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Per la gioia degli ...insettofili....


Comunicato stampaScoperta una nuova specie di insetto: il Dyscolus gobbiiFonte: MUSE© Pierre MoretLa dedica a Mauro Gobbi, l'entomologo del MUSE che l'hatrovata sulle Ande ecuadoregneANIMALIIdentificata una specie nuova per la scienza: il Dyscolusgobbii.Si tratta di un piccolo coleottero che vive in ambientid'alta quota della Cordillera Andina.A scoprirlo è stato Mauro Gobbi, entomologo del MUSE,che ha ispirato il nome dell'insetto.E, riavvolgendo il nastro della storia, non è la prima voltache una nuova specie viene dedicata a uno scienziato delMuseo delle Scienze di Trento.È stata scoperta sulle Ande una nuova specie di coleottero,il Dyscolus gobbii, un piccolo insetto che abita uno dei luoghipiù estremi e, apparentemente inospitali, della Terra.A scoprirlo, durante una recente spedizione scientifica, èstato Mauro Gobbi, entomologo e conservatore presso laSezione di Zoologia degli Invertebrati e Idrobiologia delMUSE - Museo delle Scienze di Trento.Una scoperta, non certo passata inosservata nel mondoscientifico, che il dottor Pierre Moret del Centre National de laRecherche Scientifique francese ha voluto onorare con unprestigioso riconoscimento: la nuova specie di coleottero èstata chiamata Dyscolus gobbii, un omaggio al cognome delricercatore del MUSE che l'ha trovata.Il nome scientifico di una specie è costituito da due epiteti:quello generico e quello specifico, il primo è scritto in maiuscolo,ad esempio Dyscolus, e il secondo minuscolo, in questo casogobbii, entrambi in corsivo.Questa nomenclatura, detta binomiale, è stata sviluppata dalnaturalista Carl Linnaeus (1707-1778) e ha posto le basi per laclassificazione degli esseri viventi.Il Dyscolus gobbii è un coleottero che appartiene alla famigliadei Carabidi.È lungo circa 10-12 mm ed è presente nelle porzioni più umidedel superpáramo, l'habitat posto alle quote più elevate dellaCordillera Andina, una sorta di tundra alpina.Gli esemplari, impiegati per descrivere le caratteristiche morfologichedella specie nuova e per le analisi genetiche funzionali al confrontocon altre specie simili, sono stati raccolti da Mauro Gobbi, incollaborazione con Pierre Moret, a quote comprese tra 4200 e4400 metri di altitudine.Ed è proprio dall'analisi del loro DNA che è stato possibileconfermare che si trattava di una specie nuova per la scienza."Non è solo un riconoscimento importante alla mia carrierascientifica, ma anche all'attività di ricerca che facciamo, comeMUSE, in ambienti estremi d'alta quota del mondo - raccontaMauro Gobbi, che nel 2017 ha preso parte alla campagna diricerca tra i ghiacciai dei vulcani andini -.Una spedizione scientifica internazionale volta a investigare labiodiversità presente negli ambienti d'alta quota delle Andedell'Ecuador, col fine di comprendere gli effetti dei cambiamenticlimatici sulle comunità di insetti delle aree montane tropicali".In passato già famosi naturalisti-esploratori come Alexandervon Humboldt (1768-1859) ed Edward Whymper (1840-1911)furono attratti dalla biodiversità di insetti e piante presentinegli ambienti d'alta quota delle Ande.Ma la difficoltà fisica per raggiungere e lavorare in tali aree,difficilmente accessibili e poste a quote superiori i 4000 metri,li rende tutt'oggi in gran parte inesplorati."Il livello di conoscenza della biodiversità presente sul nostropianeta è ben lontano dall'essere esaustivo, soprattutto perle zone più remote", conferma Gobbi, che ha condiviso,con il team internazionale impegnato nella spedizione,l'esperienza acquisita in anni di studi e censimenti sulle comunitàdi insetti in ambienti d'alta quota presenti sulle Alpi, i Pirenei e nelNord Europa."Insetti come i Carabidi - prosegue l'entomologo del MUSE - sonoampiamente impiegati come 'sentinella' dello stato di salutedegli ambienti; sono quindi ottimi bioindicatori in grado di forniredati funzionali all'impiego di modelli matematici utili allacomprensione degli effetti dei cambiamenti climatici sullabiodiversità".Annualmente, precisa Gobbi, vengono scoperte nuove specie,soprattutto per quanto riguarda gli Insetti.Ma descrivere correttamente e dare il nome a una nuova specieè una grande responsabilità scientifica, nonché motivo di grandeorgoglio per uno scienziato.L'etimologia dei nomi che vengono dati alle specie nuove nepuò ripercorre le caratteristiche morfologiche (Elaphe longissima),le proprietà intellettuali (Homo sapiens), può ricordare un mitogreco (Parnassius apollo), può essere semplicemente strano odivertente (Vini vidivici).In tutti i casi deve però essere conforme a un codice che si chiamaCodice Internazionale di Nomenclatura Zoologica e la descrizionedeve essere pubblicata su una rivista scientifica di rilevanzainternazionale.Questo è il caso di Dyscolus gobbii la cui descrizione, effettuatada Pierre Moret, è stata pubblicata il 15 maggio 2020 sullarivista European Journal of Taxonomy:https://europeanjournaloftaxonomy.eu/index.php/ejt/issue/view/827.Non si tratta, però, dell'unico caso di specie nuova che è statadedicata a uno scienziato del MUSE.In passato ci sono stati altri riconoscimenti: il CrostaceoBranchiopode Chirocephalus marchesoni dedicato al direttoredell'allora Museo di Storia Naturale di Trento, Vittorio Marchesoni,l'Eterottero Miride Dimorphocoris tomasii dedicato al direttoreemerito del Museo Tridentino di Scienze Naturali Gino Tomasi,e più recentemente il Dittero Chironomide Chaetocladiuslencioniae dedicato a Valeria Lencioni, responsabile dellaSezione di Zoologia degli Invertebrati del MUSE e la DiatomeaEunotia cantonatii dedicata a Marco Cantonati, responsabiledella Sezione di Limnologia e Algologia. del MUSE.