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KELT-9


Fonte: articolo riportato dall'Internet"KELT-9 e il suo pianeta costituiscono uno dei sistemi extrasolari sui quali si concentra l'attenzione di molti gruppi di ricerca internazionali ed è motivo d'orgoglio vedere come l'uso della nostra strumentazione sia stato fondamentale per questo lavoro", commenta Ennio Poretti, Direttore del TNG. "Tali osservazioni sono state effettuate nell'ambito di un programma di lungo termine guidato da Giuseppina Micela dell'INAF di Palermo, al quale partecipano circa 75 ricercatori italiani del consorzio GAPS, Global Architecture of Planetary Systems, molti dei quali sono co-autori dell'articolo", sottolinea Antonio Maggio, che attualmente guida il Consiglio direttivo del consorzio.In futuro, combinando questo tipo di osservazioni spettroscopiche da Terra con misure dallo spazio, ad esempio tramite il Telescopio Spaziale Hubble (HST), sarà anche possibile misurare per la prima volta l'abbondanza del ferro nell'atmosfera di un pianeta extrasolare. Questo tipo di misure sono molto comuni nel caso delle stelle, ma assolutamente innovative nel campo degli studi delle atmosfere esoplanetarie, sviluppati soltanto a partire dal 2002. D'altra parte, il ferro è un indicatore fondamentale della "metallicità" delle stelle, un parametro che ne determina la loro storia evolutiva. Lo stesso si potrà fare tra qualche anno con i sistemi planetari, utilizzando nel lungo termine anche il James Webb Space Telescope, successore di HST, e ARIEL - un satellite scientifico europeo che include un'importante partecipazione italiana. Tali studi ci consentiranno quindi di comprendere il problema della formazione dei pianeti extra-solari, a cominciare dai "Gioviani caldi".La scoperta è in corso di pubblicazione nell'articolo di Lorenzo Pino et al. Neutral Iron Emission Lines from the Day-side of KELT-9b - The GAPS Programme With HARPS-N at TNG XX sulla rivista The Astrophysical Journal Letters (il preprint è disponibile all'indirizzo https://arxiv.org/abs/2004.11335). Lorenzo Pino, primo firmatario dell'articolo, è un ricercatore dell'INAF - Osservatorio Astrofisico di Arcetri a Firenze, ma attualmente al lavoro presso l'Istituto di Astronomia dell'Università di Amsterdam nel gruppo di ricerca del Prof. Jean-Michel Désert, grazie al progetto ExoAtmos sponsorizzato dallo European Research Council (ERC).