefante di grandi dimensioni caratterizzata da lunghe zanne dritte, della quale sono stati rinvenuti diversi esemplari anche nel nostro Paese.I ricercatori hanno potuto identificarne chiaramente entrambe le zanne di oltre due metri, la mandibola, le vertebre, le costole, tre degli arti e tutte e le ossa ioidi che sorreggono la lingua.
Lo scheletro di elefante ritrovato nel sito di Schöningen, in Germania. Foto Jans LehmannConservato perfettamenteL'elefante di Schöningen era probabilmente una femmina anziana di quasi sette tonnellate che morì per cause naturali sulle sponde di un antico lago, oggi prosciugato. Alto più di 3 metri - dunque più imponente degli attuali elefanti africani - l'animale fu fonte di cibo per vari predatori carnivori. Ma anche per i cacciatori del Paleolitico che ne prelevarono la carne, il grasso e i tendini utilizzando strumenti litici, come dimostrano le trenta schegge di selce ritrovate sul posto.nNon era da soloA un centinaio di metri dallo scheletro, sono state, inoltre, individuate numerose tracce. Appartengono a un piccolo gruppo di elefanti che lungo le sponde del lago lasciarono impresse le proprie impronte nel fango e nella torba.«Grazie all'eccezionale stato di conservazione del materiale organico nel sito di Schöningen - spiega Flavio Altamura della Sapienza, responsabile dell'analisi e dell'interpretazione delle tracce - abbiamo addirittura rinvenuto nelle impronte alcuni frammenti di legno schiacciati dal peso degli elefanti».Quello di Schöningen si conferma uno dei siti più importanti al mondo per quanto riguarda l'età della pietra. E oggi non solo ci restituisce un quadro inedito dell'antica fauna europea ma anche delle abitudini del nostro antenato vissuto 300.000 anni fa, Homo heidelbergensis.Lo studio è stato pubblicato sulla rivista tedesca Archäologie in Deutschland